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Pop Psychology: la Psicologia pop e il suo impatto sulla Gen Z Le teorie psicologiche popolari e virali più tra i giovani
L'articolo " Pop Psychology: la Psicologia pop e il suo impatto sulla Gen Z" parla di:
- Psicologia popolare e Gen Z
- Teorie virali sui social
- Benefici e rischi della semplificazione psicologica
Articolo: 'Pop Psychology: la Psicologia pop e il suo impatto sulla Gen Z Le teorie psicologiche popolari e virali più tra i giovani'
A cura di: Redazione
INDICE: Pop Psychology: la Psicologia pop e il suo impatto sulla Gen Z
- Introduzione
- Cosa si intende per Pop Psychology
- Le 10 teorie virali più popolari tra la Gen Z
- Quanto c'è di vero e i rischi della Pop Psychology
- Quali sono i benefici?
- Conclusione
- Fonti
- Altre letture su HT
Introduzione
Negli ultimi anni, concetti psicologici semplificati e adattati alla comunicazione online hanno preso piede tra i giovani, in particolare
nella Generazione Z (i nati indicativamente tra la seconda metà degli anni '90 e il 2010).
Questo fenomeno, noto come "Pop Psychology", ha trasformato contenuti di benessere mentale in brevi frasi virali, meme e video TikTok, spesso
senza un fondamento scientifico solido.
Cosa si intende per Pop Psychology
La "Pop Psychology" (Psicologia popolare) è l'insieme di teorie e tecniche psicologiche diffuse nei media, spesso semplificate o
travisate rispetto alla versione originale accademica o clinica.
Può comprendere libri di autoaiuto, citazioni motivazionali, articoli virali o contenuti sui social.
Anche se non sempre accurata, ha il merito di rendere accessibili temi psicologici a un vasto pubblico.
La Pop Psychology può essere utile se stimola riflessioni o incoraggia le persone a prendersi cura della propria salute mentale,
ma può diventare dannosa se offre soluzioni semplicistiche o errate.
Le 10 teorie virali più popolari tra la Gen Z
Un articolo pubblicato il 21 Giugno 2025 da The Economic Times elenca dieci teorie di Psicologia pop diventate virali tra gli utenti
più giovani.
Ecco le principali:
- Orange Peel Theory: i piccoli gesti (come sbucciare un'arancia per qualcuno, preparare il caffè esattamente come piace
all'altra persona o ricordarsi di portarle una cosa che aveva dimenticato) dimostrano amore autentico.
- Hot Girl Walk: sono camminate consapevoli accompagnate da gratitudine e affermazioni positive, come ad esempio ripetersi mentalmente
frasi come "ce la farò", "ho valore" o "sono capace".
- Rejection Therapy: tecnica utilizzata per desensibilizzarsi al rifiuto facendo richieste volutamente difficili o improbabili (come
chiedere uno sconto in un bar o di poter entrare in un luogo riservato) per imparare a tollerare il "no" e ridurre la paura del giudizio.
- Sunflower Time: dedicare tempo a chi ci fa stare bene, come passare una serata tranquilla con un amico fidato, condividere un
caffè con una persona che ci fa sentire ascoltati, o semplicemente stare accanto a qualcuno che ci mette a nostro agio senza dover
parlare troppo.
- Glimmers: sono brevi momenti che suscitano benessere, come ad esempio vedere una luce calda che filtra tra gli alberi, notare quando
si riceve un messaggio gentile inaspettato o ascoltare un suono rilassante. Sono l'opposto dei trigger cioè stimoli, come una parola,
un odore o una situazione, che attivano reazioni emotive negative o traumatiche.
- Brain Flossing: significa "pulizia mentale" tramite pensieri positivi. Il concetto prende spunto dal gesto del filo interdentale
(flossing) per suggerire una metafora visiva: così come si puliscono gli spazi tra i denti, si possono "ripulire" i pensieri negativi
che si accumulano nella mente. Esempi comuni includono la scrittura quotidiana di pensieri positivi, esercizi di gratitudine o brevi meditazioni
guidate.
- Box Theory of Dating: le persone vengono inquadrate in categorie amorose fin dall'inizio, cioè quando conosciamo qualcuno,
tendiamo inconsciamente a inserirlo subito in una "scatola" mentale: amicizia, relazione sentimentale o nulla. In sostanza ci formiamo
un'impressione relazionale molto presto e difficilmente la cambieremo in seguito.
- Green Line Theory: sono dinamiche relazionali analizzate con linee verdi sulle foto di coppia. Ad esempio, secondo questa teoria,
se in una foto una persona tende a inclinarsi verso l'altra, mentre questa mantiene una postura più dritta o si allontana, si potrebbe
dedurre chi è più coinvolto o dominante nella relazione.
- Dorito Theory: apprezzare il proprio corpo come uno snack gustoso e unico. Secondo questa teoria, il paragone con uno snack colorato
e saporito serve a valorizzare le caratteristiche individuali, anche quelle considerate imperfette. È una risposta ironica e autocelebrativa
alla cultura della perfezione, e promuove l'accettazione del corpo in modo leggero e inclusivo, soprattutto tra i più giovani.
- Burnt Toast Theory: l'idea che piccoli contrattempi (come bruciare il toast, perdere l'autobus o dimenticare le chiavi) ci salvino
da guai più gravi.
Quanto c'è di vero e i rischi della Pop Psychology
Alcuni dei trend più popolari online si ispirano, anche se in modo indiretto, a concetti e tecniche psicoterapeutiche reali.
Per esempio, la Burnt Toast Theory richiama il Cognitive Reframing, una tecnica usata per riformulare in modo più positivo
gli eventi negativi.
Allo stesso modo, la Hot Girl Walk può essere vista come una versione semplificata della Behavioural Activation, impiegata
nella terapia per la depressione per incoraggiare attività piacevoli durante la giornata.
Tuttavia, questi legami con la Psicologia clinica sono spesso vaghi o semplificati e il pericolo è che contenuti virali vengano
scambiati per strategie terapeutiche validate, confondendo intrattenimento e cura.
Un articolo pubblicato su Medium nel 2023, intitolato "The Problem With Pop Psychology", avverte del cosiddetto "effetto valanga": più
un'idea diventa virale, più tende a essere accettata come vera, anche quando manca qualsiasi fondamento scientifico.
Diversi Psicologi mettono anche in guardia dal rischio che la Pop Psychology generi aspettative irrealistiche o minimizzi problemi complessi
come l'ansia, la depressione o le difficoltà relazionali.
L'eccessiva fiducia nella Psicologia pop può portare molti giovani, oltre a diffondere informazioni non vere, a incoraggiare l'autodiagnosi
e scoraggiare il ricorso a un aiuto professionale, rinunciando a un supporto che potrebbe davvero aiutarli.
Quali sono i benefici?
Nonostante i rischi, la Pop Psychology ha anche un lato positivo non trascurabile.
Può:
- avvicinare i giovani al linguaggio delle emozioni
- stimolare curiosità e autoriflessione
- ridurre lo stigma verso la salute mentale
Alcuni terapeuti la utilizzano efficacemente come punto di partenza per conversazioni più profonde, soprattutto con adolescenti o
giovani adulti.
Conclusione
La Psicologia pop non è una scienza, ma può essere una porta d'accesso alla consapevolezza emotiva.
È importante, però, distinguere tra contenuti virali e supporto psicologico professionale.
Un meme non sostituisce la terapia, ma può essere un primo passo verso il benessere mentale.
Fonti
- The Economist Times
https://economictimes.indiatimes.com/news/india/pop-goes-the-psychology-gen-zs-guide-to-therapy/articleshow/121995403.cms
- Centre for Clinical Psychology
https://ccp.net.au/the-problem-with-pop-psychology/
Altre letture su HT
- Redazione, "Sesso e salute mentale in calo per la
Generazione Z", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 190, 2022
- Redazione, "Dipendenze e adolescenti:
l'indagine dell'ISS", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 295, 2023
- Redazione, "Adolescenti e salute mentale: report
dell'AGIA", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 145, 2018
- Redazione, "Adolescenti e Covid: aumentato i disturbi
con il secondo lockdown", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 176, 2021
- Redazione, "Adolescenti e social
media: indagati gli effetti sul benessere", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 157, 2019
- Irene Bellodi, "La relazione
terapeutica con l'adolescente: un equilibrio tra motivazioni", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 70, 2011
- Irene Bellodi, "Psicodiagnostica in adolescenza",
articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 81, 2012
- Redazione, "Adolescenti e autolesionismo
digitale: esame empirico", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 143, 2018
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