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Isolamento sociale e utilizzo dei Social Media: indagine sul legame Usa. Sondaggio evidenzia un legame tra maggiore utilizzo di piattaforme social e aumento della percezione di isolamento sociale
L'articolo " Isolamento sociale e utilizzo dei Social Media: indagine sul legame" parla di:
- La scelta di analizzare giovani adulti
- Valutazione delle risposte date al sondaggio
- Ipotesi sulle ragioni dei risultati ottenuti
A cura di: Redazione - Pubblicato il 03 Aprile 2017 Isolamento sociale e utilizzo dei Social Media: indagine sul legame Usa. Sondaggio evidenzia un legame tra maggiore utilizzo di piattaforme social e aumento della percezione di isolamento sociale
Pittsburgh, Pennsylvania. L'utilizzo prolungato e intenso dei Social Media è collegato ad una maggiore percezione di isolamento
sociale: più tempo si passa su piattaforme online come Facebook, Twitter, Google Plus, più ci si può sentire isolati nella
vita reale.
A suggerirlo uno studio condotto presso l'Università di Pittsburgh da un team di ricercatori guidati dal Dr. Brian A. Primack - direttore
del Centro per la Ricerca su Media, Tecnologia e Salute -, pubblicato lo scorso 6 Marzo 2017 sulla rivista online American Journal
of Preventive Medicine.
Premesse e obiettivi dello studio. Da tempo è noto come l'isolamento sociale sia una condizione capace di incidere anche
pesantemente sulla salute di un individuo: è collegato, per esempio, ad aumenti innaturali di cortisolo, cosa che interferisce con il
sonno, le funzioni cognitive e quelle immunitarie di un organismo.
Un'associazione tra utilizzo delle piattaforme sociali online e la percezione di isolamento sociale, però, non è mai stata
studiata prima d'ora su larga scala. Scopo dell'indagine, quindi, è stato analizzare questo legame in un campione di giovani adulti
americani nazionalmente rappresentativo.
La scelta sui giovani adulti è stata dovuta a due ragioni: da un lato, infatti, rappresentano la categoria di persone tra le quali
l'utilizzo delle piattaforme social è in aumento; dall'altro è proprio nelle prime fasi dell'età adulta (cioè in
quel periodo della vita in cui una persona si allontana da ambienti strutturati come la scuola o la propria casa d'origine) che possono
comparire sintomi di isolamento sociale.
Sviluppo dell'indagine. Per studiare il legame tra uso dei social e isolamento sociale, gli studiosi hanno deciso di sottoporre i
partecipanti ad un sondaggio online.
Da Ottobre a Novembre 2014 l'indagine è stata inviata tramite posta elettronica ad un campione casuale di 3.048 giovani adulti americani
di età compresa tra 19 e 32 anni, i quali avevano acconsentito a partecipare ad uno studio precedente.
In tutto hanno risposto 1.787 persone. Il tempo medio per il completamento dell'indagine è stato di 20 minuti.
I partecipanti hanno risposto a quesiti atti a valutare due variabili:
- SMU, Social Media Use, ovvero l'utilizzo dei social media;
- PSI, Perceived Social Isolation, cioè la percezione di isolamento sociale.
Valutazione SMU. L'utilizzo dei social media è stato valutato sottoponendo ai partecipanti domande riguardanti il tempo
e la frequenza di utilizzo delle 11 piattaforme social più famose nel 2014 (Facebook, Twitter, Google Plus, Instagram, Pinterest, Tumblr,
Youtube, LinkedIn, Vine, Snapchat, Reddit). Nello specifico, i ragazzi hanno risposto a quesiti relativi al tempo trascorso sulle stesse ogni
giorno per uso personale (in termini di ore e minuti) e la frequenza d'uso (5 o più volte al giorno, etc.).
In base alla media delle risposte sulla frequenza, i ricercatori hanno potuto calcolare anche le loro visite medie settimanali.
Valutazione PSI. La percezione di isolamento sociale è stata valutata ricorrendo al PROMIS (Patient-Reported
Outcomes Measurement Information System), uno strumento che serve per valutare e monitorare la salute fisica, mentale e sociale di bambini
e adulti. I partecipanti hanno fornito informazioni sul modo in cui si erano sentiti nei 7 giorni precedenti la ricezione del questionario e
la frequenza di queste sensazioni. Nello specifico, è stato misurato il loro accordo con affermazioni come "mi sento isolato dagli
altri" o "sento che le persone a malapena sanno di me". Per le risposte è stata utilizzata la scala di Likert: i partecipanti hanno
scelto tra 5 punti differenti, corrispondenti ad affermazioni quali "mai", "raramente", "a volte", "spesso", "sempre".
Risultati dell'indagine. Le risposte fornite dai partecipanti al sondaggio hanno messo in evidenza due dati importanti:
- per quanto riguarda il tempo speso sui social media, è emerso che coloro che se ne servivano con una media giornaliera di
2 ore (ed oltre) presentavano un aumento di PSI 2 volte maggiore rispetto a chi visitava le piattaforme per meno di 30 minuti al giorno;
- in merito alla frequenza di utilizzo dei social, chi li usava 58 volte (ed oltre) nel corso di una settimana aveva una
probabilità di aumento del PSI triplicata rispetto a quanti se ne servivano settimanalmente meno di 9 volte.
Conclusioni. Dal momento che si è trattato di uno studio di tipo osservazionale, gli stessi ricercatori affermano che non
è stato possibile stabilire le ragioni alla base dei risultati ottenuti. Tuttavia, lanciano alcune ipotesi per spiegare questi dati.
Prima di tutto, potrebbe darsi che individui che già vivono in condizioni di isolamento sociale siano maggiormente propensi ad
utilizzare successivamente i social, così come coloro che hanno poche relazioni nel mondo esterno potrebbero utilizzare queste reti come
forma di compensazione.
D'altra parte, i risultati del sondaggio potrebbero invece dipendere proprio dalla possibilità che sia un maggiore uso dei social
a far aumentare anche la sensazione di isolamento, per via di alcuni meccanismi che possono attivarsi. Le possibili spiegazioni
ipotizzate dagli studiosi in questo caso sono tre:
- più tempo viene impiegato online sui social, meno se ne ha per coltivare nel mondo reale le relazioni sociali, che vengono
presumibilmente percepite come più autentiche;
- alcune caratteristiche dei social possono far sì che una persona si senta esclusa più facilmente. Un esempio si ha quando
ci si ritrova a guardare foto di amici che si divertono durante un evento sociale al quale non si è stati invitati;
- i social, anziché rappresentare fedelmente la realtà, spesso fanno sì che quella altrui venga "idealizzata"; da qui
nascono poi sentimenti come l'invidia o la convinzione distorta che gli altri abbiano una vita più felice e ricca di successi rispetto
alla propria.
Per il Dr. Primack ed il suo team della Pennsylvania le ricerche future in questo campo dovrebbero concentrarsi proprio sul cercare di
chiarire le ragioni che hanno portato a questi risultati.
Fonte:
- Brian A. Primack et al., "Social Media Use and Perceived Social Isolation Among Young Adults in the U.S.", articolo pubblicato
su American Journal of Preventive Medicine, 06 Marzo 2017
www.ajpmonline.org/article/S0749-3797%2817%2930016-8/fulltext
Altre letture su HT
- Redazione, "Stress
da isolamento sociale: risposte neuronali diverse tra maschi e femmine", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika nr.
131, 2016
- Redazione, "Adolescenti e
social: analizzati i circuiti neuronali attivati dai like", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika nr. 128, 2016
- Pasquale Romeo, "La solitudine, un argomento complesso",
articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika nr. 23, 2006
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