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Terapia Cognitivo Comportamentale: intervento efficace dopo la chemioterapia Usa. Lo afferma una ricerca guidata dal Dr. Ferguson: la TCC aiuta ad affrontare i lievi disturbi cognitivi provocati dalla terapia anticancro
L'articolo " Terapia Cognitivo Comportamentale: intervento efficace dopo la chemioterapia" parla di:
- Effetti collaterali della chemioterapia
- La terapia MAAT
- La ricerca su donne sopravvissute al cancro al seno
A cura di: Redazione - Pubblicato il 31 Maggio 2016 Terapia Cognitivo Comportamentale: intervento efficace dopo la chemioterapia Usa. Lo afferma una ricerca guidata dal Dr. Ferguson: la TCC aiuta ad affrontare i lievi disturbi cognitivi provocati dalla terapia anticancro
Bangor, Stato del Maine. La Terapia Cognitivo Comportamentale può essere un valido strumento per contrastare gli effetti
collaterali di natura neuropsicologica provocati dalla chemioterapia.
A sostenerlo è uno Studio pubblicato lo scorso 2 Maggio 2016 sulla rivista "Cancer" dell'American Cancer Society e condotto da un
team di ricercatori provenienti dall'Easter Medical Center e dal Lafayette Family Cancer Center di Bangor, negli Stati Uniti.
Memorizzazione e concentrazione. Negli ultimi anni diverse ricerche sul campo hanno mostrato come le cure chemioterapiche e
radioterapiche possano provocare in alcuni pazienti alterazioni delle funzioni cerebrali ed il conseguente insorgere di lievi disturbi di natura
cognitiva.
In modo particolare si parla di "Chemo Brain" (letteralmente "Cervello Chemio") per indicare una condizione in cui ad essere
colpiti da deficit sono soprattutto capacità di memorizzazione e di concentrazione: coloro che hanno dovuto affrontare cicli di
chemioterapia, infatti, accusano spesso difficoltà nel ricordare anche informazioni molto semplici e/o nell'eseguire compiti di una
certa complessità.
I disturbi, inoltre, possono continuare a manifestarsi anche dopo vari anni dal termine della terapia oncologica.
Alla base di questo fenomeno vi sono gli stessi farmaci anticancro: queste sostanze se da un lato sono capaci di aggredire il tumore, dall'altro
possono scatenare effetti neurotossici nell'organismo dei pazienti. Di conseguenza, la qualità della vita dei soggetti colpiti risulta
compromessa.
I ricercatori di Bangor, guidati dallo Psicologo Robert Ferguson, hanno sviluppato una forma di terapia cognitivo comportamentale che,
stando ai risultati della recente ricerca, sembra essere in grado di aiutare i pazienti ad affrontare gli effetti collaterali della chemio.
Denominato MAAT (Memory and Attention Adaptation Training), questo tipo di intervento comportamentale permetterebbe, infatti, al soggetto
trattato di acquisire una maggiore consapevolezza delle situazioni in cui possono sorgere problemi di memoria, sviluppare abilità utili
per evitare eventuali errori di memorizzazione, apprendere strategie compensatorie per i vuoti di memoria.
Attraverso la MAAT, inoltre, viene insegnato anche come gestire stress ed ansia provocati dalle preoccupazioni che sorgono per via dei disturbi
accusati.
La ricerca sviluppata dal gruppo statunitense ha coinvolto 47 donne caucasiche sopravvissute al cancro al seno, le quali presentavano
difficoltà di memoria pur avendo terminato il trattamento chemioterapico da 4 anni.
Le pazienti sono state suddivise in due gruppi:
- il primo gruppo è stato sottoposto ad 8 sedute di MAAT, della durata di 30-45 minuti ciascuna;
- il secondo, invece, ad 8 sedute della stessa durata di Psicoterapia di supporto.
In entrambi i casi i trattamenti sono stati somministrati attraverso videoconferenze, per evitare di costringere le donne ad affrontare
viaggi e spostamenti vari per prender parte alla ricerca.
Tutte le partecipanti, inoltre, hanno compilato questionari per la valutazione delle difficoltà e dell'ansia percepita ed hanno
affrontato test neuropsicologici telefonici di memorizzazione e di velocità di elaborazione.
Questionari e test sono stati sostenuti prima dell'inizio dei trattamenti, al termine delle sedute e, infine, dopo 2 mesi dalla fine della
sperimentazione.
I risultati hanno evidenziato miglioramenti della capacità di memoria per le donne sottoposte a MAAT ed un livello di ansia
per loro inferiore rispetto alle pazienti trattate con sola Psicoterapia di supporto.
Per Ferguson ed il suo team questi dati sono importanti in quanto confermano come la TCC sia in grado di ridurre e/o prevenire gli effetti
collaterali della chemioterapia e, dunque, di migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici. La possibilità di
somministrare il tutto in videoconferenza, inoltre, comporta vantaggi anche dal punto di vista dell'accesso alle cure.
Tuttavia lo studioso stesso riconosce limiti all'attuale ricerca, soprattutto quello di aver analizzato un numero di donne ristretto e
caratterizzate dalla stessa origine etnica.
Proprio per questo, Ferguson ritiene sia necessario continuare a dar vita a ulteriori studi in tale ambito, coinvolgendo in futuro un maggior
numero di pazienti, di origini etniche e culturali differenti e con diversi casi clinici.
Fonte:
- Robert J. Ferguson PhD et al., "A randomized trial of videoconference-delivered cognitive behavioral therapy for survivors
of breast cancer with self-reported cognitive dysfunction", articolo pubblicato su Cancer, 02 Maggio 2016,
onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/cncr.29891/abstract
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