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Intestino e depressione: analizzato il legame Paesi Bassi. Due studi confermano un collegamento tra alcuni microrganismi dell'intestino e i sintomi depressivi
L'articolo " Intestino e depressione: analizzato il legame" parla di:
- Depressione e microbiota intestinale
L'analisi sulle differenze nel microbioma umano I risultati dei due studi condotti
A cura di: Redazione - Pubblicato il 29 Aprile 2023 Intestino e depressione: analizzato il legame Paesi Bassi. Due studi confermano un collegamento tra alcuni microrganismi dell'intestino e i sintomi depressivi
Rotterdam/Amsterdam, Paesi Bassi. Alcuni batteri presenti nell'intestino umano possono avere un ruolo nei disturbi depressivi,
indipendentemente dall'identità etnica di una persona. Sono, infatti, coinvolti nella sintesi di alcuni messaggeri chimici1
legati alla depressione, come per esempio glutammato e serotonina.
A rivelarlo due studi pubblicati lo scorso 6 Dicembre 2022 sulla rivista Nature Communication, condotti entrambi nei Paesi Bassi da
ricercatori come il Dott. Jos A. Bosh della Facoltà di scienze sociali e comportamentali dell'Università di Amsterdam, il
Dott. Robert Kraaij, ricercatore senior presso l'Erasmus Medical Center di Rotterdam e il Dott. Najaf Amin, ricercatore senior presso
l'Università di Oxford.
Premesse.
La depressione - affermano gli autori - è uno dei disturbi mentali più comuni in tutto il mondo: colpisce circa 322 milioni
di persone ed è tra le principali cause di disabilità, mortalità e disparità economica. La sua prevalenza media
nell'arco della vita è dell'11-15%, ma questa percentuale si è raddoppiata e spesso anche triplicata durante la pandemia del
Covid-19.
Nonostante la sua diffusione, non sempre sono chiari i motivi dell'insorgenza.
Negli ultimi anni, alcuni ricercatori, stanno rivolgendo particolare interesse ad un un microbiota intestinale* ed al ruolo che riveste nella depressione.
Alcuni studi, infatti, hanno mostrato come il microbiota possa influenzare attività cerebrale e comportamento agendo sull'asse
intestino-cervello* e sui suoi
molteplici percorsi. Queste scoperte lasciano supporre che modificando l'ecologia microbica - ovvero la relazione tra microrganismi e ambiente
circostante - sia possibile trovare nuove soluzioni per il trattamento e la prevenzione della depressione.
Tuttavia, gli studi che sino ad ora hanno analizzato l'associazione tra microbioma intestinale2 e depressione negli esseri umani
sono stati pochi ed hanno riguardato perlopiù campioni troppo piccoli di soggetti. Inoltre, mancano studi specifici su popolazioni
ben caratterizzate, cosa che consentirebbe di ottenere un quadro preciso sulle differenze individuali.
I presenti studi hanno cercato di colmare queste lacune.
Svolgimento degli studi.
Per il primo studio è stata analizzata la diversità del microbioma fecale di 1.054 partecipanti al Rotterdam Study, uno
studio di coorte avviato nel 1990 con l'obiettivo di scoprire cause, storia, sviluppo e possibili futuri interventi per malattie croniche che
colpiscono mezza e tarda età. Sono stati scelti soggetti che non stavano utilizzando antidepressivi in quel momento.
I risultati di questa prima analisi sono stati poi approfonditi e convalidati esaminando 1.539 persone che avevano preso parte all'Healthy
Life in an Urban Setting (HELIUS), un altro studio di coorte ancora in corso ad Amsterdam il cui obiettivo è indagare le
cause biologiche, psicologiche e sociali alla base delle differenze nelle malattie tra gruppi etnici.
Con il secondo studio, i ricercatori si sono concentrati sulla caratterizzazione della composizione del microbioma e quindi sull'analisi
della sua relazione con i sintomi depressivi.
Hanno, quindi, analizzato i dati fecali di 3.211 partecipanti alla coorte HELIUS appartenenti a 6 diversi gruppi etnici: olandese, surinamese
sud-asiatico, surinamese africano, ghanese, turco e marocchino. I partecipanti erano di età compresa tra 18 e 70 anni e i loro dati
erano stati raccolti attraverso l'esame fisico ed un questionario, auto-somministrato o completato tramite intervista da parte di un
intervistatore abbinato all'etnia analizzata.
Risultati degli studi.
Con il primo studio i ricercatori sono riusciti ad identificare alcuni collegamenti tra sintomi depressivi e 13 taxa microbici, ovvero 13
diversi tipi di microrganismi: Eggerthella, Subdoligranulum, Coprococcus, Sellimonas, Lachnoclostridium, Hungatella, Ruminococcaceae (UCG002,
UCG003 e UCG005), LachnospiraceaeUCG001, Eubacterium ventriosum e Ruminococcusgauvreauiigroup e la famiglia delle Ruminococcaceae. Questi
microrganismi sarebbero responsabili della sintesi di sostanze chimiche collegate alla depressione come Glutammato, Acido Gamma Ammino-butirrico
(GABA) e Serotonina.
Hanno inoltre notato come l'Eggerthella - di cui era stata già individuata da studi precedenti un'associazione con la depressione
maggiore - risulti costantemente aumentata nei casi di depressione ed ansia.
Per quanto riguarda il secondo studio, collegando i dati del microbiota con quelli demografici, comportamentali e medici, i ricercatori
sono riusciti ad individuare una "firma microbica" collegata ai sintomi depressivi che resta in grossa parte invariata nei vari gruppi etnici
studiati, dunque non dipende dall'etnia di appartenenza di una persona.
La diversità tra individui (β-diversità) spiegava tra il 18 ed il 29% delle differenze nei batteri correlati alla
depressione.
I generi batterici coinvolti nei disturbi depressivi provenivano da più famiglie, ma in modo particolare da quella delle
Christensenellaceae, Lachnospiraceae e Ruminococcaceae.
Secondo i ricercatori, nonostante sia comunque necessario confermare i risultati ottenuti da questi due studi con nuove analisi, entrambi
suggeriscono come ci sia un legame tra composizione del microbioma intestinale e depressione, sperando in questo modo di trovare una possibile
via per elaborare in futuro nuove terapie.
Note
- Ormoni che trasportano informazioni ed istruzioni all'interno dell'organismo, regolandone così varie funzioni.
- È l'insieme dei geni che compongono il microbiota intestinale, il suo patrimonio genetico.
Fonti
- D. Radjabzadeh, J. A. Bosch, R. Kraaij, N.Amin et al., "Gut microbiome-wide association study of depressive symptoms",
pubblicato su Nature Communication il 6 Dicembre 2022
www.nature.com/articles/s41467-022-34502-3
- J, A. Bosch, M. Nieuwdorp, A. H. Zwinderman, R. Kraaij et al., "The gut microbiota and depressive symptoms across ethnic
groups", pubblicato su Nature Communication il 6 Dicembre 2022
www.nature.com/articles/s41467-022-34504-1
Altre letture su HT
- Redazione, "Depressione. Fra le
principali cause di malattia e disabilità nel mondo", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika nr. 121, 2015
- Redazione, "Depressione
e contraccezione ormonale: indagine sul legame", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika nr. 131, 2016
- Redazione, "Depressione e pillola
contraccettiva: nuova revisione", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika nr. 145, 2018
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