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Studio sul comportamento dei bambini esposti alle comuni sostanze ignifughe in casa Usa. Ricerca mostra come l'esposizione a sostanze ignifughe alteri i comportamenti emotivi e sociali dei bambini in età prescolare
L'articolo " Studio sul comportamento dei bambini esposti alle comuni sostanze ignifughe in casa" parla di:
- Ritardanti di fiamma BDE e OPFRs
- Ricerca su bambini dai 3 ai 5 anni
- Effetti dell'esposizione ai ritardanti
A cura di: Redazione - Pubblicato il 03 Aprile 2017 Studio sul comportamento dei bambini esposti alle comuni sostanze ignifughe in casa Usa. Ricerca mostra come l'esposizione a sostanze ignifughe alteri i comportamenti emotivi e sociali dei bambini in età prescolare
Corvallis, Oregon (USA). L'esposizione ai ritardanti di fiamma - cioè a quelle sostanze chimiche utilizzate per ridurre il
rischio di infiammabilità degli oggetti presenti nell'ambiente costruito - può provocare conseguenze importanti nel comportamento
emotivo e sociale durante la prima infanzia. Nello specifico, a seconda del tipo di sostanza con la quale entrano maggiormente in contatto,
i bambini possono mostrare comportamenti di esternalizzazione quali aggressività, iperattività/disattenzione, bullismo.
È quanto emerge da uno studio pubblicato lo scorso 9 Marzo 2017 sulla rivista online Environmental Healt e condotto da un team
di ricercatori dell'OSU, Oregon State University.
Premesse dello studio. Per rispettare determinati standard di sicurezza antincendio, molti oggetti di uso comune presenti nell'ambiente
in cui viviamo - ad esempio mobili, elettronica, materiali da costruzione, ecc. - sono trattati con speciali sostanze ignifughe. Tra queste,
le più utilizzate sono:
- BDE, Brominated Diphenyl Flame Retardants, ritardanti di fiamma a base di bromurati (possono essere contenuti nei televisori,
computer, cellulari, in alcuni tessuti o plastiche, cuscini, ecc.);
- OPFRs, Organophosphate Flame Retandents, ritardanti a base di organofosfati (possono essere contenuti in alcuni solventi,
erbicidi, insetticidi, ecc.).
Studi di monitoraggio in questo campo hanno mostrato come nel corso del tempo il livello di bromurati presente negli individui sia
aumentato e come ad essere maggiormente esposti a queste sostanze siano soprattutto i più piccoli.
Alcune ricerche hanno poi evidenziato come l'esposizione che avviene in utero o durante i primi anni di vita provochi ritardi nello sviluppo
delle funzioni cognitive dei bambini.
Poche informazioni sono state invece raccolte prima d'ora circa l'esposizione agli OPFRs ed il rapporto tra ritardanti e comportamento
sociale ed emotivo durante la prima infanzia, cioè in quella fase della vita importante per l'apprendimento di comportamenti sociali
appropriati. Per questo gli studiosi dell'Oregon hanno deciso di verificare gli effetti dell'esposizione alle due sostanze nei bambini in
età prescolare.
Sviluppo della ricerca. La ricerca è stata condotta da Ottobre 2012 a Gennaio 2013 ed ha riguardato 92 bambini di età
compresa tra 3 e 5 anni, provenienti da 28 aule in età prescolare di due zone dell'Oregon.
Per misurare l'esposizione alle sostanze ignifughe, i ricercatori si sono serviti di speciali braccialetti in silicone, dotati di una
superficie porosa in grado di assorbire sostanze chimiche.
Ai genitori/tutori legali dei bambini è stato chiesto di far sì che i piccoli indossassero il bracciale per 7 giorni consecutivi,
al polso o alla caviglia. Il bracciale poteva essere rimosso solo durante la notte, posizionandolo accanto al letto del minore, e doveva
infine essere restituito all'OSU insieme a un documento sul quale riportare il numero di giorni in cui effettivamente era stato indossato.
Durante la ricerca, inoltre, genitori e insegnanti hanno compilato questionari e valutazioni.
I genitori sono stati invitati a rispondere a domande riguardanti caratteristiche socio-demografiche e aspetti dell'ambiente domestico: livello
d'istruzione materno e paterno, occupazione di entrambi, reddito familiare, ambiente di apprendimento in casa.
Dovevano, poi, anche riportare eventuali traumi e/o eventi negativi subiti dal figlio (per esempio essere cresciuto con un adulto con problemi
di dipendenza da sostanze, aver subito violenze, ecc.).
Gli insegnanti si sono invece occupati delle valutazioni sul comportamento sociale dei piccoli. A questo proposito, è stato utilizzato
il SSIS-RS - Social Skill Improvement System Rating Scale -, una scala di valutazione che serve per misurare le abilità sociali
e i comportamenti problematici nei minori di età compresa tra 3 e 18 anni.
Analisi e risultati. Di 92 braccialetti, ne sono stati restituiti all'OSU 77. Tra questi, 5 sono stati esclusi dalle analisi per
problemi di non conformità al protocollo (per esempio, in alcuni casi il bambino non aveva indossato il bracciale o lo aveva perso a
scuola, oppure l'oggetto era finito nel bucato). Inoltre, 3 genitori si sono rifiutati di rispondere al questionario. La ricerca, quindi, ha
riguardato effettivamente un campione di 69 bambini con dati completi (su 92 reclutati).
I bracciali sono stati analizzati per 41 sostante ignifughe differenti.
I risultati hanno mostrato come tutti i bambini fossero entrati in contatto con diversi tipi di queste sostanze. Tra loro, i piccoli
che erano stati maggiormente esposti agli OPFRs (ad es. insetticidi, erbicidi) mostravano comportamenti meno responsabili e problemi di
esternalizzazione come aggressività, iperattività/disattenzione, bullismo; quelli esposti a più alti livelli di BDE
(ad es. cellulari, apparecchi elettronici), invece, erano stati valutati dai loro insegnanti come meno assertivi.
Conclusioni. Per i ricercatori i risultati di questa indagine sono importanti in quanto suggeriscono come i ritardanti di fiamma
(sostanze ignifughe) possano avere un effetto unico sullo sviluppo delle abilità sociali dei bambini.
Punto di forza della ricerca è stato per loro proprio l'utilizzo di bracciali in silicone, grazie ai quali hanno potuto valutare
l'esposizione personale dei bambini a varie sostanze tra cui anche i ritardanti a base di organofosfati, finora studiati solo raramente.
I braccialetti, però, sono in grado di catturare le esposizioni solo per un breve periodo (5 giorni) e non possono registrare quelle
da ingestione: ciò costituisce, dunque, uno dei limiti della presente ricerca, in quanto le esposizioni registrate attraverso i
bracciali non riflettono la dose interna, che è invece possibile misurare nel sangue o nelle urine. Per questo, secondo i ricercatori
studi futuri dovrebbero cercare di validare i risultati ottenuti utilizzando misurazioni biologiche di esposizione.
Fonte:
- Shannon T. Lipscomb et al., "Cross-sectional study of social behaviors in preschool children and exposure to flame retardants",
articolo pubblicato su Environmental Health, 09 Marzo 2017
link.springer.com/article/10.1186%2Fs12940-017-0224-6
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