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Crisi di coppia: come aiutiamo i nostri pazienti in pandemia?
L'articolo " Crisi di coppia: come aiutiamo i nostri pazienti in pandemia?", parla di:
- Cause scatenanti della crisi
Individuazione e consapevolezza del problema Il fenomeno del tradimento
Crisi di coppia: come aiutiamo i nostri pazienti in pandemia?
A domanda HT Risponde: 'Crisi di coppia: come aiutiamo i nostri pazienti in pandemia?'
- Crisi di coppia: come aiutiamo i nostri pazienti in pandemia?
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La pandemia mondiale ha cambiato le nostre abitudini di vita e i nostri equilibri relazionali e, in questa fase, sono state numerose le coppie
che hanno lamentato una crisi.
Nella mia esperienza di quest'anno, infatti, molte coppie e individui hanno chiesto una consulenza per la gestione di una crisi di coppia. Chiaramente,
trattandosi appunto della mia esperienza professionale, non ho la pretesa di generalizzare, ma trovo interessante condividere le mie osservazioni.
Le cause scatenanti
Tra le "cause scatenanti" di crisi di coppia ho osservato:
- la distanza in quelle coppie non conviventi con partner domiciliati in comuni diversi;
- l'aumento di vicinanza in quelle coppie abituate a vivere con ampi spazi di libertà. Ad esempio, persone che spesso lavoravano in
trasferta o che per alcuni giorni della settimana vivevano fuori casa che si sono ritrovate a lavorare in Smart Working;
- la difficoltà nella gestione dei figli. In più di un'occasione un genitore ha lamentato il fatto che l'altra persona agiva
comportamenti che denotavano insofferenza verso i figli, sia nel caso che si trattasse di bambini che di adolescenti (ad esempio rimproverarli
più del dovuto o alzare la voce);
- il tempo passato sui social che ha favorito l'innescarsi di storie extra-coniugali a distanza. La cosa interessante è che questa
dinamica ha riguardato per lo più, per quanto ho osservato, coppie di terza età in cui uno dei due partner ha ritrovato, grazie
appunto ai social, vecchi amori legati alla propria vita adolescenziale.
Come individuare con chiarezza il problema relazionale?
Chiaramente, per comprendere com'è fatto un problema, occorre capire a fondo cosa lo abbia scatenato. Qualcuno attribuisce la responsabilità
della crisi proprio al cambio di abitudini dovute alla pandemia.
Pertanto, facciamo bene a esplorare a fondo come in questo anno siano cambiate le cose con domande del tipo:
- Cosa sta accadendo adesso nella coppia che prima non accadeva?
- Come sono cambiate le vostre abitudini?
- Quando si manifesta il problema che portate?
Poiché quando si parla di coppia dobbiamo sempre tenere presente che ciascuna persona avrà la sua visione del problema, è
opportuno porre queste domande alla coppia ma anche ai partner in un momento di colloquio individuale. Questo per rilevare eventuali aspetti
che una persona non si sente serena a dire in presenza del partner (es. relazioni extra coniugali precedenti alla pandemia, insofferenza verso
un membro della famiglia del partner, ecc.).
Tuttavia, in tutte le coppie incontrate e nei singoli che lamentavano una crisi di coppia ho avuto modo di rilevare un altro aspetto molto
importante: i segnali della crisi, o la crisi vera e propria, erano in corso già prima della fase pandemica.
La coppia, però, non sempre ne è consapevole. Questo perché nel "tran tran" quotidiano, fatto di commissioni, doveri e
attività (portare i figli a scuola, lavorare, fare la spesa, andare in palestra, fare riunioni, ecc.), è più facile distogliere
lo sguardo dalla crisi e concentrarsi sul "fare cose". Detto diversamente, i doveri quotidiani non sono altro che meccanismi di evitamento
che hanno la finalità precisa di non guardare verso la crisi. Quando però quella coltre di attività scompare, perché
le restrizioni governative la bloccano, perché qualcuno deve stare in quarantena, perché si inizia a lavorare in Smart Working,
le ferite relazionali è probabile che emergano nitide nella loro crudezza.
Allo stesso modo, le coppie che si reggevano sul "divertimento" (cene, discoteca, amici, weekend fuori, ecc.) si sono trovate a fare i conti
con il "noi al di là di quello che facciamo". Chi sotto la coltre del fare e del divertirsi poteva contare su una connessione relazionale
forte, è riuscito a adattarsi al cambiamento spesso addirittura rafforzandosi come coppia; chi più o meno consapevolmente si
trovava immerso in una crisi di coppia nascosta da mille distrattori, ha dovuto fare i conti con una realtà che comunque, con molta
probabilità, sarebbe uscita fuori anche senza pandemia.
Come facilitiamo la coppia nella presa di consapevolezza del problema?
Questo è il compito importante che abbiamo: facilitare la coppia nel prendere consapevolezza della crisi pre-esistente. Di seguito alcune
domande che possono aiutarci a raggiungere questo obiettivo:
- Prima della pandemia quanto erano frequenti i momenti di condivisione e scambio che non avessero a che fare con le attività quotidiane
o di servizio?
- Prima della pandemia quanto si interessava alle cose che piacevano al/alla suo/sua partner? Quanto si interessava alle cose che lo/la rendevano
felice?
- Prima della pandemia quanto manifestava apertamente stima e affetto all'altra persona?
- Prima della pandemia quanto spesso passavate momenti insieme che non fossero "grandi occasioni" (es. anniversari, compleanni, ecc.)?
- Prima della pandemia quanto eravate soliti parlare delle vostre preoccupazioni e delle vostre soddisfazioni?
- Nella vostra coppia ci sono "nodi" che si trascinano da tempo e con cui vi scontrate? Es. uno dei due partner desidera sposarsi o avere
figli e l'altra persona no; conflitti irrisolti con le famiglie di origine; tradimenti mai superati, ecc.
Aiutare la coppia a costruire la narrazione della crisi in modo completo può favorire una consapevolezza più profonda delle ferite
relazionali su cui lavorare. Pertanto, il lavoro con la coppia potrebbe non centrarsi tanto sugli effetti della pandemia nella relazione, quanto
sulle cause precedenti.
I tradimenti
Parlando degli amori ritrovati e delle relazioni extra coniugali, è fondamentale tenere presente un aspetto: il tradimento è un
fenomeno estremamente complesso. Sebbene noi psicologi siamo abituati a lavorare con la complessità, di fronte a un tradimento possiamo
correre il rischio di scivolare nella pericolosa trappola dualistica del "torto/ragione"; "vittima/carnefice"; "cattivo/poverino". Purtroppo,
la cultura in cui siamo immersi si limita a condannare il tradimento come atto sbagliato che viene commesso da una persona insoddisfatta nella
coppia o addirittura frivola. Le cose sono molto più complesse di così.
Premesso che il tema del tradimento meriterebbe una sezione a parte, credo sia molto importante tenere presente che, nel corso degli anni è
altamente probabile che nella coppia, senza rendersene conto, le persone rinuncino a delle parti di sé. Il fare, la quotidianità, i
doveri, la cultura del sacrificio (che molti si portano dietro da retaggi familiari), a volte i traumi, portano a dare molto spazio alla stabilità
a discapito del desiderio e della creatività. Penso a quel signore ultrasettantenne che, dopo oltre cinquant'anni di matrimonio tra sacrifici,
doveri e rinunce, scopre, incontrando quella vecchia fiamma adolescenziale, che quella parte di sé che desidera e sogna è ancora lì,
sepolta, piena di polvere ma si sta ancora facendo strada. Vale davvero la pena dire addio per sempre a questa parte di sé? Morire senza averla
più espressa?
Penso a quella signora sessantacinquenne che ha scampato il Covid-19 dopo un mese di terapia intensiva e si ritrova a farsi delle fantasie sul suo
vecchio fidanzatino ritrovato per caso. Penso a quel giovane uomo sposato con figli che dopo aver perso la madre per un cancro senza aver avuto la
possibilità di dirle addio (le visite non erano permesse), si ritrova a flirtare con una collega.
Spesso dietro un flirt, dietro un tradimento, si nasconde un forte desiderio di sentirsi vivi, leggeri e recuperare quelle parti di sé che,
senza renderci conto, abbiamo perso di vista.
Non sto giustificando il tradimento, sto solo dicendo che quando ci capita di incontrarlo occorre domandarsi quale parte di sé la persona
è andata a ricercare. Chiaramente possono esserci problemi nella coppia, ma non diamo per scontato che sia sempre così; impariamo
a chiederci a che cosa la persona abbia rinunciato.
Ricordiamoci sempre che stiamo vivendo in una fase storica potenzialmente traumatica e che di fronte al trauma, le persone fanno del loro meglio
per sopravvivere.
Bibliografia
- John Gottman, Julie Schwartz Gottman (2017). Dieci principi per una terapia di coppia efficace. Milano: Raffaello Cortina editore.
- John Gottman, Nan Silver (2013). Intelligenza emotiva per la coppia. Milano: BUR
- Esther Perel (218). Così fan tutti. Ripensare l'infedeltà. Milano: Solferino Libri.
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