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Lo Psicologo ora fa parte dello studio di Medicina generale

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Lo Psicologo ora fa parte dello studio di Medicina generale
Italia. Approvato emendamento, un passaggio importante per la tutela della salute psicologica dei cittadini e per la professione di Psicologo

L'articolo "Lo Psicologo ora fa parte dello studio di Medicina generale" parla di:
  • L'emendamento legislativo del "Decreto Calabria"
  • Dubbi e note polemiche della FIMMG e del Sumai
  • Il parere del Presidente CNOP Fulvio Giardina
Psico-Pratika:
Numero 158 Anno 2019

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A cura di: Redazione - Pubblicato il 01 Luglio 2019

Lo Psicologo ora fa parte dello studio di Medicina generale
Italia. Approvato emendamento, un passaggio importante per la tutela della salute psicologica dei cittadini e per la professione di Psicologo

Italia. La figura dello Psicologo, per legge, è entrata a far parte dello studio del medico di medicina generale, quindi all'interno del sistema delle cure primarie.
A sostenerlo un breve comunicato pubblicato sul sito web del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi il 24 giugno 2019, al termine del quale si rimanda ad un articolo pubblicato lo stesso giorno sulla rivista online Quotidiano Sanità1.

A legittimare la presenza della figura dello Psicologo in questo settore è stata la recente accettazione di un emendamento legislativo riguardante il "Decreto Calabria"*, un provvedimento che, oltre ad occuparsi del servizio sanitario nella regione Calabria, prevede norme valide in tutto il settore a livello nazionale.

Era stato proprio il CNOP a chiedere in fase di conversione del decreto* che fosse sancito un emendamento grazie al quale permettere alla figura dello Psicologo di entrare a far parte dell'équipe di professionisti che collaborano con il medico di medicina generale per le cure primarie. Per raggiungere questo obiettivo, il Consiglio aveva avviato collaborazioni e confronti con istituzioni, rappresentanti sindacali dei medici di base, associazioni che si occupano della tutela dei cittadini, cercando di mettere in evidenza l'importanza del ruolo dello Psicologo per la salute – il benessere fisico e psichico - delle persone.

L'emendamento approvato – che si riferisce all'art. 12 del Decreto "Disposizioni sulla formazione in materia sanitaria e sui medici di medicina generale" e che apporta modifiche al dlgs 502/92* - non solo sostiene la presenza della figura dello Psicologo nel campo delle cure primarie, ma fornisce anche indicazioni per l'Accordo Collettivo Nazionale (ACN) della medicina generale: stabilisce, infatti, che un aumento del numero massimo di assistiti previsti per ogni medico di base può essere decretato dalle singole Regioni solo in caso di modelli organizzativi multi-professionali, ovvero se è prevista la presenza/collaborazione anche di personale infermieristico e dello psicologo.

L'approvazione dell'emendamento e la sua interpretazione, però, starebbero già provocando alcune note polemiche. Tra gli argomenti discussi ci sarebbe per esempio l'effettiva utilità della presenza dello Psicologo nel sistema delle cure primarie, messa in dubbio dalla Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG) e dal Sindacato Unico di Medicina Ambulatoriale Italiana (Sumai Assoprof): secondo il segretario nazionale Fimmg Silvestro Scotti e il segretario generale Sumai Antonio Magi2 sarebbe più utile fare in modo che un medico di famiglia sia affiancato da altre figure professionali, come gli infermieri e quanti si occupano di riabilitazione.

Secondo il Presidente del CNOP Fulvio Giardina3, invece, l'approvazione dell'emendamento rappresenta un importantissimo passaggio per la professione: per la prima volta, infatti, compare la figura dello Psicologo delle cure primarie, quindi viene riconosciuto un nuovo tipo di impiego del mondo della Salute che non si realizza dentro le strutture sanitarie, bensì fuori dalle stesse, in collaborazione con un medico di medicina generale. Ciò fa pensare – continua Giardina – che da ora in avanti tutte quelle patologie croniche che colpiscono 1/3 della popolazione italiana potranno essere gestite anche attraverso l'intervento psicologico.

Note
  1. Saverio Proia, "Lo psicologo 'entra' negli studi dei medici di famiglia. Ecco come interagirà nell'équipe", Quotidianosanita.it, 24 Giugno 2019,
    www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=75173
  2. "Psicologi negli studi dei Mmg. No da Fimmg e Sumai", Quotidianosanita.it, 25 Giugno 2019,
    www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=75226
  3. Fulvio Giardina, dichiarazioni rilasciate in occasione delle celebrazioni per il trentennale della regolamentazione della professione, Roma, 20 Giugno 2019,
    www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=75127
Normativa di riferimento
  • Decreto-Legge 30 aprile 2019 n. 35, "Misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria",
    www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2019;35
  • Senato della Repubblica, Ddl n. 1315 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, recante misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria", approvato il 19 Giugno 2019, bozza provvisoria pubblicata sul sito web del Senato della Repubblica Italiana,
    www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01113833.pdf
  • Senato della Repubblica, "Emendamenti di Commissione relativi al DDL n. 1315", fascicolo completo pubblicato sul sito web del Senato della Repubblica Italiana,
    www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=ListEmendc&leg=18&id=51852
Fonte
  • Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, "Lo psicologo entra negli studi dei medici di famiglia", pubblicato su Psy.it, 24 Giugno 2019,
    www.psy.it/lo-psicologo-entra-negli-studi-dei-medici-di-famiglia.html
Altre letture su HT
Commenti: 8
1 Anna Clemente alle ore 12:29 del 02/07/2019

Che siano i medici di famiglia ad ostacolare la collaborazione dello psicologo nel loro lavoro purtroppo mostra la "torre d'avorio" delle sole diagnosi corporee, per i numeri dei pazienti e i tempi limitati del medico  per parlare con loro. Che si rifletta sull'aumento dell'età media che  vede sempre più anziani bisognosi di essere aiutati a capire cosa succede per il processo di invecchiamento che impattano e che non deve essere considerato un processo involutivo ma "naturalmente" evolutivo,  di cui sono protagonisti anche con problemi fisici.  E la tanto citata prevenzione!?  Montagnier parla di potenzialità vitale fino a  120 anni!!!! Utopie e sogni?

2 Paola alle ore 12:45 del 02/07/2019

Mi chiedo come un passaggio così importante sia passato silenziosamente senza sollevare nessuna contrarietà e senza essere stato messo in rilievo da stampa e media....spero che l'Ordine sia in prima fila nel sostenere i singoli professionisti in questo decisivo momento, organizzando campagne di informazione e collaborazione con i medici.

3 Giovanna alle ore 14:32 del 02/07/2019

La chiusura, l'arroganza e la presunzione di molti medici renderà dura la vita professionale degli psicologi che saranno al loro fianco.

4 Michele Giacinto alle ore 14:57 del 02/07/2019

Rispetto all’ultimo commento (Giovanna ore 14:32 del 02/07/2019) si sarebbe per mille motivi tentati di dire che vale anche il suo rovescio (che proviamo a formulare semplicemente rovesciando matematicamente i termini posti da Giovanna: La chiusura, l'arroganza e la presunzione di molti psicologi renderà dura la vita professionale dei medici che saranno al loro fianco), se non fosse per l’asimmetria che pulsa nel fondo delle due “professioni”, quella del medico e quella dello psicologo. Tale asimmetria è incarnata dall’attribuzione di missione quasi pura all’una (che ne altera il momento professionale puro) e di funzione quasi pura all’altra (che rischia di vedersi schiacciata su di esso). Fino a quando non si discute tale preciso punto il problema non potrà mai essere messo adeguatamente a fuoco, rischiando viceversa di porsi pericolosamente solo sul piano delle rivendicazioni socio-professionali, peraltro leggittime nel loro ordine di problemi. Sì, legittime nel loro ordine, ma insufficienti – bisogna che lo si ammetta tutti (“operatori” e “non”, “specialisti” e “non”, “autorizzati” e “non”) - quando si squaderna l’interno campo dell’assistenza al malato bisognevole di cure inevitabilmente specialistiche/speciali.

 

5 Laura alle ore 15:07 del 02/07/2019

Sono d'accordo con Giovanna. 

6 Giovanna alle ore 15:21 del 02/07/2019

Ho trovato molta arroganza riguardo al proprio ruolo più spesso nei medici....non escludo che possa avvenire anche la cosa inversa. Credo che la nostra divisione culturale delle competenze e delle identità professionali ( una sul corpo e una sulla mente) possa facilitare i conflitti tra le due categorie che hanno comunque a che fare con la persona che non è divisa in tal senso, ma è un'entità unitaria.

7 nunzia alle ore 20:29 del 02/07/2019

Io  ormai  sono  fuori e  lascio spazio  ai  giovani,  ma  mi  chiedo : quali  saranno  i  criteri  di  reclutamento?

8 Anna Vittoria Veraldi alle ore 17:43 del 03/07/2019

Come tutte le novità, la cosa viene vista con scetticismo e diffidenza, ma superato il primo impatto, saranno possibili anche criteri di reclutamento attualmente impensabili. 

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