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Intervista ENPAP: Paolo Franchini

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Intervista ENPAP: Paolo Franchini

Candidato alle elezioni ENPAP 2005

Partecipa nella lista "Noi Psicologi"

Vedi anche:

- Speciale elezioni ENPAP 2005

- Intervista a Emanuele Morozzo della Rocca - partecipa nella "Lista per l'ENPAP"

articolo tratto da psico-pratika - Numero 12 Anno 2005

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Articolo: 'Intervista ENPAP: Paolo Franchini'

Paolo Franchini
INTERVISTA ENPAP: PAOLO FRANCHINI

Paolo Franchini

    Mi chiamo Paolo Franchini, sono laureato in Filosofia a Bologna e laureato in Psicologia a Padova.
    Sono Psicoanalista membro Opifer, ma ho conseguito altre diverse specializzazioni.
    Ho 58 anni e lavoro da 30 anni come Libero professionista a Modena.
    Sono stato Vice presidente nazionale della Societa' italiana di Psicologia Clinica e Psicoterapia. Adesso sono Presidente dell'APPPPER (Associazione per la Professione di Psicologo e Psicoterapeuta dell'Emilia Romagna) che tiene annualmente "La Conferenza Permanente di Psicoterapia Clinica", fondata nel 1996 con Pier Francesco Galli, con sede presso l'Istituto Minguzzi della Provincia di Bologna.
    Sono CTU presso il Tribunale di Modena.
    Oltre la Professione, che ho scelto a tempo pieno rispetto la carriera di docente, il mio interesse riguarda la ricerca e gli studi traversale ai modelli e agli indirizzi sulla Psicoterapia e sulla Professione di Psicologo in generale.
    In questo campo sono stato promotore dell'Accreditamento professionale degli Psicologi.
    Sono stato coinvolto nella vicenda ENPAP dai giovani di Movi-Mente nella prospettiva di un progetto generale sulla nostra Professione.
INTERVISTA

A suo modo di vedere quali sono i problemi principali dell'ENPAP?
Il gruppo dirigente non risulta avere gestito adeguatamente la politica degli investimenti, per altro in un momento molto difficile, e soprattutto non ha informato e mobilitato la categoria per modificare una legislazione della Previdenza che penalizza gravemente gli psicologi.
In base agli studi dell'economista Angelo Marano le prestazioni pensionistiche saranno al massimo il 15% del reddito lavorativo dopo 35 o 40 anni di contribuzione.
Un pensionato di 65 anni si ritroverebbe dopo 35 anni di contribuzione con una pensione annua che non arriva 2.500 euro ALL'ANNO a prezzi correnti, notevolmente inferiore ai minimi pensionistici e all'assegno sociale.
Lo psicologo medio ha un reddito di 1500 Euro MENSILI (3milioni circa di vecchie lire!) e dopo 35 anni di contributi potra' avere di una pensione di circa 200 Euro mensili!

Quale puo' essere la strada per risolverli?
Occorre assolutamente un disegno globale sulla categoria che affronti il problema della Previdenza, coinvolgendo tutte le forze politiche, avendo nel contempo una forte attenzione al problema dell'occupazione che colpisce i Privati e i giovani.
Luca Pezzullo della Facolta' di Padova rileva che oggi abbiamo 48.000 iscritti all'Albo, ed altrettanti studenti di psicologia in formazione.
Nel 2015 avremo circa 80.000 psicologi.
Una cifra pari QUATTRO VOLTE di quella che c'era solo a meta' degli anni '90.
Se il reddito e' basso non solo ne per la dignita' della Professione e si avranno delle pensioni misere.

Cosa vorrebbe fare lei personalmente, una volta eletto, per migliorare la situazione?
Occorre coinvolgere tutte le forze politiche in Parlamento per ottenere una profonda modifica dell'attuale legislazione previdenziale degli Psicologi insieme ad un forte impegno per estendere la presenza degli psicologi nella societa'.
E' necessario informare e sensibilizzare gli iscritti. Solo molto tardi l'attuale classe dirigente ci ha informato della grave situazione pensionistica sulla spinta di un gruppo Movi-Mente promosso dalla collega Daniela Cavallo, nato dalla base in Emilia.
Inoltre occorre dare molta piu' rappresentanza ai Liberi professionisti che sono 42.000 su un totale di 48.000 iscritti all'Ordine e che contano poco a tutti i livelli (Ordine e ENPAP).

A suo avviso, che cosa e' raggiungibile nell'arco di un solo mandato?
E' possibile lavorare per modificare l'attuale struttura pensionistica: ad esempio, gli autonomi pagano il 19% e gli viene computato il 20%.
Gli psicologi pagano il 12% (2% sul lordo e il 10% sul netto), e gli viene computato solo il 10%.
Dunque il sistema di calcolo imposto dal Governo e fondante la nostra Cassa, e' l'elemento cardinale dei nostri scarsi redditi pensionistici, non la poverta' o la "giovinezza" della nostra Cassa, o quanto versiamo.

Ha senso un "voto di schieramento" (se cosi' lo si puo' chiamare) per le elezioni dell'ENPAP?
Personalmente ritengo che le persone valgano certamente di piu' degli schieramenti e questo e' un fattore trasversale alle Liste, ma non si possono nascondere le responsabilita' di chi ha governato l'Ente dalla sua fondazione ad oggi, ovvero la Lista sostenuta dal sindacato dei dipendenti AUPI, che ha delle responsabilita', non ha informato i soci e non colloca la Previdenza in un progetto generale sul serio problema della Professione.

Perche' ha deciso di candidarsi nelle liste Noi Psicologi?
Ho aderito a "Noi Psicologi" per dare una mano ad avviare una Federazione di Professionisti e di Associazioni che aggregano in sede nazionale e sul territorio Liberi professionisti con un disegno unitario per tutta la categoria, senza una volonta' di contrapposizione con il Pubblico.
La nostra Professione oggi sconta un serio problema strutturale: 42000 Psicologi Privati di fatto non contano adeguatamente nell'Ordine e nella Cassa Mutua ed e' indicativo dell'assenza di un'aggregazione autonoma il fatto che i Colleghi che sinora hanno diretto l'ENPAP siano sostenuti dal Sindacato dei dipendenti Pubblici.
Chi lavora prevalentemente come privato non e' rappresentato a sufficienza, ma la responsabilita' e' SOLO nostra.
Occorre dare una svolta con la partecipazione al voto ed e' fondamentale che il Libero professionista voti.

Attualmente ricopre incarichi "politici" all'interno della categoria?
Sono consigliere e coordinatore della Commissione Cultura e Accreditamento e dell'Ordine dell'Emilia-Romagna, membro del Gruppo di lavoro sull'Accreditamento dell'Ordine nazionale.
In questi anni ha preso avvio a partire dall'Emilia la costituzione di una Check-list sull'Accreditamento professionale che rappresenta una sorta di certificazione di qualita', finalizzata avviare le convenzioni con il Pubblico, a tutelarci legalmente e a darci visibilita' sul mercato presso il grande pubblico.
E' in linea con l'attuale politica professionale dell'Europa e concorre seriamente a sviluppare l'occupazione e a dare prestigio al nostro mestiere.

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