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Disturbo post traumatico da stress: il lavoro della psicoeducazione nel lavoro con il trauma
L'articolo " Disturbo post traumatico da stress: il lavoro della psicoeducazione nel lavoro con il trauma" parla di:
- I sintomi del disturbo post traumatico
- L'impatto sui pensieri e la consapevolezza
- Creare una solida alleanza con il paziente
Articolo: 'Disturbo post traumatico da stress: il lavoro della psicoeducazione nel lavoro con il trauma'
INDICE: Disturbo post traumatico da stress: il lavoro della psicoeducazione nel lavoro con il trauma
- Introduzione
- Gli effetti del trauma
- I sintomi del disturbo post traumatico
- Gli effetti del disturbo post traumatico nei pensieri
- L'alleanza nel lavoro con il trauma
- Bibliografia
- Altre letture su HT
Introduzione
Quando le persone vengono a chiederci aiuto, capita che ciò nasca dalle conseguenze di esperienze traumatiche vissute in precedenza
che "non lasciano in pace" il presente dell'individuo.
Le esperienze possono essere di diversa natura ma, quelle che sfociano poi in un disturbo post traumatico da stress, possono spesso avere a
che fare con la messa a rischio dell'incolumità fisica propria e di altri.
Ecco alcuni esempi:
G., 18 anni, durante il giorno viene distratta nello studio da pensieri intrusivi riguardo a un attacco epilettico avuto da sua madre davanti
ai suoi occhi. Tale immagine la disturba anche nei sogni.
C., 44 anni, teme ogni visita medica a seguito dell'esperienza di aver ricevuto diagnosi infauste nel passato; sia lei che la madre sono state
colpite da cancro al seno; C. è sopravvissuta mentre la madre non ce l'ha fatta.
F., 40 anni, non riesce ad avere rapporti sessuali sereni da tutta la vita a seguito di una precedente esperienza di violenza sessuale subita
da parte di uno zio.
Se talvolta le persone possono collegare "razionalmente" il loro sintomo presente all'esperienza traumatica passata, spesso lo fanno senza
conoscere altre informazioni importanti.
Per questo come Psicologi, attraverso la psicoeducazione, possiamo aiutare i nostri clienti a comprendere meglio cosa avviene alla nostra
mente e al nostro corpo a seguito di un trauma. La psicoeducazione consente alle persone di capire meglio ciò che è
successo loro, favorendo la consapevolezza e quindi migliorando le capacità di auto comprensione per passare da uno stato di "so che
il mio sintomo attuale dipende dalla mia esperienza passata ma non so in che modo" a uno stato di: "so che il mio sintomo attuale dipende dalla
mia esperienza passata e ho più chiaro come si sia generato". La psicoeducazione consente quindi di iniziare a riacquisire maggiore
controllo del proprio malessere.
Gli effetti del trauma
Gli esseri umani sono dotati di un sistema innato per fronteggiare gli eventi stressanti. Pensa a quante volte ti capita di vivere eventi
stressanti, fronteggiarli e poi archiviarli nel passato magari anche dimenticandoli in seguito o ricordandoli senza particolare attivazione
emotiva. Ad esempio, un brutto voto preso durante l'infanzia può essere stato molto stressante in quel momento ma essere ricordato con
umore neutro da adulto.
Quando un evento stressante è troppo forte è però possibile che il nostro sistema innato di fronteggiamento dello stress,
non riesca a gestire ciò che sta succedendo con il risultato che l'episodio non viene archiviato del tutto nel passato ma rimangono
dei pezzi che nel presente tornano a farsi vivi. Nel caso di G. questo pezzo era rappresentato dall'immagine della madre che la riportava
immediatamente al ricordo dell'attacco epilettico; nel caso di C. i pezzi erano i camici bianchi e l'odore di disinfettante tipici dell'ospedale
(li aveva percepiti in entrambe le esperienze di malattie); nel caso di C. i pezzi erano rappresentati dalla sensazione di contatto fisico
ravvicinato già vissuta nell'esperienza di violenza sessuale.
Ci sono anche situazioni meno lineari ma altrettanto dolorose.
M., ad esempio, provava un fortissimo stato di stress quando, al lavoro, doveva recarsi nella sala macchine. Il rumore delle macchine le
faceva salire l'ansia e le veniva voglia di fuggire. In seguito, era emerso che M. aveva assistito a un incidente ferroviario in cui un uomo
perse la vita. Di quell'episodio si ricordava bene il rumore sferragliante prima dell'incidente. Quel rumore non era stato archiviato nella
memoria passata ma restava attivo nella memoria e veniva richiamato ogni volta che M. scendeva in sala macchine.
Spesso, per spiegare questi meccanismi si usa la metafora del fiume: un fiume scorre veloce per la sua strada; talvolta trova degli ostacoli
(rami, rocce) ma in genere adatta il suo andamento per andare oltre a questi ostacoli. Tuttavia, se l'ostacolo è troppo grande e
pervasivo, il flusso in alcuni punti si può bloccare. Lo stesso avviene alla nostra mente a seguito di episodi traumatici.
I sintomi del disturbo post traumatico
Per aiutare i nostri clienti a prendere più consapevolezza di cosa accada loro quando l'episodio traumatico viene richiamato,
può essere di aiuto spiegare anche quali sono i sintomi che si manifestano nel momento in cui l'esperienza traumatica viene richiamata
dalla memoria.
Nelle emozioni: ansia, paura, rabbia, disperazione, disprezzo, colpa, vergogna, tristezza.
Nel corpo: mal di testa, confusione, vista offuscata, stanchezza, vertigini, sudorazione, gambe molli, respiro affannato, peso sul petto,
battito accelerato, nausea, vuoto allo stomaco, perdita di appetito, mal di pancia, bocca secca.
Dal punto di vista comportamentale può manifestarsi la voglia di piangere o di scappare oppure l'alterazione delle abitudini
alimentari, dei ritmi del sonno; può esserci perdita di interesse per attività che una volta generavano divertimento. In molti
casi può esserci evitamento delle situazioni associate all'evento (M., ad esempio, evita il più possibile di andare in sala
macchine; C. salta spesso i controlli medici annuali per evitare l'esperienza degli ambulatori medici).
La conoscenza dei sintomi può in qualche modo normalizzare l'esperienza della persona riducendo la preoccupazione per ciò che
gli sta succedendo.
Gli effetti del disturbo post traumatico nei pensieri
Interessante è il modo in cui un'esperienza traumatica impatta sui pensieri. Ho dedicato una sezione a parte perché si tratta
della conseguenza, a mio avviso, meno nota dei traumi ma che invece ha un impatto importante e pervasivo.
Non ci rendiamo conto ma uno degli effetti più devastanti del trauma è che cambia la visione che abbiamo di noi come persone. M.
si percepiva una persona energica e capace di fronteggiare le cose che le succedevano; nell'esperienza dell'incidente ferroviario si è
sentita terribilmente impotente. Quell'idea di sé come persona impotente le è rimasta addosso e appartiene a quei pezzi
di esperienza che il cervello non riesce ad archiviare come momenti passati. Il risultato è che quando M. va in sala macchine, sente
quel rumore che la mette immediatamente in contatto con quell'essere impotente. Questo la porta poi a stare male.
G. durante l'attacco epilettico della madre si è sentita incapace di aiutarla e questa sua idea di persona incapace di aiutare
le è rimasta impressa nella memoria.
F. durante la violenza sessuale si è sentita colpevole e quell'idea di sé viene richiamata ogni volta che entra in contatto
fisico con un uomo.
C. aveva pensato "sto morendo" a seguito della sua diagnosi e "sta morendo" a seguito della diagnosi della madre. Nel caso della madre, la morte
era, oltretutto, sopraggiunta. Ogni volta che andava in ospedale, in modo del tutto automatico, i camici bianchi e il disinfettante richiamavano
"sto morendo".
Io uso spesso la metafora delle lenti; quando viviamo un'esperienza traumatica è come se davanti agli occhi si formasse una lente con
scritto sopra "sono impotente"; "sto morendo"; "sono colpevole" ecc. Non si può tornare indietro e cambiare il passato ma è
importante lavorare sul modo in cui quel passato impatta sul presente.
Questo messaggio è importante perché, talvolta, i clienti non riescono a cogliere l'utilità del tornare sul passato e
possono viverlo come una perdita di tempo. Spiegare invece le conseguenze concrete del passato sul presente è utile per migliorare la
consapevolezza e la motivazione al lavoro psicologico.
L'alleanza nel lavoro con il trauma
Ci sono diverse modalità con cui si può lavorare con il trauma. Spesso è necessario un intervento psicoterapeutico.
L'Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) è un approccio che sta prendendo sempre più campo in tutto il mondo
a seguito delle numerose prove scientifiche. Tuttavia, non è l'unico metodo; gli approcci Cognitivo comportamentali o anche le
correnti che si basano sull'Emotionally Focused Therapy lavorano sul trauma così come altre correnti sui cui è possibile
acquisire competenze.
La cosa importante, indipendentemente dall'approccio che si sceglie di seguire, è creare una solidissima alleanza con il cliente.
Ricordiamoci infatti che di qualunque natura sia il trauma, la persona è andata in allarme e continua a esserlo ogni volta che
quell'allarme viene richiamato. Dice Deb Dana*
che Il trauma è qualsiasi cosa che venga percepita da una persona come ciò che accade "troppo e troppo in fretta" (come
nel caso di esperienze traumatiche improvvise); "troppo e per troppo tempo" (ad esempio nel caso di maltrattamenti familiari ripetuti);
"non abbastanza e per troppo tempo" (ad esempio nel caso di mancanza di affetto e protezione prolungata nei bambini).
Creare un contesto sicuro è quindi una condizione fondamentale.
Bibliografia
- Dosselli L., Gilmozzi R. (2022), Una mappa verso la sicurezza. Guida per professionisti e pazienti per orientarsi nel modo del
trauma
- Deb D. (2001), Esercizi polivagali per la sicurezza e la connessione, Associazione EMDR Italia
- Ledoux J. (1998), Il cervello emotivo. Alle origini delle emozioni, Baldini+Castoldi, Milano
Altre letture su HT
- Alessia Bruno, "Il panico di Jane:
un caso di Disturbo Post Traumatico da Stress", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 96, 2013
- Francesca Emili, "Il
Debriefing psicologico in zone terremotate: un'esperienza diretta", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 71, 2011
- Irene Bellodi, "Terremoto e stress:
conseguenze sulle popolazioni, quali interventi?", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 86, 2012
- Claudia Nissi, "Dall'evento
traumatico al Disturbo Post Traumatico da Stress", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 72, 2012
- Francesca Emili, "Perizia psicologica e valutazione del
danno", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 145, 2018
- Alessandra Strada, "EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing)",
articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 6, 2003
- Luisa Fossati, "Il trauma, l'EMDR e l'Emotionally Focused Therapy
(EFT)", articolo pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 163, 2020
- Daniela Miseo, "Psicologo dell'Emergenza", articolo
pubblicato su HumanTrainer.com, Psico-Pratika n. 102, 2013
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