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Il sogno in Freud e Lacan

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Il sogno in Freud e Lacan
Il linguaggio inconscio dei sogni

L'articolo "Il sogno in Freud e Lacan" parla di:

  • Desiderio inconscio e origine del sogno
  • Contenuto onirico "manifesto" e "censura"
  • Inconscio e struttura del linguaggio, lettura e traduzione
Psico-Pratika:
Numero 38 Anno 2008

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Articolo: 'Il sogno in Freud e Lacan
Il linguaggio inconscio dei sogni'

A cura di: Giuliana Capannelli
    INDICE: Il sogno in Freud e Lacan
  • Introduzione
  • L'interpretazione dei sogni
  • Regole della tecnica interpretativa di Freud
  • Il sogno "raccontato"
  • I meccanismi operativi che producono il sogno
  • Il linguaggio dell'inconscio
  • Note
  • Altre letture su HT
Introduzione

La nascita della Psicoanalisi è datata 1900, anno della pubblicazione del libro di Freud "L'interpretazione dei sogni".
Il 1900 segna dunque non solo l'inizio di un nuovo secolo, ma anche l'inizio di un nuovo modo di concepire il soggetto. Una questione nodale, a fondamento dell'interesse di Freud per il sogno, è che egli scopre che il sogno permette di comprendere i meccanismi inconsci.

Il sogno dice Freud è la «strada maestra che conduce all'inconscio».
Parlare del sogno è quindi parlare della scoperta fondamentale della Psicoanalisi.

"L'interpretazione dei sogni", opera pionieristica e rivoluzionaria, è il primo lavoro sistematico di Freud dopo gli "Studi sull'isteria" ed è il testo in cui Freud "scopre le carte", mostra l'originalità della sua teoria e le basi su cui poggia la sua concezione dell'uomo.

Il sogno, così come il lapsus e il motto di spirito, sono attività comuni a tutti gli uomini, non relegabili nel campo della patologia. L'analisi di queste strutture permette dunque a Freud di formulare una teoria dell'apparato psichico al di là della specificità della nevrosi.

Nel testo troviamo anche l'inaugurazione di concetti fondamentali, quali:

  • il complesso di Edipo,
  • il concetto di rimozione,
  • la lotta tra desiderio e difesa.

Ma anche altri concetti che da allora in avanti sosterranno sempre le sue teorie.

Come Freud arriva a produrre questo lavoro?

L'interpretazione dei sogni

Il sogno è stato sicuramente il materiale clinico che Freud ha avuto a disposizione dopo aver abbandonato l'uso del metodo catartico a favore dell'associazione libera.
I suoi pazienti spontaneamente portavano dei sogni in analisi e Freud li prendeva come "materiale" prodotto dall'inconscio a cui dare un preciso valore all'interno dell'attività psichica del paziente. Egli però procede anche attraverso il metodo autobiografico.

Molti sogni di Freud divengono, nel testo, oggetto di analisi e fonte per mettere in logica i meccanismi del sogno e della sua interpretazione. Questi sogni autobiografici sono frutto del procedimento di autoanalisi che Freud aveva iniziato pochi anni prima, grazie al quale egli procede per controbilanciare le scoperte che gli provengono dalla clinica con i pazienti.

Esempio tra tutti il famoso Sogno dell'iniezione a Irma del 24 luglio 1895, che è il primo sogno che Freud analizza dettagliatamente. Questo sogno verrà poi ripreso nell'opera "L'interpretazione dei sogni" come chiave per interpretare il sogno in quanto realizzazione di un desiderio rimosso.

Un abbozzo alla teoria del sogno lo abbiamo anche in un'opera che Freud ha scritto sempre nel 1985 - anche se pubblicata postuma - che si intitola "Progetto per una psicologia", in cui gli ultimi tre paragrafi del primo capitolo sono dedicati al sogno e sono un'anticipazione dei temi che Freud tratterà nella sua opera maggiore.

I concetti fondamentali che Freud lavorerà in "L'interpretazione dei sogni" e su cui non tornerà più indietro possono essere riassunti in tre punti:

  1. Il sogno è l'appagamento di un desiderio inconscio su cui opera la censura.
  2. La spinta pulsionale del sogno è rappresentata dalla sessualità infantile.
  3. Il sogno è la lingua dell'inconscio e funziona attraverso le leggi che regolano e strutturano il linguaggio stesso.

A segnare uno stacco definitivo con tutta la concezione sul sogno precedente a Freud è l'idea di considerarlo non un mero processo somatico, ma una formazione psichica densa di significato.

Il sogno è dunque della stessa natura delle esperienze psichiche della veglia con la differenza che - invece di parlare per immagini verbali - parla per immagini visive.
Esso rappresenta i pensieri come figure, le idee astratte come immagini concrete.

Regole della tecnica interpretativa di Freud

Le regole della tecnica interpretativa da applicare al sogno sono indicate da Freud su due versanti:

  1. Al sogno va applicato il metodo dell'interpretazione già elaborato per il sintomo e quindi il sogno è analizzabile a partire dalla libera associazione del sognatore stesso e non attraverso un'interpretazione simbolica ricavata dall'uso di significanti comuni.
    Questo significa che il sogno ha un valore individuale e che il lavoro interpretativo è del soggetto.

    «La tecnica che sto per esporre si differenzia da quella antica in un punto essenziale: essa impone il lavoro dell'interpretazione al sognatore stesso, rifiuta di prendere in considerazione, per ogni elemento onirico, quel che viene in mente all'interprete e accetta quel che viene in mente al sognatore».
    (Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere")1

  2. Il sogno non va analizzato nella sua totalità, ma su singoli elementi.
    Il sogno è infatti un conglomerato di formazioni psichiche che vanno scomposte e analizzate in frammenti. Si tratta di un lavoro di decifrazione dei singoli elementi.

    «Un'interpretazione en detail, non en masse - che - concepisce a priori il sogno come qualche cosa di composito, come un conglomerato di formazioni psichiche».
    (Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere")2

Per Freud il sogno è una manifestazione di contenuti psichici rimossi che, attraverso l'interpretazione, possono essere riportati alla luce. Esso è sempre l'espressione di un desiderio rimosso:

«Il sogno è l'appagamento (mascherato) di un desiderio (represso, rimosso)».
(Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere")3

Questo è il motore sottostante a ogni sogno, senza eccezioni, e Freud articola la sua dimostrazione a partire dall'analisi del Sogno dell'iniezione a Irma che presenta nel secondo capitolo del testo. Dai sogni dei bambini ai sogni d'angoscia, Freud dimostra come tutti i sogni, nel loro fondamento, si originano da un desiderio inconscio.

Questo desiderio nel sogno risulta spesso irriconoscibile in quanto opera su di esso una forza psichica opposta che vi esercita una censura, provocando necessariamente una deformazione della sua espressione.

Possiamo così definire il sogno come un messaggio, un messaggio non esplicito ma da decifrare, indice del desiderio inconscio deformato dall'opera della censura.
Il sogno manifesto è ciò che la censura interna del sognatore permette che arrivi alla coscienza.

Abbiamo dunque un "contenuto manifesto" del sogno e un "contenuto latente".
Il contenuto manifesto maschera il vero contenuto del sogno tanto che spesso rimane irriconoscibile a una analisi ingenua. Questa deformazione è messa in atto a opera della "censura".

Ciò che emerge dalle associazioni del sogno riguarda il contenuto onirico latente, laddove il ricordo del sogno tratta invece del contenuto manifesto:

«Contrappongo il sogno, quale mi si presenta nel ricordo, al materiale ad esso corrispondente trovato con l'analisi, e chiamo il primo contenuto onirico manifesto, il secondo (...) contenuto onirico latente».
(Freud S., Il sogno, in "Opere")4

Freud non manca di sottolineare che in ogni modo l'essenza del sogno non sta nel suo contenuto, fosse anche quello più profondo e nascosto, ma nel processo che costituisce il sogno stesso:

«Una volta trovavo straordinariamente difficile abituare i lettori alla distinzione fra contenuto onirico manifesto e pensieri latenti del sogno (... ora...) alcuni di loro si rendono colpevoli di un altro equivoco, al quale sono legati con non minore tenacia. Essi cercano l'essenza del sogno nel contenuto latente e trascurano perciò la differenza esistente tra pensieri latenti del sogno e lavoro onirico».
(Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere")5

È attraverso il "lavoro onirico", cioè quel processo di coagulazione, condensazione, intensificazione, riduzione, ripetizione, che i pensieri del sogno si trasformano in una nuova lingua:

«Il contenuto del sogno è dato per così dire in una scrittura geroglifica, i cui segni vanno tradotti uno per uno nella lingua dei pensieri del sogno. Si cadrebbe evidentemente in errore, se si volesse leggere questi segni secondo il loro valore di immagini, anziché secondo la loro relazione simbolica».
(Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere")6

Oltre che a un geroglifico, Freud assimila il linguaggio del sogno a un rebus, dunque di nuovo a una scrittura che va interpretata e riportata al suo significato originario.

Il sogno "raccontato"

Se il sogno è costituito da immagini, esso viene però ricordato e trasmesso dalle parole, tramite il racconto che ne viene fatto.
L'analisi cioè non si interessa alle immagini visive del sogno, che sono per altro percepibili solo dal sognatore, essa prende invece in conto proprio il suo versante narrativo:

«... l'esperienza stessa è un'esperienza che si dispiega nel campo del linguaggio. Non si dispiega nel mondo della percezione. Quel che mobilizza l'esperienza analitica è la funzione della parola, non è l'esperienza della funzione della visione».
(Miller J.-A., Silet, in "La psicoanalisi")7

Per Freud è chiaro che il sogno raccontato non è del tutto omogeneo a ciò che è stato sognato. Spesso non rimangono che frammenti, alcune cose vengono dimenticate, altre trasformate, altre anche omesse.

Freud suggerisce anzi di soffermarsi proprio sulle dimenticanze, i dettagli, le cose dette en passant. Ciò che conta cioè non è tanto il ricordo fedele del sogno, quanto il "come" viene raccontato, quello che emerge nella parola del sognatore al momento di riportare il sogno in analisi e dalle associazioni che si legano al sogno.

Nel "dire" il sogno è già interpretato dal soggetto.
L'analista, in quanto uditore, in posizione di causa per il soggetto, permette che la catena significante si dispieghi. A questo proposito Freud ci dice che il sogno è una formazione psichica che si inserisce in un contesto transferenziale determinato e non può essere interpretato indipendentemente da tale contesto.

Il sogno è esso stesso segno del transfert. Inutile, dunque, isolare gli elementi simbolici del sogno se non si tiene conto del momento particolare dell'elaborazione del soggetto e del contesto in cui si inseriscono.

L'analista è parte integrante di questo contesto, indipendentemente che sia presente o meno nel sogno del paziente. Come scrive Jaques Lacan nel "Seminario II":

«In un'analisi non interveniamo solo perché interpretiamo il sogno del soggetto - ammesso che lo interpretiamo - ma anche perché, essendo già come analisti nella vita del soggetto, siamo già nel suo sogno».8

La presenza dell'analista nel sogno del paziente è un utile indicatore del transfert e della funzione che l'analista ricopre in quel preciso momento della cura per il soggetto.

I meccanismi operativi che producono il sogno

Quanto al rapporto tra il sogno e la pulsione infantile Freud afferma che il desiderio stesso che provoca il sogno ha origine nella vita infantile, per cui abbiamo la sorpresa di ritrovare nel sogno il bambino che continua a vivere con i suoi impulsi. Oppure il desiderio attuale viene potenziato dai ricordi che risalgono all'infanzia.

Il sogno si lega alle esperienze più recenti, ma non arriva a costituirsi se non abbiamo un desiderio originato dagli elementi della vita infantile:

«Ogni sogno implica nel suo contenuto manifesto un collegamento con un fatto vissuto recente, mentre nel contenuto latente implicherebbe un collegamento con un fatto vissuto più remoto».
(Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere")9

Il sogno restituisce avvenimenti del tutto dimenticati dalla coscienza che concernono le nostre prime esperienze infantili.

Per Freud, dunque, il sogno è un «surrogato, attraverso una traslazione su materiale recente, della scena infantile»10 e il desiderio rappresentato nel sogno si origina da un desiderio infantile.

I meccanismi operativi che producono il sogno così come noi lo ricordiamo sono fondamentalmente di due tipi.
Sigmund Freud li nomina con le parole "condensazione" e "spostamento" che saranno poi tradotte da Jaques Lacan - a partire dalla linguistica di Roman Jakobson - in "metafora" e "metonimia".

Il lavoro di condensazione consiste in una riduzione, una concentrazione dei pensieri che originano il sogno.

Le particolarità del lavoro di condensazione consistono in:

  • scelta degli elementi che compaiono più volte nei pensieri del sogno;
    creazione di nuove unità (persone collettive, formazioni miste);
  • produzione di elementi comuni.

Il lavoro di spostamento comporta invece una modifica dell'intensità psichica dei singoli elementi del sogno.

Lo spostamento interviene in primo luogo per ridurre l'intensità dei desideri che premono per manifestarsi e poi trasformarli. Così elementi essenziali del sogno possono venire trattati come se fossero di poco conto e al loro posto compaiono altri elementi che invece erano di scarso valore.

Altre particolarità del sogno sono che non conosce causalità, né contraddizione, né identità e che non conosce la negazione e rappresenta le persone e i sentimenti attraverso i loro contrari.

Il linguaggio dell'inconscio

Il sogno è dunque una sorta di "linguaggio cifrato" la cui decifrazione è possibile solo a partire dalle significazioni fornite dal paziente. Il sogno, per essere letto, deve essere tradotto proprio come un linguaggio sconosciuto che va letto secondo delle connessioni logiche.

Il sogno, ricorda Freud, è la via regia all'inconscio.
Rintracciare le regole del funzionamento del sogno significa dunque anche comprendere la struttura dell'inconscio.

Il sogno, infatti, non coincide con l'inconscio, ma è una sua formazione, qualcosa cioè che segnala, che dà una "traccia" del funzionamento dell'inconscio stesso.

Come dimostra il sogno, l'inconscio è strutturato secondo le regole del linguaggio.
Lacan afferma che è tutta la struttura del linguaggio che l'esperienza psicoanalitica scopre nell'inconscio.

Ciò che del linguaggio sfugge alla significazione e che rimane come punto di inconoscibile, un resto non interpretabile, è quello che Freud ha riportato sotto il nome di "ombelico del sogno", punto oscuro che "non si lascia sbrogliare".

«Questo è allora l'ombelico del sogno, il punto in cui esso affonda nell'ignoto.
(...) Da un punto più fitto di questo intreccio si leva poi, come il fungo dal suo micelio, il desiderio onirico».
(Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere")11

Lacan indicherà questo resto con una lettera, la lettera (a).
Essa appare come un elemento del linguaggio che non è però significante: è
l'indice del godimento, di quel godimento che già Freud aveva situato al cuore dell'essere umano e che è da lui riassunto come il godimento interdetto della madre.
Si tratta, per Lacan, di quel godimento che è interdetto all'essere che parla.

Note
  1. Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere", vol. 3, Bollati Boringhieri, Torino, 1989, pag. 101
  2. Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere", vol. 3, Bollati Boringhieri, Torino, 1989, pag. 106
  3. Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere", vol. 3, Bollati Boringhieri, Torino, 1989, pag. 154
  4. Freud S., Il sogno, in "Opere", vol. 4, Bollati Boringhieri, Torino, 1989, pag. 12
  5. Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere", vol. 3, Bollati Boringhieri, Torino, 1989, pag. 463
  6. Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere", vol. 3, Bollati Boringhieri, Torino, 1989, pag. 257
  7. Miller J.-A., Silet, in "La psicoanalisi", nr. 23, Astrolabio, Roma, 1998, pag. 147
  8. Lacan J., "Il Seminario. Libro II. L'io nella teoria di Freud e nella tecnica della psicoanalisi", Einaudi, Torino, 1991, pag. 196
  9. Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere", vol. 3, Bollati Boringhieri, Torino, 1989, pag. 205
  10. Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere", vol. 3, Bollati Boringhieri, Torino, 1989, pagg. 498-99
  11. Freud S., L'interpretazione dei sogni, in "Opere", vol. 3, Bollati Boringhieri, Torino, 1989, pag. 480
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