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Gestire le emozioni parlandosi in terza persona USA. Due esperimenti mostrano come il riferirsi a se stessi in terza persona possa essere un modo facile per controllare le proprie emozioni
L'articolo " Gestire le emozioni parlandosi in terza persona" parla di:
- Influenza del monologo interno sull'autocontrollo
- Utilizzo della terza persona al posto del pronome "io"
- Risultati degli esperimenti complementari
A cura di: Redazione - Pubblicato il 04 Settembre 2017 Gestire le emozioni parlandosi in terza persona USA. Due esperimenti mostrano come il riferirsi a se stessi in terza persona possa essere un modo facile per controllare le proprie emozioni
Michigan, USA. Parlare con se stessi utilizzando la terza persona potrebbe essere il modo più facile e immediato per
regolare e controllare le proprie emozioni senza dover sostenere ulteriori sforzi a livello cognitivo.
A ipotizzarlo uno studio pubblicato sulla rivista online Scientific Reports, condotta dai ricercatori della MSU (Michigan State
University) guidati dal Prof. Jason Moser - professore associato di Psicologia presso la MSU e primo autore dello studio - e della
University of Michigan, guidati invece dal Prof. Ethan Kross.
Premesse dello Studio. Come affermano i ricercatori all'interno dello studio, le nostre riflessioni momentanee sono spesso guidate
da una voce interiore. Alcune ricerche precedenti in questo campo hanno dimostrato come il modo in cui si fa riferimento a se stessi durante
questo monologo interno influenzi la propria capacità di autocontrollo. Nello specifico è stato notato come utilizzare il
proprio nome al posto del pronome di prima persona "io" (riferirsi a se stessi pensando per esempio "Jason sta guardando" invece di "Io sto
guardando") aumenti la capacità degli individui di controllare sentimenti, pensieri, comportamenti in situazioni di stress.
Gli studiosi del Michigan hanno voluto verificare se l'utilizzo della terza persona durante questi dialoghi con se stessi possa essere
un modo facile per gestire le proprie emozioni, una forma di controllo emotivo "relativamente sforzata", cioè che non richiede
ulteriori processi di controllo cognitivo. L'ipotesi di partenza è stata che il servirsi della terza persona permetta di ottenere
quella distanza psicologica necessaria per il proprio autocontrollo.
Svolgimento della ricerca. Lo Studio è stato sviluppato attraverso due esperimenti complementari, condotti rispettivamente
dal laboratorio di Psicofisiologia clinica della MSU e dal laboratorio Emotion and Self-Control della University of Michigan.
Durante il primo esperimento, 37 persone hanno visualizzato una serie di immagini, alcune neutre, altre inquietanti. A questa visualizzazione
i partecipanti dovevano reagire riferendosi a se stessi prima in prima persona (per esempio "io sto vedendo") poi in terza (per esempio "Jason
sta vedendo"), mentre le proprie attività cerebrali venivano monitorate dai ricercatori attraverso un elettroencefalogramma.
Con il secondo esperimento, invece, 52 persone sono state invitate a pensare alle proprie esperienze negative servendosi anche in questo
caso della prima e della terza persona. Per monitorare le loro attività cerebrali è stata utilizzata una risonanza magnetica
funzionale.
Risultati della ricerca. I risultati del primo esperimento hanno mostrato come nel momento in cui i partecipanti reagivano alla
visualizzazione delle immagini servendosi della terza persona, le proprie attività cerebrali emotive subivano una rapida riduzione
(diminuivano entro un secondo).
Risultati simili sono stati registrati anche con il secondo esperimento: utilizzando la terza persona, infatti, si verificava una
riduzione delle attività in un'area del cervello coinvolta nell'elaborazione delle esperienze emozionali dolorose, ovvero nella
corteccia prefrontale mediale.
Conclusioni. Per i ricercatori della MSU e della University of Michigan i risultati ottenuti dai due esperimenti sono importanti
in quanto - se confermati da ulteriori ricerche - potrebbero portare a comprendere maggiormente come funziona l'autocontrollo e come sia
possibile aiutare gli individui a regolare le proprie emozioni nella vita di tutti i giorni.
Fonte
- Jason S. Moser et al., "Third-person self-talk facilitates emotion regulation without engaging cognitive control: Converging
evidence from ERP and fMRI", articolo pubblicato su Scientific Reports, 3 Luglio 2017
www.nature.com/articles/s41598-017-04047-3
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