|
HT Psicologia Network
Psicologia-Psicoterapia.it
APL - Psicologi della LombardiaMaster: 'Sessuologia clinica e consulenza di coppia' - Online e Milano Logos - Consulenza e formazione sistemico-relazionaleCorso di formazione per Consulente in Co-parenting Sistemico - Genova e Online ISERDIP - Istituto per lo Studio e la Ricerca sui Disturbi PsichiciCorso: 'Integrazione in Terapia Cognitivo Comportamentale: nuovi approcci' - Milano SIPEA - Società Italiana di Psicologia Educazione e ArtiterapieCorso: 'Test di Rorschach' - Online
PsicoCitta.it
Dott.ssa Angela TurchiPsicologo Psicoterapeuta Riceve a: Sesto Fiorentino (FI) e Firenze Dott.ssa Chiara FerrarioPsicologo Psicoterapeuta Riceve a: Milano Dott. Giancarlo ManciniPsicologo Psicoterapeuta Riceve a: Vairano Patenora (CE), Caserta, Formia (LT), Minturno (LT) e Cassino (FR) Dott.ssa Anna Rita LaiPsicologo Psicoterapeuta Riceve a: Assemini (CA)
|
Le trasformazioni della famiglia: lavori in corso in una società in evoluzione
L'articolo " Le trasformazioni della famiglia:" parla di:
- Caso di Psicoterapia familiare
Sedute e follow-up Ruolo dell'infante
Articolo: 'Le trasformazioni della famiglia: lavori in corso in una società in evoluzione'
INDICE: Le trasformazioni della famiglia:
- Dalla coppia in crisi alla crisi della coppia
- Il caso di Chiara
- Inizio della terapia familiare
- Seconda seduta
- Terza seduta
- Quarta seduta
- Il mio vissuto da psicoterapeuta familiare
- Il follow-up
- Considerazioni conclusive sulle trasformazioni della famiglia
- Considerazioni conclusive sulla psicoterapia con la famiglia di Chiara
Dalla coppia in crisi alla crisi della coppia
Da circa un decennio e mezzo, è cambiata l'organizzazione strutturale della famiglia italiana, sono infatti variati i ruoli
sia quello materno, più impegnato fuori casa rispetto al passato, sia quello paterno, dove l'uomo assolve il suo compito di padre, in
maniera più precoce di quello che accadeva fino agli anni '70 ed '80.
Il padre di oggi, entra in relazione con il bambino ancora prima della sua nascita, partecipando molto spesso ai corsi di preparazione al parto
insieme alla compagna, mentre in passato, il rapporto tra padre e figli iniziava quando il piccolo aveva un'autonomia consolidata.
Ci troviamo pertanto, di fronte a profonde trasformazioni della famiglia e, non solo rispetto alla ridefinizione dei ruoli come abbiamo
accennato, ma anche rispetto alla crisi della coppia.
I matrimoni e le unioni, non sono più per tutta la vita, la durata del rapporto varia di storia in storia e, inoltre, anche il nucleo
familiare non si costituisce più tra madre, padre e figli, ma sempre più frequente è la crescita del bambino con una figura
mono genitoriale o come accade in altri frequenti casi, in famiglie allargate ovvero, ricostituite con nuovi compagni dei genitori e figli
nati dal predente matrimonio.
Anche la Psicoterapia familiare, si è, e si sta costantemente rimodulando in funzione di questi cambiamenti o stravolgimenti
del sistema familiare.
Infatti, se la nostra matrice sistemico-relazionale, prevede un approccio di lavoro, sul trigenerazionale, includendo cioè fino alla
generazione dei nonni, ci troviamo ormai a dover lavorare non solo con e su queste figure "storiche", ma doverne includere anche delle nuove.
Fino ai primi anni dell'attuale secolo, si parlava infatti, ancora di coppie in crisi e di come la stabilità a tutti i costi perseguita
un tempo tra moglie e marito, avesse lasciato spazio alla crisi, crisi profonde, insanabili, più o meno lunghe, a volte concluse con la
riconciliazione tra i partners, altre con la separazione ed il divorzio.
Ad oggi invece, più che con coppie in crisi, lo Psicologo relazionale ha a che fare con una vera e propria crisi della coppia e
dell'identità di relazione.
In questi casi, quando la coppia ha dei figli, chi ne risente di più è logicamente il mondo dell'infanzia.
Il piccolo non ha una personalità strutturata per affrontare vicissitudini imposte dai genitori attraverso le loro problematiche costanti
e quotidiane e, quello che spesso accade, è trovarsi di fronte al sintomo agito dal bambino, come una spia dalla luce rossa che
si accende a segnalare il problema, quale indicatore della disfunzionalità della propria famiglia.
Il caso di Chiara
Ricordo, l'invio da parte di una maestra di scuola materna presso il mio studio di Psicoterapia familiare.
Telefonò segnalando il bisogno di una coppia di genitori di iniziare una Psicoterapia familiare insieme alla loro bambina di 4 anni che
raccontava molte bugie e non aveva un minimo contatto con la realtà se non per trasformarla, sia a scuola come a casa.
Se all'inizio, non ci fu grossa preoccupazione considerato il pensiero magico del bambino in questa età, ovvero il bisogno di manipolare
il mondo reale per sentirsi protagonista e quindi ricontestualizzare il tutto a seconda del proprio gusto, l'allarme della maestra
scattò quando Chiara aveva iniziato ad agire anche comportamenti violenti sia nei confronti dei compagni che degli ambienti.
Ad esempio, nel gioco non era più tranquilla, ma prendeva a calci le seggioline e, a schiaffi le bambole con cui giocava.
Dal confronto tra insegnante e genitori, Chiara si comportava a casa come a scuola e, anche i genitori erano preoccupati per quello che
non gli sembrava più un normale periodo di nervosismo che può attraversare un bambino piccolo come la loro figlioletta.
Inizio della terapia familiare
Dopo un primo colloquio di "accettazione", ovvero di fase anamestica, relativa alla raccolta dati e all'osservazione del nucleo familiare,
convocai in prima seduta la moglie di 43 anni, il marito di 46 e con loro Chiara (unica figlia) e Doddi, il cane dalmata dal quale Chiara non
si separava mai.
La bambina era dolce ed affettuosa con Doddi, aggressiva invece, anche negli sguardi sia nei confronti dei genitori che nei miei.
Chiesi alla coppia di uscire e di mettersi dietro allo specchio unidirezionale (da dove potevano osservare senza essere visti), per rimanere
da sola con Chiara e il suo cane.
Preparai molti colori a spirito e matite colorate che Chiara poteva usare per fare un disegno che poi avremmo commentato insieme e lo avremmo
appeso nella parete dello studio, come avevo premesso a Chiara.
La piccola, disegnò lei e il suo cane, lo sfondo era ricco di colori vivaci, il rosso, il giallo, il verde.
Era un disegno che esprimeva allegria, quella stessa allegria che c'era nella stanza da quando erano usciti genitori.
Seduta sul tappeto di fronte a Chiara, reggevo con le mani il suo disegno, Doddi, era sdraiato vicino alla bambina, in posizione rilassata, con
il muso appoggiato sopra alle zampe anteriori, invece nella prima fase della seduta, camminava per la stanza senza trovare pace, quasi ci fosse
una simbiosi di emozioni tra lui e la sua piccola padroncina.
Rivolgendomi a Chiara le dissi: "questo disegno è molto bello ed è bello vederti tranquilla come sei adesso, ma né
a casa né alla scuola materna sei così come ora. Perché? Pensi che la maestra e i tuoi genitori ti facciano arrabbiare e
la loro vicinanza di agita?"
Chiara, mi rispose: "sono stanca!" si alzò e si riprese dalle mie mani il suo disegno.
Feci rientrare i genitori e chiesi loro di guardarci mentre io e Chiara appendevamo il disegno alla parete.
Chiara iniziò ad urlare: "sono stanca, sono stanca, sono stancaaaaaaa".
Erano urla esasperate e intanto sbatteva violentemente a terra i pennarelli da sopra al tavolinetto.
Seconda seduta
Ci rivedemmo con Chiara e i suoi genitori la settimana successiva, dissi ai genitori che in questa seduta avremmo parlato di loro, loro come
coppia, della loro storia, dalla loro conoscenza ad oggi.
Chiara, non avrebbe dovuto far nulla, soltanto giocare con i giocattoli che erano nella cesta e con Doddi.
Spiegai a Chiara che l'avrei lasciata riposare, facendo quello che voleva, se voleva intervenire poteva farlo, ma se voleva solo giocare andava
bene, non avrei voluto che si stancasse di nuovo e questo glielo dissi direttamente guardandola negli occhi, con un sorriso ed una carezza in
viso.
Fui quindi molto rassicurante e Chiara si prese il suo relax.
I genitori parlarono di loro, dei loro momenti felici e del fallimento economico di tre anni prima dell'azienda dell'uomo che aveva in
società con un'altra persona.
Attualmente, aveva ripreso a lavorare come dipendente, mentre la moglie era un'hostess dell'Alitalia, ma che dalla maternità non era
ancora rientrata, era in aspettativa.
Ad un certo punto i due coniugi, mi chiesero se potevano venire la volta successiva senza portare Chiara.
Prima di rispondere alla loro richiesta mi confrontai con Chiara, chiedendo se dava ai genitori il permesso di tornare la settimana successiva
senza di lei, la sua risposta fu un "si" schietto e diretto.
Terza seduta
Quando la coppia arrivò, la prima cosa che mi dissero fu che Chiara a scuola aveva preso una compagna per i capelli e a casa aveva rotto
diversi soprammobili, scaraventandoli a terra e aveva ammucchiato con le mani i cocci, tanto che si era ferita con della sottile ceramica di un vassoio.
Partimmo proprio da questa parola che la coppia portò in seduta: "i cocci" e, tra loro non mancavano.
Prima che nascesse Chiara la coppia era sposata da due anni e la moglie iniziò una storia extraconiugale della quale il marito venne a conoscenza,
vedendo i cambiamenti della moglie, un pomeriggio la seguì e scopri l'incontro con l'amante.
La passione tra la signora e l'altro uomo era così forte che la relazione non si interruppe neanche con le discussioni in casa e, l'avvenuto
disvelamento alle rispettive famiglie d'origine.
Poi la donna in profonda difficoltà (come raccontò durante questa seduta), pensò che la nascita di un figlio l'avrebbe separata dall'amante
e questa proposta venne accolta positivamente dal marito.
Rimasta incinta di Chiara, la donna interruppe la relazione e rimase tutto congelato fino a 5 mesi fa quando i due si sono risentiti ed
hanno regolarmente ripreso i loro incontri.
Il marito dorme nel soppalco e dice che non esce di casa per non far soffrire Chiara, ma lui, si sente un fallito a 360°, per questo
non sa cosa fare ed ha iniziato a prendere antidepressivi, in cura da 3 mesi da uno Psichiatra.
E sempre da 3, 4 mesi, è iniziata l'irritabilità definiamola così, di Chiara.
Quarta seduta
Venne convocato l'intero nucleo convivente, iniziai la seduta dicendo che dovevo fare loro una comunicazione.
Chiara anche lei si era spontaneamente seduta nella seggiolina al fianco del padre (la mise lei li), pronta ad ascoltare.
Dissi:
"a mio avviso in casa vostra c'è molto caos e tutto questo caos, Chiara non lo accetta e in realtà non lo accettate
neanche voi.
Vostra figlia ha iniziato a dire bugie maggiori di quelle che si dicono alla sua età, perché la realtà che vive non le
piace.
Chiara, ha avuto il coraggio di portarvi in terapia, perché è stanca di essere presa in giro, avete scelto di averla per
risolvere i vostri problemi, ma i vostri problemi sono ancora lì; è questo che genera la sua violenza, scaturisce dalla rabbia
e se questa rabbia non l'avesse espressa anche a scuola, non l'avrebbe aiutata nessuno.
I cocci dei soprammobili è un suo modo di parlarvi dei Vostri cocci, con i quali, lei si ferisce.
Il mio consiglio dunque è, di iniziare a vivere separati, ma in case separate, non chi nel soppalco, chi nella stanza di sempre.
Quando avrete fatto tutto questo mi contatterete e fissiamo un nuovo appuntamento.
Intanto Chiara, grazie della collaborazione"
(mi alzai e feci una carezza sul visino morbido di Chiara).
Il mio vissuto da Psicoterapeuta familiare
Questo caso clinico, lo definisco uno dei miei cavalli di battaglia, in quanto è arrivato un anno dopo la fine delle mia formazione
in Psicoterapia familiare, nel 2005 e poi, aveva come capro espiatorio di un disfunzionamento della coppia genitoriale, un infante,
neanche un adolescente come più spesso accade.
Devo ammettere di aver molto apprezzato la bravura ed il coraggio dell'insegnante di Chiara, mentre da parte mia, ho notato anche a distanza
di tempo, come mi fossi continuata a muovere tappa dopo tappa con altrettanta determinazione e, quando siamo arrivati a fare i conti, con il
problema reale che non erano le bugie e la violenza di Chiara, ho fatto una seduta finale prescrittiva, dando cioè alla famiglia
delle coordinate da dover seguire, scegliendo la presenza di Chiara in seduta, in quanto, vedevo in lei, anche se era una bambina molto piccola,
il mio coterapeuta, rispetto alla terapia con i genitori.
Agii con spontaneità il paradosso, anche se dentro di me c'era molta emozione a farlo.
Per paradosso intendo, che i genitori senza accorgersi trattavano Chiara come un adulto, delegandole la loro unione, ma al contempo la trattavano
come una bambina di 4 anni.
Il problema dunque, nella mia lettura sistemica, ruotava intorno a questo imbroglio, che definii caos.
Chiara infatti, nel disegno aveva raffigurato lei e Doddi, come un'isola felice e, non aveva bisogno né di bugie, né di violenza,
lì in quella seduta, era una bambina di 4 anni e basta, con le sue emozioni, con i suoi vissuti.
Con la separazione fisica dei due coniugi per un periodo, avrebbero liberato Chiara dal pesante fardello a cui si stava opponendo, quello di
reggere l'unione di coppia.
Il follow-up
L'incontro di follow-up ovvero incontro a distanza, di quella che fu comunque una breve Psicoterapia con la famiglia di Chiara, avvenne a
9 mesi dall'ultimo nostro appuntamento.
I due coniugi vivevano rispettivamente: lei in un appartamento libero nella casa dei suoi e, lui, era andato in affitto in un appartamento
di un suo conoscente che gli andava incontro nel prezzo.
Chiara passava il week-end con i genitori che si riunivano a casa loro, mentre il lunedì, martedì e mercoledì, lo passava
con la mamma e il giovedì e venerdì a casa del padre.
Erano stati molto bravi a trovare questa ripartizione, Chiara aveva ritrovato la sua tranquillità e, la mamma aveva di nuovo interrotto
dall'inizio di questo "esperimento" la sua relazione extra.
I due coniugi, avevano deciso di non separasi legalmente ma di andare avanti ancora così, in abitazioni distinte.
L'uomo aveva tolto gli psicofarmaci antidepressivi, erano rimaste 10 gocce di tranquirit al bisogno per prendere sonno la sera.
Considerazioni conclusive sulle trasformazioni della famiglia
E' a mio avviso importante, quando si lavora suoi problemi dell'infanzia, guardare attentamente, il ruolo che l'infante ha nella sua
famiglia di origine e, se giustamente tanto si parla della difesa dei diritti dei minori, il primo diritto che va riconosciuto al bambino,
è la sua infanzia, la sua puerilità come elemento per una crescita sana ed equilibrata.
Quando l'esperto che sia esso l'insegnante o lo Psicologo, si rendono conto che il bambino viene "triangolato" dalla coppia genitoriale,
ovvero messo in mezzo a dinamiche dove viene richiesto al piccolo una sorta di "rovesciamento del piano generazionale", ovvero di svolgere
mansioni funzionali al supporto della coppia genitoriale o di un singolo genitore, ci troviamo di fronte ad un'inversione di funzioni in quanto
è il genitore che si deve prendere cura dei figli piccoli non il contrario.
Questi meccanismi relazionali disfunzionali, se vengono tempestivamente bloccati, consentono al piccolo di riprendersi la strada per una
crescita sana ed equilibrata, senza più soccombere a meccanismi di difesa coercitivi da parte dei genitori.
Nell'attuale epoca sociale, dove le trasformazioni della famiglia coincidono con una mancanza di modelli imitativi da cui prendere spunto
nelle proprie famiglie d'origine, che seguivano appunto un altro script relazionale, finiscono per creare profonde difficoltà di
identificazione, sia nei nuovi ruoli che nelle nuove funzioni del sistema "Famiglia".
Considerazioni conclusive sulla Psicoterapia con la famiglia di Chiara
Questa terapia rientra nel raggruppamento delle Psicoterapie familiari definite da Maurizio Andolfi: "brevi".
Dopo le quattro sedute consecutive, la terapia ha avuto un seguito fuori dal setting terapeutico, attraverso la tempestiva adesione della
famiglia alla prescrizione che le ho dato.
Subito infatti, la coppia si è organizzata per due alloggi distinti nei quali vivere.
La prescrizione, in Psicoterapia familiare, funge come una sorta di ricetta alla quale la famiglia deve attenersi scrupolosamente per
raggiungere gli obiettivi desiderati.
Lasciai alla coppia il compito di ricontattarmi, quando sentivano di aver svolto il compito assegnatogli e, il fatto di non dare io dei
tempi, consentiva il riconoscimento della propria autonomia, sia nella scelta verso il cambiamento, sia nella capacità organizzativa di
contattare la Psicoterapista.
Dopo 9 mesi venni ricontattata, a chiamarmi fu la signora, fissai con la famiglia di Chiara un appuntamento che definii con il nome tecnico di:
follow-up, ovvero un incontro di controllo a distanza di tempo e, lavorammo sulla metafora dei "9 mesi" trascorsi ed effettivamente,
la famiglia aveva partorito qualcosa di molto positivo: la separazione delle abitazioni, la tranquillità ritrovata di Chiara e
sua che non vedeva più l'amante da quando era andata a vivere da sola.
Stabilii con la coppia, che ci saremmo incontrati con tutti e tre loro, ogni 3 mesi per solidificare l'equilibrio e la salute relazionale
raggiunta.
Dopo 1 anno e mezzo, aprile del 2007 il nucleo familiare si è ricompattato nella convivenza e, ad oggi, la coppia, sembra essersi
lasciata alle spalle quel periodo critico vissuto.
Chiara frequenta ormai la quinta elementare ed è una ragazzina volenterosa e serena, coltiva con dedizione la sua passione per la danza
classica.
Cosa ne pensi? Lascia un commento
|
|