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Tesina in Terapia Psicoanalitica: La Riparazione.

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Tesina in Terapia Psicoanalitica: La Riparazione.
Materiale clinico, contributi teorici e nuove prospettive di analisi

scritto da:

Linda Pascucci

- Psicologa

Parla di:
- La Riparazione: il caso di Lucy
- Klein, Winnicott e Crocetti
- La storia di Edipo a Colono

articolo tratto da psico-pratika - Guarda tutti gli articoli

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Tesina in Terapia Psicoanalitica: La Riparazione.
Materiale clinico, contributi teorici e nuove prospettive di analisi

Tesina in Terapia Psicoanalitica: La Riparazione.
Materiale clinico, contributi teorici e nuove prospettive di analisi
2.3 IL CONTRIBUTO DI GUIDO CROCETTI

In una intervista sull'argomento, il Prof. Guido Crocetti sostiene che esiste una riparazione sana e una patologica.
La prima fa riferimento ad un movimento fisiologico dello sviluppo umano.
Essa si caratterizza innanzitutto per il suo stretto legame con il senso di colpa.
Va ulteriormente precisato che per l'autore esiste un senso di colpa sano e fisiologico con il quale ci confrontiamo ogni qualvolta incontriamo un limite, una debolezza, una fragilita' o una caduta per inadeguatezza.

    'Per cui quando un'esperienza, un oggetto, un investimento risulta carenziario o rotto l'essere umano, qualunque essere umano in qualsiasi fase della sua vita, incontra la colpa.
    Subentra il senso di colpa rispetto per esempio ad un risultato o l'incogruita' per una relazione affettiva magari per l'ambivalenza e la non disponibilita' piena a rispondere ai bisogni dell'altro.
    In pratica attivano un senso di colpa tutte le situazioni che hanno a che fare con una frustrazione o con un'attesa o con una disillusione per non parlare delle delusioni'.

Assieme al senso di colpa si attivano contemporaneamente, nel movimento sano, due altri movimenti che sono estremamente importanti per il mantenimento dell'equilibrio dell'essere umano: l'espiazione da una parte e la riparazione dall'altra.

L'espiazione risponde piu' a dei dettami super egoici e quindi ha a che fare con l'esigenza di, in qualche modo, punirsi.
Essa e' in stretta relazione con il valore dell'oggetto rotto.

    'Punirsi dunque espiando, espiando una pena che puo' essere uno spendere qualcosa di se' in modo gratuito per compensare la gratuita' della rottura dell'oggetto.
    Per esempio posso espiare chiedendo all'altro quanto devo dargli o che cosa posso fare per riparare l'offesa fatta o la delusione prodotta'.

    'Va precisato che tanto piu' l'oggetto rotto ha un valore, tanto piu' i movimenti espiativi sono potenti.
    Per esempio un adolescente che sbatte la porta in faccia al padre o alla madre rischia poi di espiare facendosi male seriamente come andando a sbattere con il motorino da qualche parte'.

Tanto piu' l'offesa all'oggetto di riferimento e' grave tanto piu' la rottura e la delusione e' pesante, tanto maggiore e' dunque il movimento espiativo.
Ancora una volta il Prof. Crocetti utilizza degli esempi per chiarire meglio questo processo:

    'se io produco una rottura in un legame affettivo comportandomi male, il movimento espiativo puo' farmi pensare o spingermi verso la rottura di me stesso.
    Se offendo una persona fino a danneggiarla o umiliarla, il movimento espiativo puo' essere equivalente cioe' indurmi a mettermi in situazioni di umiliazione o di annullamento di me come puo' essere la morte'.

Contemporaneamente si mobilita un movimento riparativo e la riparazione e' una funzione dell'Io: attiva l'immaginario, la creativita', le parti piu' sane dell'Io ma anche la sua capacita' di generativita' e di ricreazione dell'oggetto rotto.
E' una funzione egoica e percio' utilizza tutti gli strumenti dell'Io, da quelli della fantasia e della creativita' fino appunto alla creazione/ri-creazione dell'oggetto rotto.

Nella fase di primaria fusione tra madre e bambino e' importante che la madre offra al figlio, attraverso un adattamento inizialmente quasi completo ai suoi bisogni,

    'l'opportunita' di una illusione che il suo seno sia parte del bambino (...) la madre pone il seno reale proprio la' dove il bambino e' pronto a creare, e al momento giusto'.

Questo gli consentira' di viversi una 'creativita' primaria' (illusione - illusione come 'in-ludere': giocare dentro l'esperienza essendone parte) che originera' in lui il senso della propria onnipotenza: 'il seno che nutre e' generato magicamente dal bambino stesso'.

Dice Crocetti al riguardo: 'non e' forse questo il primo movimento verso qualunque atto creativo?'.

Quanto finora esposto e' il movimento sul versante sano.
In proposito si puo' anche considerare quanto sia difficile per l'uomo essere autentico perche', continuamente, egli si trova in questo gioco riparativo ed espiativo rispetto alle cose che succedono:

    'Amiamo e odiamo contemporaneamente la stessa realta' e questo ci rende delle persone difficili da decodificare bene fino in fondo.
    C'e' sempre qualcosa che ci sfugge'.

Ci puo' essere poi un movimento patologico che di solito si verifica quando la riparazione e l'espiazione coincidono, per cui 'quell'essere umano espia riparando e ripara espiando'.
Si sovrappongono pertanto le istanze super egoiche con quelle egoiche ma si tratta di una sovrapposizione che ovviamente annulla e delimita l'uno o l'altro inducendo la persona ad attivare tutta una serie di condotte che poi, nella realta' concreta, si traducono in una rinuncia costante a se': 'Pertanto io per riparare espiando, rinuncio a me'.

Mentre nella riparazione e nell'espiazione sana i movimenti sono movimenti di attivazione delle funzioni super egoica ed egoica, nella riparazione patologica, cioe' quando le due istanze coincidono, il movimento non e' piu' generativo ma diventa un movimento di defraudamento ossia un movimento di svuotamento di se'.
La rinuncia a se stessi che ne consegue si puo' manifestare nell'autoattacco ('non valgo niente, non sono all'altezza di nulla') o in tutte quelle condizioni in cui il soggetto si colloca nella sottomissione o nel ruolo di vittima.

Quanto detto si traduce in terapia nel momento in cui, per esempio,

    'chiediamo al bambino di aiutarci a rimettere a posto e questo e' un movimento espiativo e riparativo.
    Ovviamente la valenza e' piu' quella riparativa.
    Dopo aver giocato insieme si rimette in ordine.
    Rimettere in ordine e' un movimento verso una ricomposizione creativa e ricreativa di uno spazio che e' l'ambiente in cui il bambino esprime se stesso e le parti di se' piu' danneggiate'
.

2.4 ULTERIORI PROSPETTIVE DI ANALISI

Lavori successivi riguardanti la riparazione meritano di essere menzionati.
Tra questi ricordo la classica distinzione tra riparazione vera, riparazione ossessiva e riparazione maniacale che R. D. Hinschelwood descrive, rifacendosi ai lavori Kleiniani:

    - La riparazione maniacale comporta una nota di trionfo sull'oggetto basata su una inversione della relazione di dipendenza bambino-genitore, tesa ad umiliare i genitori e da cui deriva disprezzo e svalutazione dell'oggetto.
    - La riparazione ossessiva mira a placare in modo magico un oggetto cattivo e consiste nella ripetizione coatta di azioni del genere dell'annullamento senza creativita' e senza preoccupazione per l'oggetto.
    - La vera riparazione e' basata sull'amore e il rispetto per l'oggetto e suscita autentiche azioni creative.

Come fa notare Anne Alvarez la distinzione tra vera e falsa riparazione puo' aver portato ad una situazione dove la riparazione maniacale ed ossessiva tendono ad essere viste come difese da, e quindi inferiori a, la vera riparazione.
L'autrice invece ipotizza un continuum dei meccanismi riparatori dalla posizione schizoparanoide alla posizione depressiva: riparazione maniacale ed ossessiva vengono considerate allora come tappe evolutive di un unico processo di sviluppo.

Una questione aperta, che potrebbe rappresentare uno stimolo per approfondire gli studi in questo senso, e' stata sollevata da Gianna Williams Polacco in un lavoro del 1990 (presso la Tavistock Clinic di Londra) riguardante il problema della funzione paterna nella riparazione.

In un articolo intitolato 'E' come dover ricostruire Dresda con il secchiello e la paletta' la Williams Polacco ha presentato due pazienti dei quali ha cercato di mettere in rilievo i conflitti vissuti sulla soglia della posizione depressiva e le difese che li riportavano entrambi ad uno stato mentale primitivo, come tra i maggiori ostacoli all'instaurarsi di processi riparatori.
L'ipotesi di lavoro e' che 'la riparazione autentica' e' sentita come possibile e la disperazione rispetto all'entita' del compito si riduce, quando inizia ad emergere 'l'immagine di un oggetto combinato in cui il paterno non e' solo creativo ma anche riparatorio'.
L'autrice ha tentato di risalire all'origine dell'attribuzione di questo ruolo riparatorio al lavoro dell'oggetto interno.
La Klein in proposito parla nei suoi lavori dell''oggetto buono... percepito come un argine alla distruttivita', quindi un Super Io che da' aiuto' nella riparazione ma che non attua la riparazione, in armonia con quanto sostenuto che i processi riparatori vengono visti come possibili ad opera del paziente e non dei suoi oggetti.
D'altro canto anche Hanna Segal gia' nel 1964 aveva descritto del materiale clinico che metteva in evidenza la funzione riparatrice del padre interno: 'Interpretai che io ero il padre di cui la paziente aveva bisogno per riparare la sua madre interna e rimettere ordine nel suo mondo interno'.
La stessa autrice inoltre aveva sostenuto come il processo di riparazione e' basato sul riconoscimento della realta' psichica e non puo' di conseguenza essere considerato pienamente un meccanismo difensivo, in quanto e' un processo che fa i conti con la realta' interna ed esterna.

3.1 LA STORIA DI EDIPO A COLONO: VERSO LA RIPARAZIONE

Nell'Introduzione al testo 'La riparazione' del 1995, il curatore fa notare come la possibilita' di tollerare il dolore connesso alle proprie azioni aggressive, e di passare dalla colpa alla responsabilita', e' anche il percorso di Edipo.

L'autore ci invita dunque a rileggere la storia di Edipo alla luce di quanto detto sulla riparazione.

    Il giovane Edipo, protagonista dell'Edipo Re, fa un percorso drammatico di conoscenza del proprio passato alla fine del quale si trova sormontato dalla colpa delle proprie azioni ed, espulso da Tebe, comincia il suo infelice girovagare per terre straniere.
    Gli servira' un lunghissimo viaggio nel dolore per arrivare guidato dalla figlia Antigone, sotto le mura di Colono, sobborgo della civilissima Atene, ad affermare a gran voce che l'uomo e' responsabile solo delle azioni che lui ha voluto compiere.

Quest'opera e' un paradigma della verita' profonda, del disvelamento, che chiude benignamente l'infelice vita del figlio di Laio, vincitore della Sfinge, parricida senza saperlo, marito della propria madre e fratello dei propri figli per volere del Fato, senza nulla sospettare.
A nulla varra' per Edipo la perdita del potere e l'accecamento volontario a cui si sottopone per non vedere piu' l'orrore che ha davanti agli occhi:

    il suo tormento sara' eterno, come eterna e' la sfida dell'uomo che cerca se stesso in profondita'.

Sofocle scrive l'Edipo a Colono circa vent'anni dopo la stesura dell'Edipo Re.
Il percorso di ricerca della verita' compiuto dal giovane Edipo e' ben diverso dalla riflessione sulla condizione umana che compie l'Edipo giunto a Colono, ormai vecchio ed in procinto di morire.

E' solo il confronto tra le due opere di Sofocle, cosi' lontane nel tempo, che ci consente di cogliere pienamente la storia di Edipo ed aiutarci a comprendere la complessita' del lavoro di riparazione e come esso sia necessario per una piena consapevolezza di se stessi.

BIBLIOGRAFIA

Cosenza A., Monteleone M., Polacco Williams G., 1995, La riparazione. Storie di bambini alla ricerca di una officina di pensieri, Ed. del Cerro, Pisa.

Crocetti G., Pallaoro G., 2007, Manuale di pratica clinica e teoria della tecnica infanzia, Ed. Armando, Roma.

Crocetti G., 2001, Il bambino nella pioggia. Il significato del disegno infantile nel dialogo terapeutico, Ed. Armando, Roma.

Crocetti G., Agosta R., 2007, Preadolescenza. Il bambino caduto dalle fiabe, Ed. Pendragon, Bologna.

Laplanche J., Pontalis J. B., 1973, Enciclopedia della psicanalisi, Ed. Laterza, Bari.

Klein M., 1929, Situazioni d'angoscia infantile espresse in un'opera musicale e nel racconto di un impeto creativo. In Scritti 1929-1958. Ed. Boringhieri, Torino, 1978.
- 1935, Contributo alla psicogenesi degli stati maniaco-depressivi. Idem.
- 1948, Sulla teoria dell'angoscia e del senso di colpa. Idem.
- 1952, Alcune conclusioni teoriche sulla vita emotiva del bambino nella prima infanzia. Idem.

Rivista Prospettive Psicoanalitiche nel lavoro istituzionale, 'E' come dover ricostruire Dresda con il secchiello e la paletta'. Riflessioni sulla riparazione autentica, Williams Polacco G., 1990, vol. 8, n. 3, Ed. Il pensiero scientifico, Roma.

Rivista Prospettive Psicoanalitiche nel lavoro istituzionale, La dialettica tra aggressivita', riparazione e creativita', Ferraro F., Nunziante Cesaro A.,1990, vol. 8, n. 3, Ed. Il pensiero scientifico, Roma.

Rivista Prospettive Psicoanalitiche nel lavoro istituzionale, Riparazione: alcuni precursori, Alvarez A., 1990, vol. 8, n. 3, Ed. Il pensiero scientifico, Roma.

Rivista Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, Perche' Freud non formulo' il concetto di riparazione? Tra M. Klein e D. Winnicott: il processo della riparazione, Fabozzi P., 1991, vol. 58, pagg. 347-354.

Rivista Richard e Piggle, Melanie Klein: e' davvero nera e piccola nella sua opera, Lussana P., 1999, vol. 7, n. 2.

Rycroft C., 1968, Dizionario critico di psicoanalisi, Ed. Astrolabio, Roma. Trad. it. 1970.

Segal H., 1964, Introduzione all'opera di Melanie Klein, Ed. Martinelli, Firenze. Trad. it. 1975.

Winnicott D. W., 1948, Dalla pediatria alla psicoanalisi, Ed. Martinelli, Firenze. Trad. it. 1975.

Winnicott D. W., 1960, Il bambino deprivato, Ed. Cortina Raffaello, Milano. Trad. it. 1986.

Winnicott D. W., Sulla natura umana, Ed. Cortina Raffaello, Milano. Trad. it. 1989.

Winnicott D. W., 1965, Sviluppo affettivo e ambiente, Ed. Armando, Roma. Trad. it. 1970.

Winnicott D. W., Lettere, a cura di F. Robert Rodman, Ed. Cortina Raffaello, Milano. Trad. it. 1988.



Linda Pascucci

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