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Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino

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Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino
Le angosce dei bambini devono essere pensate

L'articolo "Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino" parla di:

  • La coppia-madre
  • Il trauma cumulativo
  • La fiducia di base
Psico-Pratika:
Numero 54 Anno 2010

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Articolo: 'Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino
Le angosce dei bambini devono essere pensate'

A cura di: Alessandra Naldi
Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino
Le angosce dei bambini devono essere pensate
Tesina gentilmente concessa dal CiPsPsia (Centro Italiano di Psicoterapia Psicoanalitica per l'Infanzia e l'Adolescenza)
IL TRAUMA CUMULATIVO

Masud Khan parla specificamente della funzione della madre come "scudo protettivo" per i bisogni anaclitici del bambino.
La tesi di Khan si concentra sul concetto di trauma cumulativo risultante dalle brecce in tale barriera protettiva che possono verificarsi durante tutto il corso dello sviluppo del bambino.

'Il trauma cumulativo ha le sue origini in quel periodo dello sviluppo in cui il bambino ha bisogno ed usa della madre come scudo protettivo...
Quando queste carenze del ruolo protettivo diventano troppo frequenti e producono sullo psiche-soma del bambino degli urti che questi non ha nessun mezzo per eliminare si costituisce allora un nucleo di reazioni patogene.
Queste a loro volta iniziano un processo di reciproca azione con la madre che e' ben diverso dall'adattamento della madre ai bisogni del bambino'...
tale azione secondo Khan puo' avere diversi effetti fra cui: 'puo' iniziare ad organizzare nel bambino una sensibilita' particolare agli stati d'animo della madre e provocare cosi' uno squilibrio nell'integrazione degli impulsi aggressivi.
Altra conseguenza e' che viene stornata la delusione che accompagna l'inevitabile separazione dalla madre, mentre viene manipolata una falsa unione di tipo identificatorio.
In questo modo, in luogo della delusione e del rimpianto, si instaura un atteggiamento dell'Io pieno di preoccupazione per la madre ed un desiderio eccessivo che la madre si preoccupi a sua volta.'
(Khan M. R. "Lo spazio privato del Se'", Boringhieri, Torino, 1979).

Si puo' parlare di un fallimento dell'ambiente primario di Andrea dove la madre ha chiesto al proprio bambino di esserle 'scudo protettivo' e 'di tenere i propri fantasmi per cui il bambino si ritrova invaso da angosce di morte ingestibili che non sa se sono sue o della madre' (Crocetti G. "Lezioni di teoria della psicodinamica di coppia", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2003).

A questo proposito Crocetti scrive:

    '... il padre ha proprio la funzione di sostenere l'attivita' organizzativa della mente di coppia.
    Alcuni uomini sanno fare questo naturalmente, altri si sottraggono, fuggono, e allora la donna fa comunque riferimento ad un maschile interno, quello che si e' depositato in lei nel rapporto con il proprio padre.
    Quelle donne che non riescono a riemergere dalla depressione post-partum non trovano nessun referente esterno (il proprio compagno) o interno (il proprio padre) capace di tenerle agganciate alla realta'.
    I bambini dunque conoscono e contattano il loro padre nascosto nelle braccia della madre; se presente, attivo e partecipe; un padre senza volto, senza nome, un ombra solida e solidificante se non c'e', se non e' presente, allora diventa un fantasma.
    Il suo compito nella fase iniziale della vita del bambino e' quello di dare alla coppia/madre-bambino possibilita', consistenza e soddisfazione al bisogno fondamentale e primario di affidarsi.
    Dalla realizzazione adeguata di questo bisogno deriva la fiducia di ognuno in se' stesso e piu' profondamente ancora l'autostima'.
    (Crocetti G. "Legami Imperfetti", Armando Editore, Roma, 1997)

Nei colloqui di restituzione con la coppia, il Signor M. si presenta sorridente ed accomodante, contrastano con la sua aria affabile la durezza e l'assertivita' con cui, sporadicamente, esprime opinioni sui principi educativi o su cio' che si dovrebbe fare con Andrea.
In quei momenti sembra perdere completamente la capacita' di considerare l'emotivita' del figlio, assume un tono di voce perentorio ed accompagna con un gesto della mano le sue parole.
Nei primi colloqui l'atteggiamento generale del Signor M. e' comunque caratterizzato dalla richiesta di indicazioni, consigli per il loro non sapere come fare con Andrea e poiche' anche loro hanno bisogno di essere aiutati a capire perche' hanno sicuramente sbagliato.
Nel corso di un colloquio fa un breve accenno all'ereditarieta' dello stimolo ad urinare frequentemente che anche lui, come il figlio accusa dall'infanzia.
Frequentemente la Signora M. esprime il suo malessere per la solitudine, l'incomprensione circa le sue fatiche ed il disaccordo verso la condotta del marito rispetto ai figli.
L'uomo si irrigidisce allora in una postura contratta con il capo stretto nelle spalle che pare mostrare una profonda insicurezza, un disorientamento che evoca l'immagine di un "bambino spaventato", rivolge lo sguardo alla terapeuta e con la voce lievemente incrinata accenna qualche giustificazione.

La fragilita' emotiva dei genitori sembra essere piuttosto evidente; soffermandosi in particolare sulla figura paterna merita attenzione la somiglianza tra Andrea ed il padre nella sintomatologia che riguarda lo stimolo ad urinare frequentemente in situazioni a forte valenza emotiva.

La modalita' compulsiva con cui sembra manifestarsi la necessita' di urinare in situazioni ansiogene di padre e figlio consente di avvicinare il fenomeno all'enuresi infantile cosi' come concettualizzata da Crocetti, che ne definisce il correlato psicodinamico considerando

    'la minzione come una delle modalita' che puo' essere utilizzata per creare un contatto forte con i propri genitali, contatto frequentemente ricercato in soggetti di sesso maschile per "riappropriarsi" di un'identita' di genere sentita come fragile.
    Di norma interviene il gesto della mano (che per i maschi e' socialmente tollerato) che tocca i genitali nella ricerca di una conferma alla propria appartenenza di genere.
    La minzione puo' sostituire il contatto manuale diretto.
    In questo senso l'enuresi e' la conseguenza di un comportamento di regressione ad una condizione di autopunizione mediante il quale il bambino cerca di controllare, fino ad annullare per spostamento, l'ansia, l'angoscia e la tensione.
    E' un comportamento regressivo ad una condizione di autocastigo, una necessita' di punirsi associata al giudizio ed alla condanna legati ad un'angoscia superegoica massiva e diretta.
    La mancanza di controllo che questo sintomo esprime porta con se' l'autosvalutazione e la vergogna della persona che lo presenta.
    Si tratta di una difesa regressiva agita in seguito ad un'angoscia superegoica spesso legata a sentimenti di inferiorita' e di colpa prodotti sul bambino da situazioni di conflitto nella coppia o dei genitori verso il figlio, oppure da un'iperprotezione di una o di entrambe le figure genitoriali (negli atteggiamenti iperprotettivi e' sempre insito un messaggio svalutante).
    In ogni caso si tratta della castrazione di un movimento di affermazione della propria dignita' e potenza che come tale riduce ad un senso di impotenza annullante.
    In questi casi e' importante lavorare molto con i genitori per capire in quali dinamiche relazionali e di coppia e' incastrato il bambino'.
    (Crocetti G. "Lezioni di Psicosomatica", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2003)

La situazione insolita di un colloquio legato alla psicoterapia del figlio puo' essere vissuta dal Signor M. come un contesto giudicante.
Sembra infatti essere attiva una fragilita' dell'Io dovuta alla presenza di un'angoscia superegoica castrante che, evidenziando la mancanza di controllo sulle proprie funzioni fisiologiche, rende manifesta la propria debolezza ed incapacita' ed al contempo attiva una punizione autoindotta.

LA SCELTA DI COPPIA

La persecutorieta' con cui questi genitori vivono i problemi di Andrea ed il contesto sociale da cui si sentono giudicati e rifiutati proprio a causa del loro figlio, le dinamiche relazionali di coppia, le manifestazioni sintomatiche e le comunicazioni del bambino nel contesto terapeutico spingono ad una riflessione circa la scelta di coppia che ha unito queste due persone.

Crocetti ricorda che

    'la scelta di coppia avviene sulla base della intuizione reciproca di ciascuno rispetto all'altro circa la possibilita' che il partner sara' in grado di gratificare, piu' di ogni altro, i propri bisogni e le proprie fragilita' profondi ed infantili; e' una scelta inconscia che ha a che fare con l'esperienza di se' di ciascun individuo'.
    (Crocetti G. "Lezioni di teoria della clinica e tecnica psicoanalitica della coppia", C.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2003).

Nel corso di un colloquio i Signori M. descrivono le rispettive suocere come ansiose ed eccessivamente invadenti nelle vite dei figli, ciascuno dei due giustifica il comportamento del proprio genitore mentre giudica insopportabile il rapporto filiale del coniuge (il riferimento e' soprattutto al numero di telefonate quotidiano: circa tre effettuate dalla madre del Signor M. al figlio e circa quattro dalla madre della Signora M. alla propria figlia).

La Signora M. e' una figlia che non ha mai conosciuto il proprio padre - la madre della signora non ha mai voluto parlarne alla figlia, ed e' stata, negli anni cinquanta, una delle poche ragazze/madri - ma non e' mai stato un problema perche' il nonno ne ha fatto le veci.
Il nonno, un alto ufficiale dell'esercito, e' descritto come una persona severa ed autoritaria per molte cose simile al marito.

Il padre per questa donna e' dunque un fantasma 'senza volto, senza nome, un ombra solida e solidificante' (Crocetti G. "Lezioni di Psicosomatica", c.i.Ps.Ps.i.a., a.a. 2003) un'assenza che porta con se' il rifiuto e "la vergogna" (ricordo che la vergogna, il vergognarsi e' un tema ricorrente nelle descrizioni della coppia soprattutto in relazione al figlio) di una figlia concepita more uxorio quindi certamente non collocata negli spazi del desiderio che danno concretezza all''illusione generativa' (Crocetti G. Legami Imperfetti, Armando Editore, Roma, 1997).

Selma Fraiberg ha parlato di "trasmissione transgenerazionale dei fantasmi genitoriali".
L'autrice ricorda come

    'nella stanza di ogni bambino ci siano dei fantasmi.
    Sono i visitatori del passato non ricordato dei genitori; gli ospiti inattesi al battesimo.
    Nelle situazioni migliori questi visitatori ostili e non invitati, vengono cacciati dalla stanza dei bambini e ritornano alla dimora sotterranea.
    Il bambino fa la sua imperativa richiesta d'amore ai genitori, e proprio come nelle fiabe, i legami d'amore proteggono il bambino ed i genitori dagli intrusi, i fantasmi maligni.
    In altre famiglie possono verificarsi eventi piu' disturbanti nella camera dei bambini causati da intrusi provenienti dal passato.
    Ci sono, sembra, alcuni fantasmi di passaggio che selettivamente si installano nella stanza dei bambini.
    Sembrano far danno secondo un piano storico o tematico, specializzandosi in aree quali l'alimentazione, il sonno, il controllo sfinterico o la disciplina, a seconda della vulnerabilita' del passato dei genitori'.
    (Fraiberg S. "Il sostegno allo sviluppo", Raffaello Cortina, Milano)

Tralasciando altre importanti e significative riflessioni che gli elementi biografici dei genitori di Andrea fanno scaturire pare probabile l'ipotesi di una scelta di coppia in cui le collusioni ed il dissociato riguardano bisogni narcisistici insoddisfatti, deprivazioni, disconferme di Se', vuoti e assenze ai quali e' stata asservita anche "l'illusione generativa".

Nel corso di un colloquio di restituzione del percorso terapeutico, la Signora M., dopo aver espresso tutta la sua angoscia pervasivamente impregnata di rabbia nei confronti degli atteggiamenti del figlio, all'improvviso si scioglie in un pianto rotto da singhiozzi e racconta, aiutata dal marito, come la gravidanza sia stata per loro un periodo drammatico durante il quale frequentemente ed a lungo hanno pensato all'aborto.
Entrambi esprimono poi i loro timori circa il fatto che quei pensieri possano aver danneggiato il bambino.



Leggi la parte 3: La fiducia di base
(Tesina in Terapia Psicoanalitica: I suggerimenti di un bambino Le angosce dei bambini devono essere pensate)

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