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Psicoterapia relazionale: la scultura familiareL'articolo "Psicoterapia relazionale: la scultura familiare" parla di:
Articolo: 'Psicoterapia relazionale: la scultura familiare'A cura di: Claudia Nissi Collaboratore HT
IntroduzioneLa scultura familiare nasce come tecnica terapeutica da utilizzare con le coppie e con le famiglie ed è introdotta dalla psicoterapeuta sistemico-relazionale Virginia Satir nel 1972. In questo articolo presenterò questo strumento e il suo uso in terapia attraverso l'esempio di due famiglie protagoniste di due
film, che svolgeranno la funzione di casi clinici. La scultura familiareLa scultura familiare consiste in una rappresentazione della famiglia o della coppia, in cui si invitano i membri a riprodurre le abituali modalità di interazione reciproca. Nella scultura, infatti, è richiesto ad ogni componente in terapia, una rappresentazione visiva e spaziale della famiglia in base
alla raffigurazione mentale che ogni membro ha della dinamica emotiva e dell'interazione tra loro. Nella stanza della terapia, attraverso la scultura, la persona percepisce sé e gli altri nella relazione familiare, e questo
crea un clima emotivo molto intenso e coinvolgente. "Un segreto tra di noi" e "Arrivederci Professore""Un segreto tra di noi" racconta la storia di una famiglia, alternando il racconto sul presente - momento in cui avviene un tragico incidente d'auto in cui muore la madre del protagonista - a continui flashback sul passato. Michael Taylor è uno scrittore che ha seguito le orme di suo padre Charles. Il rapporto padre-figlio non è mai stato buono poiché il padre si è sempre comportato in modo molto autoritario sia con lui che con la madre Lisa, che è sempre rimasta all'ombra del marito senza essere felice. Nella storia familiare appare anche Jane, sorella di Lisa, che ha vissuto con loro mentre Lisa era incinta della seconda figlia. Charles, interpretato da Willem Dafoe, è un padre preoccupato e preoccupante che blocca e ritarda l'autonomia del figlio
Michael (Ryan Reynolds). Lisa (Julia Roberts) è una madre con un buon rapporto con il figlio, ma incapace di difenderlo dalle punizioni paterne. Non
prendendo le difese del figlio nei confronti del marito, che spesso era violento verbalmente e fisicamente con lui, ha implicitamente accettato
e normalizzato la situazione. Non ha riconosciuto neanche la rabbia del figlio verso il padre, emozione che è rimasta inespressa
fino al momento di diventare un muro nella relazione tra i due. Questa distanza ha reso la madre incapace di essere una figura accudente e
protettiva. Partendo dalla trama del film, possiamo ipotizzare che in "Un segreto tra di noi" la scultura familiare plasmata dal figlio metta
la madre a distanza da lui, magari di spalle, alle prese con qualche faccenda domestica. Il padre (raffigurato con uno sguardo arcigno, con
il sopracciglio alzato) potrebbe essere messo in una posizione di superiorità rispetto al figlio, autore della scultura (ad esempio
in piedi che incombe su di lui). In questo quadro magari l'unica figura che tende la mano al bambino è quella della zia materna. Diversa è la situazione e il comportamento dei genitori in "Arrivederci Professore". Il film racconta la storia del professor Richard Brown, docente universitario, che riceve cattive notizie sul proprio stato di salute: ha un cancro ai polmoni allo stadio avanzato degenerato in metastasi nell'intero organismo; la sua aspettativa di vita è di sei mesi. Richard è devastato dalla notizia, che vorrebbe condividere con sua moglie Veronica e sua figlia Olivia. Quella sera a cena, però, avvengono due cose che fanno desistere Richard dal dare la notizia: la figlia confessa di essere lesbica e di avere una ragazza. La madre Veronica liquida questa confidenza dicendole che sta solo attraversando una fase transitoria della propria vita e la ragazza se ne va, sconvolta dalla mancanza di sostegno da parte della madre. La madre, a sua volta, confessa a Richard, con cui era già in crisi, di avere un amante. Nel film Johnny Depp, padre protagonista, fa una scelta discutibile: quella di andare via lasciando la famiglia, il lavoro e gli
amici, dopo aver scoperto la sua malattia. Prima di questa scelta il protagonista interpreta il ruolo di un padre che, anche se relativamente
presente fisicamente, riesce ad interfacciarsi con la figlia adolescente e a comunicare con lei senza giudicarla. Nel film la logorante relazione tra i coniugi non permette a questi due adulti di affiancarsi nel ruolo genitoriale. Vista l'incapacità dei genitori di avere dei ruoli complementari, la figlia non ha sempre un contenimento emotivo affidabile. I due coniugi, infatti, non hanno un dialogo né una strategia educativa condivisa per la figlia. Agiscono separatamente: la madre d'istinto critica e sminuisce la figlia; il padre in contrapposizione alla freddezza emotiva materna è più comprensivo e capace di essere in sintonia con lei. La scultura familiare della figlia che raffigura questa situazione potrebbe essere quella di una madre con lo sguardo critico in
piedi che punta il dito contro di lei, un padre di spalle che va per la sua strada ma che con la mano sul cuore e con la coda dell'occhio fa
capire alla figlia quanto ci tiene a lei. La figlia potrebbe mettersi in mezzo a loro due in piedi, fiera delle sue scelte, probabilmente di
spalle alla madre vista la difficoltà tra loro di comunicare. ConclusioniAttraverso la scultura familiare il terapeuta sistemico relazionale potrà comprendere "a colpo d'occhio" molto di più di
quanto si potrebbe dire a parole, magari per vergogna o senso di colpa, e lavorare direttamente con il vissuto emotivo e sui nodi della
relazione familiare. Concludendo, l'uso di questa tecnica in terapia può aiutare i membri della famiglia a iniziare a sintonizzarsi con il loro modo di
stare in relazione e le conseguenze emotive che questo comporta. Altre letture su HT
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