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Psicologia per psicologi - La tecnica proiettiva Sceno-test di Gerdhild v. Staabs
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La tecnica proiettiva "Sceno-test" di Gerdhild v. Staabs

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La tecnica proiettiva "Sceno-test" di Gerdhild v. Staabs

L'articolo "La tecnica proiettiva "Sceno-test" di Gerdhild v. Staabs" parla di:

  • Modello teorico di riferimento
  • Descrizione e vantaggi
  • Somministrazione e osservazioni
Psico-Pratika:
Numero 61 Anno 2011

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Articolo: 'La tecnica proiettiva "Sceno-test" di Gerdhild v. Staabs'

A cura di: Brendan
    INDICE: La tecnica proiettiva "Sceno-test" di Gerdhild v. Staabs
  • Sceno-test: Scheda tecnica
  • Modello teorico di riferimento
  • Descrizione
  • Somministrazione
  • Foglio di notazione del test
  • Bibliografia
Sceno-test: Scheda tecnica

Tipologia di test: Test di personalità

Modello teorico di riferimento: Psicoanalisi

Cosa misura:
In soggetti in età evolutiva si ottengono informazioni sul livello di sviluppo.
In adulti si ottengono informazioni sulla struttura del carattere e sulle modalità di comportamento.

Ambiti di utilizzo:
Nella diagnosi e nel trattamento di nevrosi e psicosi.

Il test puo' essere somministrato da:
Psicologi iscritti alla sezione A dell'albo (laurea quinquennale)
Medici specializzati in psicoterapia, psichiatria, psicologia clinica o neuropsichiatria infantile
Docenti universitari e ricercatori (settori M-PSI/01-08)

Destinatari: Adulti, adolescenti o bambini di almeno 3 anni.

Somministrazione:
1 ora circa.
La somministrazione può essere sia individuale, sia collettiva.

Il test si compone di:
- Schede di Registrazione
- Manuale
- Oggetti da manipolare

Autore: Gerhild Von Staabs

Validità: Non sono stati rilevati in letteratura studi tali da stilare un profilo psicometrico standard.

Modello teorico di riferimento

Il test, nella sua costruzione ed interpretazione, si fonda sul concetto psicoanalitico di proiezione, riferito all'attribuzione ad altri di sentimenti, desideri, atteggiamenti propri del soggetto che però non riconosce in se stesso.

Freud è ricorso alla proiezione per render conto di varie manifestazioni della psicologia normale, ad esempio nell'animismo, nella mitologia e nella superstizione e soprattutto di quella patologica, come nella paranoia e nella fobia.
La proiezione trova il suo posto centrale nella concezione freudiana della pulsione, in cui appare come il mezzo di difesa che il soggetto usa inconsciamente per proteggersi e fuggire gli eccitamenti interni troppo intensi e spiacevoli.
Si instaura allora la tendenza a proiettarli fuori, a considerarli cioè come se agissero dall'esterno, per potersene difendere come fossero stimoli della realtà.

In questo senso lo Sceno-test permette di far affiorare gli impulsi inconsci e repressi che stanno dietro la scena costruita e messa in atto.
Lo Psicologo o Psicoterapeuta che abbia ricevuto un training psicoanalitico può porsi di fronte a tale scena come ad un sogno, utilizzando anche i commenti spontanei, i riferimenti personali e le eventuali associazioni del soggetto.

Questa tecnica, dando lo stimolo catartico all'espressione psicodrammatica, si avvicina a quelle di Moreno e Lebovici.

Descrizione

Si tratta di una tecnica proiettiva nata a Berlino, a cavallo tra gli anni '30 e '40: fu l'osservazione del gioco di un bambino di cinque anni, durante una seduta, che suggerì a Gerdhild von Staabs la composizione particolare di questo test.

Originariamente concepito come test diagnostico per bambini ed adolescenti, il suo uso s'è esteso successivamente a soggetti dai tre anni fino all'età avanzata e, oltre che alla valutazione diagnostica, anche alla psicoterapia e alla ricerca.

Il materiale consiste di:

  • sedici piccole bambole/personaggi flessibili, con le articolazioni snodate, rappresentanti figure di bambini ed adulti dei due sessi: nonno e nonna; padre e madre in due tipi diversi di abbigliamento; medico; domestica; scolaro e scolara; bambino e bambina piccoli; gemello e gemella; lattante; principessa
  • pezzi da costruzione di quattro colori: rosso, blu, giallo, verde, di forma quadrata, rettangolare e cilindrica
  • materiale accessorio per completare la scena, costituito da animali e figure, alberi ed aiuole, veicoli, oggetti di uso quotidiano che, per il loro carattere dinamico e simbolico, consentono di dare ai personaggi tratti caratteristici, presentandoli nei vari tipi di situazione ed interazioni reciproci

Anche se questo test risente della sua età, ad esempio nell'abbigliamento dei personaggi, nella mia esperienza ho rilevato che bambini e ragazzi partecipano con piacere e abilità alla costruzione statica e dinamica di questo mondo in miniatura e che vi rivelano facilmente vissuti, emozioni, atteggiamenti.
La flessibilità dei personaggi stimola ad esprimere, attraverso gesti e posizioni, i rapporti affettivi anche in soggetti più inibiti.
Questa tecnica è quindi secondo me ancora efficace nel cogliere la sfera affettivo-emotiva e le relazioni interpersonali, in particolare dell'ambiente familiare.
Nella dimensione ludica è facilitata l'espressione del mondo affettivo-relazionale e delle sue problematiche.
Particolarmente utile è in situazioni in cui, per inibizioni e blocchi, c'è la difficoltà o impossibilità ad usare la comunicazione verbale.
In realtà lo Sceno-test permette la comunicazione immediata, tattile e visiva, dei legami affettivi significativi, costituendo uno stimolo complesso ad una comunicazione in gran parte indipendente dal mezzo verbale.

Ha quindi il vantaggio di permettere l'espressione cinetica dei rapporti intrafamiliari anche a soggetti che non possono utilizzare la forma espressiva del disegno oppure che sono particolarmente sensibili e pieni di difese rispetto ad indagini sulla propria famiglia.

Somministrazione

Aperta la cassetta di legno contenente il materiale, si pone davanti al soggetto il coperchio, la cui superficie interna viene utilizzata come piano di gioco, sempre dal lato più lungo.
La cassetta viene messa sulla destra, con il lato più breve rivolto verso il soggetto.
La suddivisione degli scomparti, dentro la cassetta, gli permette di avere una visuale completa del contenuto, senza che nessun elemento venga messo in particolare rilievo.
Nella valutazione diagnostica di bambini, nessuna persona significativa o anche accompagnatore deve essere presente alla prova.
L'esaminatore o il terapeuta non deve intervenire in forma attiva durante lo svolgimento del gioco.

La consegna è di utilizzare il materiale della cassetta per costruire una scena, narrandone poi la storia.
Generalmente bastano poche parole per dare avvio alla rappresentazione scenica, soprattutto nei bambini più piccoli che trovano la loro naturale espressione nel gioco.
Nei bambini più grandi, negli adolescenti e negli adulti la consegna può essere di rappresentare quel che viene loro in mente con i personaggi ed il materiale della scatola, come se fossero dei registi.

Viene detto anche che devono essere loro ad avvertire quando hanno terminato la costruzione e sono pronti con la scena, altrimenti alcuni bambini potrebbero tendere a continuare il gioco di costruzione.
A questo punto la si osserva insieme, si ascolta il racconto del soggetto, l'interazione dei personaggi.

Alla fine trovo utile fotografare la scena costruita, spesso più di una.

La somministrazione può essere sia individuale che di gruppo.

Nelle coppie questo test fornisce elementi indicativi riguardo le loro problematiche e un confronto degli Sceno-test elaborati separatamente dai partner ne rivela il livello di affinità.

Nei piccoli nuclei familiari è utile per osservare e valutare le modalità di interazione.

Nelle terapie di gruppo i pazienti stanno seduti in semicerchio intorno al terapeuta, ciascuno con la sua cassetta.

Nell'uso terapeutico dello Sceno-test, individuale ma soprattutto di gruppo, è possibile proporre temi che stimolino determinate situazioni o problematiche particolari, per la costruzione di scene singole su tematiche di particolare carica emotiva.
Ad esempio:
"costruire qualcosa che faccia paura"
"costruire qualcosa di piacevole, rassicurante"
"costruire qualcosa di triste"
"ho fatto un sogno"
"sono a scuola"
...
... e tante altre situazioni che ognuno può creare per indagare ed elaborare problematiche specifiche.

Foglio di notazione del test
  • Osservazione dell'atteggiamento verso l'operatore e la nuova situazione
  • Osservazione dell'atteggiamento durante il gioco
  • Osservazione della costruzione globale della scena e dei rapporti fra i personaggi
  • Osservazione della scelta dei personaggi che entrano nella scena, dell'assegnazione dei ruoli e del modo di trattarli durante la rappresentazione
  • Osservazione dell'uso del materiale accessorio
  • Commenti spontanei e osservazioni del soggetto riferiti alla scena

La scena è brevemente descritta sia nel suo aspetto formale che di contenuto, nella sua tematica.
Talvolta gli elementi utilizzati sono pochi, anche se accuratamente scelti; altre volte al contrario tutta la superficie di gioco viene ricoperta di pezzi e personaggi, come nel caso di una bambina con difficoltà ad accettare la nascita del fratellino e che si sentiva "lasciata sola" dalla mamma.
Il suo bisogno di riempire ogni spazio vuoto esprimeva la paura della solitudine.
Un'altra bambina, di quattro anni, con difficoltà del sonno, incubi, ritardo lieve del linguaggio, ha vissuto a pochi mesi gli effetti delle violenze subite in casa dalla madre ed è stata a lungo così vulnerabile e scossa da fare un sobbalzo ad ogni rialzo di voce.
Al primo Sceno-test rappresenta un mondo confuso e pieno di elementi disposti uno addosso all'altro dove domina l'aggressività orale.

Soggetti con difficoltà di contatto spesso usano solo i pezzi da costruzione, poi piano piano gli animali e infine inseriscono qualche personaggio.
Alcuni scelgono e utilizzano vari personaggi ma senza metterli in relazione, ognuno fa qualcosa isolato dall'altro, come ad esempio rappresentò nella sua scena un bambino di 10 anni, commentando a voce che erano "tutti separati".
In realtà stava vivendo la separazione dei suoi genitori e anche le rispettive famiglie d'origine non avevano più contatti.

Per quanto riguarda i personaggi è naturalmente molto importante vedere con quale il soggetto s'identifica.
Significativo è anche quando su certi personaggi il soggetto non si esprime o lo fa malvolentieri.
Conflitti con persone dell'ambiente familiare o scolastico affiorano di solito in forma dinamica indiretta con bombe, scontri di macchine, aggressioni da parte di animali, meno frequentemente in forma diretta, con pugni, calci.

Le paure spesso si manifestano attraverso la costruzione di mura particolarmente massicce oppure di spazi molto recintati.

I bambini che si sentono oppressi dal peso di aspettative e richieste eccessive o esigono troppo da se stessi talvolta si rappresentano come adulti.

Da una ricerca condotta venti anni fa in Francia, in cui è stato utilizzato lo Sceno-test su un campione di bambini tra i sei e i dodici anni, è emerso che i personaggi vengono usati di più dalle bambine che dai bambini ed i più utilizzati sono gli adulti, mentre quelli meno usati sono le bambine.
I bambini più grandi e quelli con rendimento più buono, oltre alle femmine utilizzano meno oggetti.
L'autore, Malandain ipotizza che l'uso d'un maggior numero di oggetti sia da mettere in relazione con una tendenza al gioco piuttosto che alla rappresentazione.
Inoltre è stato rilevato che l'utilizzo dei personaggi simbolici, come angeli e Babbo Natale, è molto più presente in bambini con difficoltà scolastica.
Un terzo dei protocolli contiene un animale e quasi tutti almeno un albero.
Mentre le femmine sono più attente a rappresentare scene all'interno, i maschi si volgono di più all'esplorazione dell'esterno.

Bibliografia
  • Selvini Palazzoli M., "Lo Sceno-test di Gerdhild v. Staabs", Bollettino di Psicologia Applicata, 1964
  • Staabs (von) G., "Lo-Sceno test", traduzione e prefazione di Mara Selvini Palazzoli, Edizioni O.S., Firenze, 1971
  • Malandain C., "Le Scéno-test en phase de latence", Bulletin de Psychologie, tome XLIII, n. 396, 1990
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