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Gli Strumenti PsicodiagnosticiL'articolo "Gli Strumenti Psicodiagnostici" parla di:
Articolo: 'Gli Strumenti Psicodiagnostici'A cura di: Debora Guerra
Strumenti PsicodiagnosticiNell'articolo "Introduzione alla Psicodiagnosi" abbiamo visto che il processo diagnostico si compone di diversi momenti articolati in: raccolta, elaborazione, lettura dei dati e restituzione di quanto rilevato, ed abbiamo compreso che tale processo conoscitivo-valutativo, per la sua realizzazione, si avvale di precipui strumenti. In genere tale processo si articola in 4/5 incontri che indicativamente si articolano nel seguente modo:
Vediamo ora nello specifico quali sono gli strumenti principali di cui dispone il clinico per il compimento di questo processo clinico fondamentale, illustrando di ciascuno le caratteristiche essenziali. ColloquioSenza entrare nello specifico delle diverse tipologie di colloquio e di conduzione degli stessi, mi riferirò alle particolari modalità di colloquio coinvolte nel processo clinico. Colloquio psicodiagnosticoNell'accezione più ristretta del termine si intende "...quel tipo di colloquio che si svolge tra uno psicologo ed una persona, che in questo caso chiameremo paziente, che si rivolga direttamente o venga inviato allo psicologo stesso, per qualche problema o disagio psicologico, riconosciuto dalla persona stessa o da altri..." (A. Lis e coll., 1991, pag. 89). Tale colloquio si compone di una parte anamnestica, nella quale vengono raccolte le informazioni riguardanti la storia di vita del paziente, per le quali possono anche essere eventualmente coinvolti nel processo i familiari, gli amici o colleghi dello stesso. Contempla:
L'anamnesi psicologica e psicopatologica si articola nell'esplorazione dei diversi momenti evolutivi della vita del soggetto quali:
Un colloquio psicodiagnostico ben condotto dovrebbe rispettare quanto più possibile le seguenti finalità:
L'importanza di tale strumento risiede nella possibilità che esso offre di conoscere in maniera diretta la dinamica
relazionale del soggetto esaminato. Colloquio di restituzioneA conclusione del processo diagnostico è indispensabile che il paziente, o l'inviante che ha richiesto la consultazione, vengano
informati in merito alle conclusioni raggiunte e che siano descritte, nel modo più chiaro e comprensibile possibile, le dinamiche di
personalità emerse. OsservazioneConsiste in una forma di raccolta informazioni impiegata allo scopo di pervenire alla conoscenza di un fenomeno preciso. Consta di un complesso insieme di procedure adottate ed articolate sulla base di uno specifico modello esplicativo di riferimento, prevede inoltre una sistematica determinazione di criteri di rilevazione relativi a:
La determinazione dei suddetti criteri è in funzione dell'ambito di applicazione di tale strumento. IntervistaTale strumento è impiegato allo scopo di indagare le caratteristiche psicologiche di una persona attraverso una modalità
dotata di specificità, unità, progressione ed unità tematica. Si articola in una serie di domande poste verbalmente la
cui consequenzialità varia in funzione delle risposte fornite dall'intervistato.
QuestionarioQuesto strumento si differenzia dall'intervista in quando le domande e le risposte sono poste in forma scritta. Si compone di una serie di
domande o affermazioni alle quali la persona risponde scegliendo tra più opzioni, variamente numerose, di risposte predefinite. Test Psicologici o Reattivi PsicodiagnosticiI test psicologici sono strumenti deputati a ottenere campioni esaustivi ed ordinati di specifici aspetti comportamentali, cognitivi, e di personalità all'interno di una situazione standardizzata. Si differenziano dagli strumenti precedentemente descritti in quanto devono essere costruiti in accordo con condizioni minime di replicabilità, sia per individui diversi sia per lo stesso individuo in momenti successivi, ed accuratezza (ovvero attendibilità e validità) quali:
Il loro impiego è volto ad ottenere una valutazione qualitativa e quantitativa del funzionamento psichico, sia nella sua
globalità sia nelle singole parti che lo costituiscono, ed anche per rilevare aspetti stabili di personalità (tratti), dalla
cui lettura, combinata o meno, possa profilarsi una previsione dei comportamenti futuri della persona sottoposta a valutazione testologica. I test psicologici, generalmente, possono essere suddivisi, sulla base di criteri quali il tipo di informazioni che sono in grado di restituire, la caratteristica psicologica che mirano a misurare, l'approccio che li guida, in:
Test di Livello:Questi reattivi hanno una base psicometrica per cui sono volti a misurare aspetti psicologici attraverso l'attribuzione di un punteggio,
forniscono cioè una valutazione quantitativa. Da tali test è possibile rilevare una descrizione di diversi attributi psicologici
(cognitivi, motori, sociali, maturità sociale) presenti a diverse età in un vasto campione della popolazione. Hanno lo scopo di
constatare se la persona, oggetto di esame, presenta o meno determinate caratteristiche riscontrate nella popolazione di riferimento degli
individui della sua stessa età, rilevando il "livello" in cui questa si colloca rispetto alla media dei dati ottenuti dal campione di
riferimento. Test di Sviluppo:Questa classe di reattivi è invece basata su una valutazione qualitativa degli attributi psicologici. L'interpretazione dei risultati
conseguiti alle prove avviene sulla base di un modello teorico di riferimento da cui è originata la costruzione del test stesso. Test di Personalità:Prima di introdurre una breve descrizione degli strumenti impiegati nella valutazione della personalità appare opportuno dare una spiegazione, seppur succinta, di ciò che viene normalmente indicato con il termine personalità. Con Personalità ci si riferisce all'insieme degli aspetti psichici e delle modalità comportamentali che rappresentano
l'essenza delle differenze individuali nella pluralità dei contesti in cui la condotta umana viene a svilupparsi e ad evolversi. Gli strumenti testologici che sono adottati nella valutazione della personalità sono molteplici e tra loro si differenziano sulla base della teoria di riferimento come ad esempio le teorie psicodinamiche, dalle quali sono scaturiti i test proiettivi, e le teorie strutturali, dalle quali sono scaturiti i test obiettivi di personalità.
Tali strumenti si compongono di prove che, pur differenziandosi per il livello di strutturazione dello stimolo, si fondano su un'unica teoria, quella della proiezione. Assunto di tale teoria è che il soggetto posto di fronte ad una situazione poco definita tenderà a definirla e a dotarla di significato sulla base dell'organizzazione della propria vita interiore, il soggetto è quindi stimolato a trasporre esternamente (proiettare), su un oggetto o una persona, le proprie pulsioni. Durante la somministrazione anche le consegne date dal clinico si caratterizzano per la loro vaghezza, in modo tale da favorire nel soggetto l'espressione del suo personale stile percettivo-interpretativo, di attribuzione di significato ed esegetico, derivante dalle proprie caratteristiche di personalità. Le tecniche proiettive possono essere suddivise in:
Tali tecniche constano di strumenti testologici la cui realizzazione si fonda sull'analisi fattoriale di dati empirici raccolti e analizzati sulla base di un determinato modello scientifico di riferimento come ad esempio quello psicometrico o quello cognitivo o quello comportamentale. Tra i test che rientrano in tali tecniche si annoverano i questionari di personalità (auto ed etero-somministrati) e le scale psicopatologiche, Rating Scales, le quali possono essere monofasiche o multifasiche a seconda che indaghino uno specifico aspetto patologico della personalità o più aspetti congiuntamente. Tali scale si differenziano inoltre in quelle volte a rilevare la presenza di uno specifico disturbo e quelle volte a valutare la gravità di un dato disturbo. Tra le Rating Scales citiamo, ad esempio la Beck Depression Inventory per la valutazione della presenza di sintomi depressivi, o la STAI (State - Trait Anxiety Inventory) per la valutazione dell'ansia di stato e di tratto.; la Stress Symptom Rating Scale per la valutazione quantitativa dello stress. Tra i questionari più diffusi si ricordano l'MMPI-2 (Minnesota Multiphasic Personality Inventory), l'MMPI-A (Minnesota Multiphasic Personality Inventory - Adolescent); MCMI III (Millon Clinical Multiaxial Inventory), il BFQ (Big Five Questionnaire); la batteria C.B.A-2.0 (Cognitive Behavioural Assessment). Test NeuropsicologiciLa valutazione neuropsicologica viene impiegata laddove si sospetti la presenza di un deficit cognitivo su base organica imputabile per esempio ad una lesione cerebrale (post-traumatica o post-ictus o da asportazione chirurgica), o ad una disfunzione di origine genetica o peri-post parto, o ancora imputabile ad un deterioramento cognitivo di tipo dementigeno, di vario tipo senile, metabolico, endocrino, infettivo, tumorale, da intossicazione, da malattie degenerative, vascolare. Lo scopo principale è dunque quello di rilevare la presenza e la gravità di disfunzioni cognitive e le relative implicazioni di tipo psicologico e comportamentale derivanti da patologie a carico del SNC al fine di poter profilare un programma riabilitativo specifico. Attraverso una valutazione neuropsicologica possono essere rilevate la presenza e l'entità di disturbi quali quelli del linguaggio (scritto e parlato), del movimento (aprassie), dell'attenzione, della memoria, del sonno e patologie neurologiche quali ad esempio le demenze. Tra i test neuropsicologici citiamo ad esempio:
Ambiti di ApplicazioneGli strumenti testologici fin qui presentati vengono applicati in diversi ambiti con precipue finalità di impiego. Ambito Clinico/PsicopatologicoQuesto rappresenta senz'altro l'ambito di elezione di applicazione testologica.
Ambito EducativoIl tale ambito gli strumenti testologici sono impiegati al fine di valutare e comprendere le difficoltà di apprendimento manifestate
dallo studente che sia portatore di disabilità o meno. Ambito Orientamento e SelezioneIn tali ambiti gli strumenti testologici vengono utilizzati per rilevare gli interessi, le attitudini, le competenze e le abilità
dei soggetti per pervenire ad una identificazione di quella che è la loro propensione, sia in campo scolastico che professionale, con
l'intento di poterli coadiuvare nell'orientamento della scelta che dovranno compiere. Ambito GiuridicoNei contesti giuridici lo psicologo può essere chiamato, in qualità di esperto, a fornire una valutazione psicologica di uno
o più soggetti sia in campo penale sia in campo civile.
Gli strumenti testologici utilizzati in tale ambito sono essenzialmente quelli presentati, ma il loro impiego è qui circostanziato all'ambito giuridico, ovvero vi è una modalità di porsi in relazione con la persona sottoposta a valutazione nettamente diversa da quella che si realizza nel corso di una valutazione psicologica in ambito clinico. Il referente finale infatti non è il soggetto stesso della valutazione ma l'autorità giudiziaria o l'avvocato che ha nominato l'esperto psicologo. Ambito di Ricerca clinicaQuesto è l'ambito con maggior rilevanza teorica. Di fatti gli strumenti testologici sono qui impiegati sia per gli studi di validazione e taratura sia per gli approfondimenti relativi a processi psicologici e psicopatologici. In entrambe le situazioni l'attenzione è posta sulla raccolta dati, realizzata su campioni sufficientemente grandi e rappresentativi, con lo scopo di ricavarne inferenze estendibili a tutta la popolazione. Le Dinamiche all'interno del Processo Psicodiagnostico e Buona Prassi di Somministrazione.Il processo psicodiagnostico ricopre un ruolo cruciale nel lavoro clinico nei suoi aspetti di diagnosi, appunto, prognosi e indicazione trattamentale, e anche negli altri ambiti, e sarebbe opportuno approcciarsi ad esso con assoluta cautela e una buona dose di umiltà. La cautela va assunta sia in fase di applicazione degli strumenti (dal colloquio ai test) sia in fase di lettura ed attribuzione di senso a quanto emerso e rilevato dall'impiego degli stessi. La cautela principale è relativa all'aspetto relazione della situazione di valutazione in cui sono coinvolti un clinico professionista, deputato a valutare, e una persona oggetto di valutazione. Il clinico deve possedere buone doti di competenza tecnica dello strumento che va ad utilizzare ma soprattutto deve essere consapevole delle
dinamiche che una situazione di questo tipo può suscitare ed innescare sia nel valutato (acquiescenza vs ribellione, timore di essere
giudicato) che nel valutante (ad esempio ansia da prestazione vs onnipotenza), deve possedere buone competenze relazionali. Momenti fondamentali si rivelano quindi essere, anche a tutela dei risultati dello strumento stesso, l'accoglienza della persona, la
presentazione del lavoro che si andrà a svolgere insieme e la sottolineatura che tale processo non è giudicante ma ha funzione
di valutazione, anche e soprattutto nel rispetto dell'interesse della persona stessa. Il clinico deve essere quindi in grado di profilare un contorno di senso che sia in grado di comunicare alla persona il giusto e rassicurante
significato, se ve n'è la necessità, del percorso che stanno intraprendendo. Lo strumento deve essere scelto sulla base delle esigenze diagnostiche e non sulla base delle "sole" conoscenze del clinico, non deve essere la persona ad adattarsi alle nostre conoscenze ma siamo noi che sulla base di queste dobbiamo valutare l'opportunità o meno di intraprendere un percorso diagnostico o somministrare un test in considerazione del rispetto delle esigenze della persona che deve essere valutata. Nel momento della restituzione la condivisione dei risultati non deve essere comunicata come una sentenza inappellabile, anche in presenza di
casi gravi occorre rilevare e sottolineare quelli che sono gli aspetti preservati e le risorse del soggetto. Venendo all'umiltà del clinico, essa è da intendersi come una valutazione il più obiettiva possibile delle
proprie competenze tecniche. Laddove, soprattutto agli inizi della professione, si ravvisino lacune è importante attivarsi per riempirle
attraverso una supervisione, un confronto tra colleghi. Le discussioni sui risultati e la procedura di somministrazione o lettura dei dati
emersi sono un ottimo momento formativo, una formazione specifica che, in linea di massima indipendentemente dall'esperienza, andrebbe mantenuta
costantemente aggiornata. Anche il colloquio, che è lo strumento principe dello psicologo, in assenza di una comprovata e ricca esperienza, può essere
di difficile impiego alla luce delle quantità di informazioni che possiamo ricavare nel corso di qualche incontro. Il processo diagnostico perché sia eticamente corretto e i risultati emersi si avvicinino quanto più possibile a una visione veritiera della persona oggetto di valutazione dovrebbe realizzarsi in accordo con i seguenti criteri:
Concludendo il panorama degli strumenti psicodiagnostici è estremamente ricco e variegato e ad eccezione del colloquio, che deve
essere conosciuto da tutti gli psicologi, non possiamo conoscerli tutti o saperli usare tutti. La scelta più sensata e rispettosa e
quella di avere una panoramica generale degli stessi e individuati ad esempio i test che maggiormente ci interessano approfondire il loro
studio ed affinare la nostra capacità di somministrazione degli stessi. Commenti: 41 Sara Iacoponi alle ore 15:23 del 06/05/2014 il vostro articolo mi è stato molto utile...vorrei inoltre chiedere il vostro aiuto per una questione che mi sta a cuore: sto cercando una scala di valutazionesu come l'adolescente si rappresenta il rapporto di coppia dei propri genitori...purtroppo ancora non sono riuscita a trovarla...potete aiutarmi per favore?vi ringrazio moltissimo Sara 2 nearco ferrara alle ore 15:07 del 31/05/2014 eccellente esposizione. chiara, schematica e completa. complimenti.Mi è stata molto utile. dott.nearco ferrara. medico. 31/05/2014 3 BEATRICE alle ore 18:06 del 08/08/2014 ci voleva tanto! sto girando da ore su internet, appunti DI EMERITI PROFESSORI DELLA FACOLTA' DI PSCIOLOGIA, SLIDES E QUANT'ALTRO ma nessuno rispondeva in modo chiaro alla domanda TEST O QUESTIONARIO??? quale differenza???? grazie evviva la chiarezza 4 Giuseppe alle ore 11:34 del 19/11/2021 Buongiorno, io sono in procinto di una CTU e CTP, riferimento capacità genitoriale e affido dei figli. La mia domanda è, la mia ex moglie ha avuto già dei problemi psicologici e con terapie che non ha mai concluso, creando dei danni in famiglia avendo anche dei procedimenti penali in corso per lesioni. in questo caso la CTU su questa situazione e anche documentata cosa fara?. Grazie Cosa ne pensi? Lascia un commento
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