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Canada. Il bullismo lascia una traccia indelebile sul DNA Ricerche condotte sui gemelli rivelano un'alterazione del gene SERT sulle vittime del bullismo e una maggior vulnerabilità rispetto ai disturbi dell'umore
L'articolo " Canada. Il bullismo lascia una traccia indelebile sul DNA" parla di:
- Ricerca sugli effetti del Bullismo su gemelli omozigoti
- Riscontrata minor efficienza di Serotonina e Cortisolo
- Possibile correlazione fra vittimizzazione e disturbi psicologici
A cura di: Redazione - Pubblicato il 6 febbraio 2013
Canada. Il bullismo lascia una traccia indelebile sul DNA Ricerche condotte sui gemelli rivelano un'alterazione del gene SERT sulle vittime del bullismo e una maggior vulnerabilità rispetto ai disturbi dell'umore
La ricercatrice Isabelle Ouellett-Morin del Centre for Studies on Human Stress (CSHS), dell'Università di Montreal
e dell'Ospedale di Louis H. LaFontaine, ha constatato che le esperienze traumatiche vissute durante l'infanzia producono
cambiamenti persistenti nell'area Ipotalamo-Ipofisi-Surrene e nei siti Citosino-Fosfato-Guanina [metilazione del DNA], e precisamente
nella struttura chimica del gene SERT che trasporta la Serotonina.
La ricerca è stata condotta su 28 coppie di gemelli omozigoti, con uguale DNA ma esperienze differenti. Le vittime
del bullismo mostravano una evidente variazione della struttura del gene SERT e una minore efficienza degli effetti della Serotonina
(Neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell'umore) rispetto ai loro gemelli.
Si riscontrava inoltre una evidente riduzione nella produzione del Cortisolo (detto Ormone dello stress).
La Ouellett-Morin dimostrerebbe così che il nostro repertorio genetico non è immutabile e che i fattori socio-ambientali
possono modificare il DNA e il funzionamento dei geni.
Le vittime del bullismo - in particolare - sarebbero potenzialmente più predisposte a sviluppare un disturbo dell'umore
e hanno una minore risposta alle situazioni di stress.
«Abbiamo inoltre costatato - aggiunge la Ouellett-Morin - che meno le vittime secernono cortisolo più problemi
hanno nelle loro interazioni sociali»
(*).
La ricerca - iniziata nel 1994 e pubblicata su "Psychological Medicine" - è ancora in atto, allo scopo di verificare se le
vittime hanno effettivamente sviluppato un disturbo dell'umore in età adulta e se le esperienze di vittimizzazione possono predisporre
- oltre ai problemi sociali - anche a condotte aggressive. La Ouellett-Morin infatti presuppone ci possa essere una stretta relazione fra
esperienze di violenza subita e fenomeni di violenza agìta
(*).
«Sto per studiare - ha dichiarato di recente - giovani adulti fra i 18 e i 25 anni di età per verificare se
l'aggressività può essere associata alla vittimizzazione.
Ma non ho ancora la risposta».
In particolare il suo studio si concentra sui casi di una «nuova realtà spaventosa» che vede
«individui disturbati aprire il fuoco in spazi pubblici o altri atti di violenza»
(*).
In un'altra ricerca, condotta sempre dalla Ouellett-Morin all'Istituto Psichiatrico di Londra, si è dimostrato come le vittime di fenomeni
come il bullismo e il mobbing abbiano più problemi comportamentali e psicologici - disordini alimentari, abuso di alcool etc. - e siano
più soggette ad assumere antidepressivi, tranquillanti o sonniferi
(*).
Nonostante le discussioni sul fenomeno e l'evoluzione normativa per arginarlo, la Ouellett-Morin afferma che i provvedimenti presi sono ancora
insufficienti, soprattutto davanti al dilagare del cyber-bullismo, quindi esorta: «... dobbiamo porre maggiore attenzione,
non solo sulle conseguenze a breve termine, ma anche agli effetti a lungo termine che le vittime possono riportare nella loro vita, che
possono essere associati a una maggiore vulnerabilità rispetto a problemi fisiologici e psicologici.
Questo significa che dobbiamo assicurarci di avere preso tutte le misure necessarie per minimizzare la diffusione di questa vittimizzazione, che
dobbiamo aiutarle e fornire le risorse necessarie»
(*).
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