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L'apprendimento della lingua inizia in utero

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L'apprendimento della lingua inizia in utero
Uno studio congiunto americano-svedese mostra per la prima volta come l'apprendimento della lingua avvenga dieci settimane prima della nascita

L'articolo "L'apprendimento della lingua inizia in utero" parla di:

  • Indagine sull'esperienza precoce del linguaggio
  • Capacità di percezione e memorizzazione del feto
  • Nuove indicazioni per la ricerca sull'apprendimento
Psico-Pratika:
Numero 109 Anno 2014

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A cura di: Redazione - Pubblicato il 2 settembre 2014

L'apprendimento della lingua inizia in utero
Uno studio congiunto americano-svedese mostra per la prima volta come l'apprendimento della lingua avvenga dieci settimane prima della nascita

Da oltre 30 anni si ipotizza che l'apprendimento possa avvenire in fase prenatale, ma «questo è il primo studio che dimostra che impariamo a conoscere i particolari suoni della nostra lingua madre prima della nascita» (*).
Ad affermarlo è Christine Moon, docente di Psicologia della Pacific Lutheran University che ha coordinato uno studio sull'apprendimento della lingua in utero.

Come si è svolto l'esperimento.
La sperimentazione si è svolta nel 2012 parallelamente in Svezia e in America (*) coinvolgendo 80 neonati fra maschi e femmine, nati da circa 70 ore da madri monolingui.
I bambini sono stati dotati di ciucci collegati a un computer ed esposti al suono di vocali inglesi e svedesi e hanno mostrato reazioni differenti rispetto al suono familiare e a quello straniero.

Sono stati scelti suoni vocalici perché particolarmente stimolanti, «sono le unità più forti e il feto si fissa su di loro», precisa Patricia Kuhl dell'Institute for Learning & Brain Sciences dell'Università di Washington, coautrice dello studio insieme a Hugo Lagercrantz, professore del Karolinska Institute in Svezia e membro della Nobel Assembly (*).

Attraverso la suzione del ciuccio, è stato possibile controllare quante volte i bambini sentivano un suono vocalico, e per quanto tempo.
La reazione al suono vocalico è stata succhiare il ciuccio molto più vigorosamente all'ascolto di suoni non presenti nella loro lingua madre.
Naturalmente, ammette la stessa Moon, altre cose oltre ai suoni possono condizionare la suzione dei bambini, quindi non è così semplice trarre conclusioni.

Il feto percepisce e memorizza i suoni.
La ricerca apre una nuova direzione nella ricerca dell'esperienza precoce del linguaggio. «Questo è il primo studio a mostrare l'apprendimento di piccoli elementi del parlato che non sono facilmente riconoscibili per melodia, ritmo, sonorità» (*).
Ma la cosa più importante è che lo studio ha dimostrato la capacità del feto di percepire chiaramente i suoni, cogliere e memorizzare il linguaggio in utero, e cioè molto prima di quanto si pensasse in precedenza.

La fase di apprendimento viene così anticipata a 30 settimane di gestazione e cioè a 10 settimane prima della nascita, quando il feto sviluppa meccanismi sensoriali e cerebrali per l'udito.
«Prima non vi era alcuna prova che l'apprendimento della lingua si verificasse in utero» riferisce la Moon. Hugo Lagercrantz aggiunge anzi che prima si supponeva che i neonati fossero una «tabula rasa» (*).

Gli infanti sono i migliori studenti del pianeta, secondo Patricia Kuhl.
«Il fatto che possano imparare le vocali in utero significa che stanno mettendo al lavoro alcuni centri del cervello piuttosto sofisticati, persino prima della nascita».
Scoprire come assimilano le informazioni è importante per la scienza, e ancora di più per i bambini, e potrebbe dare indicazioni sulla formazione permanente.

«Vogliamo sapere - aggiunge la Kuhl – quale magia mettono in atto nella prima infanzia di cui gli adulti non sono capaci» (*).
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