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Aggressività: dallo studio sui topi possibili spiragli per la ricerca sull'uomo

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Aggressività: dallo studio sui topi possibili spiragli per la ricerca sull'uomo
USA. Gruppo di ricercatori individua l'area del cervello che controlla l'aggressività dei topi: è la stessa che gestisce ansia e paura.

L'articolo "Aggressività: dallo studio sui topi possibili spiragli per la ricerca sull'uomo" parla di:

  • Il ruolo del Setto Laterale
  • Sperimentazione e risultati
  • Prospettive future per la ricerca sull'uomo
Psico-Pratika:
Numero 124 Anno 2016

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A cura di: Redazione - Pubblicato il 29 febbraio 2016

Aggressività: dallo studio sui topi possibili spiragli per la ricerca sull'uomo
USA. Gruppo di ricercatori individua l'area del cervello che controlla l'aggressività dei topi: è la stessa che gestisce ansia e paura.

New York University. Uno studio condotto dai ricercatori del Langone Medical Center sul meccanismo cerebrale alla base delle aggressioni improvvise dei topi potrebbe favorire la strada alla ricerca sui comportamenti violenti umani.

Pubblicato lo scorso 11 Febbraio 2016 sulla rivista scientifica Current Biology (*), lo studio ha coinvolto i roditori maschi e alcuni volatili e ha mostrato come nel loro cervello vi sia un'area che riveste un ruolo importante non solo nella regolazione delle risposte a stress e processi emotivi (ansia, paura), ma anche nel meccanismo che porta questi animali a manifestare comportamenti violenti ingiustificati ed improvvisi: il Setto Laterale.

L'importanza del Setto Laterale (LS) in questo ambito era già stata intuita in passato dai ricercatori del Langone Medical Center, guidati dalla neuroscenziata Dayu Lin. Nel corso di alcune ricerche, infatti, i topi dotati di un Setto danneggiato si erano mostrati maggiormente propensi ad attaccare all'improvviso e senza alcuna ragione i propri simili.
Il Setto Laterale, dunque, risultava coinvolto nel meccanismo che regola l'aggressività.
Ma qual era esattamente il suo ruolo?

I ricercatori hanno cercato di rispondere a questa domanda negli ultimi anni attraverso una serie di esperimenti scientifici. Oggetto di studio sono stati i collegamenti tra quest'area del cervello ed altre strutture cerebrali importanti. Il Setto, infatti, è collegato ad aree del cervello alle quali invia e dalle quali riceve segnali elettrici. Nello specifico, interagisce con:

  • Ippocampo, struttura che regola emozioni ed apprendimento;
  • Ipotalamo, struttura che controlla la produzione di ormoni e la stessa aggressività.

La Lin ed il suo team hanno puntato l'attenzione proprio sugli scambi tra Setto ed Ipotalamo.

Inserendo chirurgicamente una sonda nel cervello dei topi maschi, hanno stimolato il Setto attraverso impulsi di luce, in modo da eccitare o disattivare i neuroni in esso presenti. La stimolazione ha provocato reazioni diverse in un'area dell'Ipotalamo (VMHvl o Porzione Ventrolaterale dell'Ipotalamo Ventromediale) e, di conseguenza, comportamenti differenti dei topi analizzati. Nello specifico è stato notato quanto segue:

  • disattivando i neuroni nel Setto (luce spenta), le cellule nell'Ipotalamo risultano eccitate. Il topo attacca;
  • attivando i neuroni nel Setto (luce accesa), le cellule nell'Ipotalamo risultano inibite. L'attacco si ferma.

Per via di questi risultati, la Lin è giunta ad una conclusione: il Setto Laterale è capace di assumere anche una funzione di contenimento dell'aggressività. Intervenendo sui suoi neuroni è possibile scatenare o spegnere gli attacchi violenti di un topo.

Un'altra informazione importante emersa dalla ricerca riguarda il comportamento sessuale dei roditori. Nonostante il Setto sia noto per la sua influenza anche in questo ambito, durante la sperimentazione l'interruzione dei collegamenti con l'ipotalamo non ha provocato effetti collaterali per i roditori. Questo significa, allora, che è possibile regolare aggressività e comportamento sessuale separatamente.

La ricerca condotta fino ad ora ha riguardato un comportamento specifico presente nei topi ma non nell'uomo. I risultati ottenuti, però, sono comunque interessanti e importanti, perché potrebbero portare a svelare anche i meccanismi che regolano altre forme di aggressività, compresa quella umana.

Lo studio sull'aggressività dei topi non è, dunque, concluso: la Lin e gli altri ricercatori del Langone Medical Center hanno intenzione di indagare a fondo tra le cellule neurali del Setto Laterale, per individuare quelle coinvolte in modo specifico in tutto il meccanismo e capire quando e come vengono attivate.
L'obiettivo è riuscire in futuro ad elaborare una cura per l'aggressività che non comprometta altre funzioni cognitive.

Commenti: 3
1 az alle ore 17:15 del 01/03/2016

E' inaccettabile che la psicologia sia complice della sperimentazione, alias vivisezione, su umani e nonumani.

2 Pier alle ore 19:10 del 01/03/2016

Penso che la sede dell'aggressività abbia a che fare  anche con l'amigdala.

Inoltre che si sà dove si trova l'aggressività ma non come si crea nella chimica neuronale;

 cosa fa nascere l'aggressività? il pensiero? se fosse così come si potrebbe fare per modificarlo affinchè l'aggressività non avvenga?

etcc etc ....

3 Erminia De Paola alle ore 22:13 del 05/03/2016

L'articolo è molto interessante e ben vengano le nuove scoperte scientifiche che possono migliorare la conoscenza dei meccanismi neurofisiologici con incidenza a livello comportamentale. La scoperta, seppure in fase iniziale, apre un dibattito scientifico sullo studio del comportamento nell'ambito criminologico (anche pedofilia?), attraverso la conoscenza del funzionamento delle diverse aree cerebrali, ponendo, comunque, al centro della ricerca la reale possibilità della sperimentazione scientifica secondo i principi etici e deontologici. Il funzionamento cerebrale è il prodotto di una sinergia tra input ed output che condiziona il comportamento umano, nella sua globalità.

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