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Psicologia del turismo: La motivazione al turismoL'articolo "Psicologia del turismo: La motivazione al turismo", parla di:
Articolo: 'Psicologia del turismo: La motivazione al turismo'A cura di: Alessandro Mereu
La motivazione al turismoL'espressione "turismo" e' un termine che implica e comprende varie situazioni differenti e classificabili secondo molteplici parametri. Ci si puo' riferire al luogo dove trascorrere il periodo vacanziero, alla durata della vacanza stessa, alla compagnia
che si sceglie (o non si sceglie) per il viaggio, al periodo in cui si svolge, ai mezzi usati per spostarsi, all'eta'
dei viaggiatori e molti altri. Naturalmente, cercare di spiegare le motivazioni delle persone e' un compito estremamente complesso, sia per quelli che studiano la
motivazione in generale che per quelli che la studiano in relazione all'ambito turistico. Il turismo, e lo spostamento in generale, puo' quindi essere rappresentato, dal punto di vista psicologico, proprio in base alle motivazioni
al movimento. Soprattutto negli ambienti del marketing turistico, c'e' la tendenza a confondere la motivazione al viaggio con l'intenzione di visitare
una determinata localita'. Fra le principali "forze" motivazionali che spingono a viaggiare vi sono quelle fisiologiche, che riguardano il corpo, la salute,
lo sport; quelle di fuga, che portano l'individuo ad evadere dalla routine della stressante vita d'ogni giorno; quelle
interpersonali, che considerano ad esempio le attivita' di contatto sociale con altre persone; quelle psicologiche, che
rispondono a vari bisogni interni della persona (relax, tranquillita', svago, ecc..); quelle culturali, che scaturiscono dal desiderio
di visitare luoghi d'interesse storico o artistico. Sono questi gli aspetti principali che sono emersi dalla molteplicita' di studi compiuti nel corso degli anni e che hanno tentato di identificare le motivazioni che spingono un individuo alla ricerca del viaggio. Gli studi sulla motivazione al turismo sono derivati, in genere, dall'applicazione delle piu' importanti ed influenti teorie psicologiche
all'ambito di studio turistico. Questo modello rende infatti possibile la combinazione delle motivazioni biologiche con quelle piu' propriamente sociali e accetta il fatto
che siano numerose le motivazioni che muovono le persone. Anche la prospettiva dell'interazionismo simbolico (Goffman, 1969) e' stata utilizzata per cercare di spiegare il comportamento in
vacanza e la motivazione turistica. Quindi, in definitiva, secondo gli Interazionisti Simbolici, sul comportamento turistico e sulla motivazione al turismo influiscono fortemente i processi di socializzazione e di interazione con le altre persone o con particolari oggetti ricchi di significato per l'individuo. Ma per capire meglio quali sono le motivazioni psicologiche connesse all'attivita' turistica e' anche necessario individuare quelle che possono essere le barriere che, da un punto di vista psicosociale, si oppongono alla decisione di intraprendere un viaggio. McIntosh (1972) arriva ad individuarne cinque: i costi, la mancanza di tempo, le limitazioni fisiche, gli stadi particolari in cui si trova la vita familiare, la mancanza di interesse. Anche Perussia (1985) rileva motivazioni analoghe, tuttavia aggiunge ulteriori aspetti, come il fatto che in genere si preferisce rimanere a casa propria (anche in assenza di particolari barriere), oppure il non avere compagni di viaggio coi quali partire o, ancora, perche' si ritiene di vivere gia' in una localita' adatta alle vacanze. Molti studi hanno cercato di chiarire due concetti emersi riguardo alle motivazioni al turismo, quelli che riguardano i cosiddetti fattori di spinta (push) e i fattori di attrazione (pull). In genere, i fattori di spinta riguardano le motivazioni socio-psicologiche e possono spiegare la voglia di vacanza, mentre quelli di
attrazione sono legati a motivazioni di tipo culturale e sono utili nello spiegare la scelta del luogo in cui andare in vacanza. Riguardo ai fattori di spinta, la principale motivazione al viaggiare sembra essere il "desiderio di fuga". Dann (1977), esaminando i fattori di spinta, ha collegato la motivazione al viaggio ai concetti socio-psicologici di "anomia" e
di "innalzamento dell'io". Al concetto di anomia e' legato quello di "innalzamento dell'io", che puo' essere definito come "ricerca di riconoscimento", di un miglioramento in termini di status che si ottiene attraverso il viaggio. Le motivazioni culturali principali, derivate dai fattori di attrazione, sono invece collegate al luogo scelto per la vacanza. Crompton (1979) le divide in motivazioni alla novita' e motivazioni all'educazione. Le motivazioni alla novita' riguardano la ricerca di esperienze nuove, di avventura, del diverso. In pratica, secondo il modello di Crompton, la scelta turistica deriva da una situazione di squilibrio soggettivo a cui l'individuo cerca di porre rimedio recandosi in una localita' di vacanza. I fattori di spinta e quelli d'attrazione non sono tuttavia da intendersi come rigidamente separati, sono piuttosto aspetti che possono essere contemporaneamente presenti ed interagenti nel motivare un individuo. Crompton ha anche descritto ben sette tipi di motivazioni socio-psicologiche che spingono ad intraprendere un viaggio e che sono: Ci sono anche delle analisi della motivazione al turismo che sviluppano ed elaborano modelli rifacendosi a paradigmi disciplinari come
la Psicoanalisi (Grinstein, 1955) o l'Antropologia (Nash, 1981). Fra gli sviluppi e le teorizzazioni piu' recenti, un punto di vista importante e sintetico e' stato proposto da Mannell e Iso-Ahola (1987) che, occupandosi del comportamento ricreativo, quindi anche quello turistico, hanno affermato come esso sia vincolato a due tipi di forze che agiscono contemporaneamente:
Questa teoria bi-dimensionale riconosce la possibilita' di un interscambio fra le dimensioni, per cui e' possibile che il soggetto passi dalla ricerca di ricompense psicologiche alla necessita' di fuga dal quotidiano e di evitamento degli stimoli, cio' puo' avvenire non solo in viaggi diversi ma anche durante la medesima vacanza. Ancor piu' recente e' la posizione di Dall'Ara (1990), secondo cui le motivazioni al turismo possono raggrupparsi in tre distinte aree:
Le motivazioni che riguardano il se' portano a viaggi ristoratori che possano ridare energia fisica e mentale all'individuo. Per concludere, bisogna affermare che molti studi sul tema tendono a dare per scontato che il turismo e' composto solamente di aspetti
positivi. La situazione turistica, anche se ricercata attivamente dall'individuo, puo' essere per lui anche, e non raramente, motivo di disagio,
di tensione e persino di frustrazione. Come abbiamo visto, il tema della motivazione al turismo e', dunque, estremamente ampio, vario e complesso.
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