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Il Life CoachingL'articolo "Il Life Coaching", parla di:
Articolo: 'Il Life Coaching: Nuovi Orientamenti per la Prevenzione'A cura di: Erika Crispino
Life CoachingOggi piu' che mai il termine prevenzione e' entrato a far parte del linguaggio comune. Nell'immaginario collettivo questa parola evoca immediatamente le note campagne di prevenzione, veicolate generalmente dai mezzi di comunicazione di massa (in particolare la televisione), per limitare la diffusione di patologie organiche quali, ad esempio, il cancro o l'AIDS. In genere queste campagne si riducono alla pura e semplice trasmissione di informazioni sulle caratteristiche e le conseguenze delle
suddette patologie, sui comportamenti a rischio che possono aumentare la probabilita' di contrarre o sviluppare la "malattia", sulle
contromisure preventive da adottare per evitare che cio' avvenga. In via generale i pilastri su cui sono fondati i messaggi trasmessi sono la minaccia, essenzialmente basata sulla prefigurazione delle conseguenze negative cui tali condotte a rischio possono condurre (si pensi al famosa scritta "il fumo uccide" in bella mostra sui pacchetti di sigarette), e la persuasione, la quale dovrebbe indurre i destinatari ad adottare stili di vita piu' sani, prospettando tutti i benefici derivanti dalla messa in atto di condotte salubri. Nonostante la vasta diffusione di siffatte pratiche preventive, esse hanno mostrato dei livelli di efficacia piuttosto
bassi. Una molteplicita' di studi, al contrario, ha dimostrato la necessita' di "personalizzare" gli interventi di prevenzione, adeguandoli alle peculiarita' specifiche del destinatario. Oramai da diversi anni, si e' diffusa, nel panorama scientifico internazionale, la tendenza a designare la prevenzione come strumento utile alla diffusione di una "cultura del benessere", un mezzo capace di promuovere il progressivo radicamento e consolidamento di un atteggiamento orientato alla tutela della salute fisica e psichica ed al miglioramento della qualita' della propria vita. In tale sede intendo prendere in considerazione quei modelli di intervento che fanno specifico riferimento alla prevenzione del disagio
psicologico. Credo che, piu' di ogni altra cosa, sia questo il punto essenziale su cui dovrebbe far leva qualsiasi programma di prevenzione: il
perseguimento dell'autonomia individuale mediante l'utilizzo delle risorse personali ed ambientali. E' in tale prospettiva che sono stati elaborati modelli di intervento come la Peer Education (educazione tra pari) e i programmi di Life Skills Education, ed e' sempre in tale ottica che si colloca un metodo come il Life Coaching, che per la sua natura e per le sue caratteristiche, appare un approccio particolarmente indicato per la prevenzione in ambito psicologico, in particolare di fenomeni come le dipendenze e il bullismo, soprattutto allorche' lo si considera come metodo di intervento a livello di prevenzione primaria. Cio' nonostante il Life Coaching e' un metodo che finora raramente e' stato utilizzato nell'ambito di interventi di prevenzione, cosi' come raramente e' stato preso in considerazione in ambito socio-sanitario. Il coaching e' un approccio diffusosi nel mondo occidentale negli ultimi 20 anni la cui applicazione ha riguardato diversi
settori della vita sociale e dell'attivita' umana, in particolare nel settore delle organizzazioni produttive, il cui scopo prevalente
e' l'addestramento dei dirigenti aziendali al fine di pervenire ad un sostanziale miglioramento delle performance e della
qualita' delle relazioni all'interno dell'azienda. Tuttavia e' nell'ambito sportivo che esso trova le sue origini. L'elaborazione di tale tecnica si deve alle geniali intuizioni di Timothy Gallwey, uno pedagogista dell'Universita' di Harvard che
si era interessato ai processi di insegnamento di diversi sport, in particolare il tennis. Dagli Stati Uniti il coaching si e' diffuso in altri paesi, in particolare in Europa. Rintracciare i fondamenti teorici alla base del processo di coaching e' un compito senz'altro piu' difficile in quanto ben pochi sono gli autori che hanno esplicitato i presupposti teorici sottesi al loro modello di coaching. Secondo alcuni autori, tra cui Williams e Davis (Williams, Davis, 2002) il coaching affonda le proprie radici nella Psicologia ed in particolare alcuni dei suoi principi cardine traggono ispirazione dai contributi di personaggi di spicco come Carl Gustav Jung e Alfred Adler. Altri importanti contributi sono rintracciabili nella Psicosintesi di Roberto Assagioli, nella Psicologia dell'Essere di Abraham H. Maslow, nella Psicologia Positiva di Martin Seligman, nella Self Determination Theory di Deci e Ryan, nel concetto di Autoefficacia elaborato da Albert Bandura e nel concetto di Goal Setting proposto da Locke e Latham; altrettanto importanti i contributi di autori sistemico-relazionali, come l'approccio umanistico integrato di Virginia Satir o l'approccio strategico di Milton Erickson. Non e' possibile approfondire i diversi contributi teorici che sono alla base del metodo in quanto esula dagli scopi di questo articolo. Possiamo definire, quindi, il Life Coaching come un metodo di sviluppo del potenziale umano, fondato su una relazione creativa (tra
il coach e il suo cliente), focalizzato sulla scoperta e valorizzazione delle potenzialita' personali, il cui scopo e' il miglioramento delle
performance e il raggiungimento degli obiettivi. Il Life Coaching si focalizza dunque sul rafforzamento delle parti funzionali del se' del cliente affinche' raggiunga un determinato
obiettivo. Il Life Coaching e' dunque un approccio basato sulla gratificazione, in quanto lavora sulle risorse, sulla capacita' e le competenze della persona, focalizzando l'attenzione su cio' che funziona. Il cliente viene incoraggiato a lavorare su cio' che sta gia' facendo al fine di raggiungere un ulteriore miglioramento. Cio' che accomuna tutte le persone che decidono di affidarsi all'esperienza di un Coach, e' la voglia di raggiungere i propri
obiettivi, l'aspirazione di rendere concreto e raggiungibile un proprio desiderio, la volonta' di fronteggiare
cambiamenti significativi nella propria vita. L'aiuto che il coach fornisce al suo cliente si orienta in direzione della crescita e dell'autonomia dell'altro, ed e' quindi scevro da manipolazioni, imposizioni, metodi eterodiretti volti ad assoggettare la volonta' della persona (Crispino, 2006). Il vero compito del coach e' mettersi al servizio del cliente. La conditio sine qua non affinche' il processo di coaching sia attuabile e pervenga a significativi livelli di efficacia, l'elemento imprescindibile, e' il raggiungimento di alti livelli di motivazione da parte del cliente nell'intraprendere il percorso che porta al cambiamento, unito all'assoluta autonomia e liberta' di scelta. In ragione di quanto finora detto, se consideriamo il Life Coaching come un approccio, le cui tecniche e i cui metodi sono primariamente volti a porre il soggetto nelle condizioni ottimali affinche' possa riconoscere e potenziare le risorse connaturate alla sua personalita' e ad utilizzarle correttamente al fine di sortire esiti positivi in termini di perseguimento degli obiettivi prefissati, allora possiamo affermare che la sostanza stessa dell'approccio sta nel perseguimento dell'indipendenza personale, nel miglioramento della qualita' delle relazioni (di qualsiasi natura esse siano), in definitiva, nella promozione della salute psicologica, obiettivi primari di qualsivoglia intervento preventivo. Data la sua natura, riteniamo che il Life Coaching sia un valido e potente strumento preventivo proprio per le sue caratteristiche di approccio volto allo sviluppo delle potenzialita' personali e al raggiungimento dell'autonomia e dell'auto-realizzazione. Riferimenti bibliografici
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