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Ammalarsi fa beneLa recensione del libro "Ammalarsi fa bene", parla di:
Recensione Libro: 'Ammalarsi fa bene. La malattia a difesa della salute'A cura di: Luciana Morelli
IntroduzioneLa prima edizione di questo testo risale ormai a più di venti anni fa. Gli autori, Giorgio Abraham, famosissimo psichiatra, sessuologo e psicoanalista e Claudia Peregrini, pediatra, sostengono invece tutta
l'importanza della malattia, a difesa della salute ed anche della vecchiaia, uniti dalla prospettiva fondata su una medicina
interdisciplinare e a più dimensioni che si basa sull'unità inscindibile mente-corpo. I nostri organiQuesto testo è un viaggio nell'universo e nel mistero della malattia ed inizia ponendosi domande oggi spesso dimenticate, nella ricerca di rapide guarigioni offerte dalla tecnica e dalla chimica:
Attraverso la presentazione ben dettagliata di numerosi casi clinici, Abraham ci guida a riconsiderare i nostri organi, a chiederci chi sono, a sentire quale amiamo di più o al contrario quale ci piace meno, quale compatiamo, addirittura odiamo, anche se inconsapevolmente, perché ci crea paura, disagio. Nel testo il lettore è stimolato a riflettere al fatto che la malattia di un determinato organo, piuttosto che di un altro, molto
spesso non è casuale. Come esempi riporto un paio di casi, nel testo ben descritti attraverso alcuni significativi dialoghi registrati durante i vari incontri
di terapia. Significativo anche il caso della donna con il rene nuovo, trapiantato dopo anni di dialisi e sofferenza, che però, stanca,
apatica, rifiuta e non riesce ad accettare. Salute e malattia"Forse siamo abituati, medici e pazienti, a fidarci solo di ciò che vediamo, a non sentirci protagonisti reali di fronte alle
nostre malattie e alla salute" scrivono gli autori. Immaginaria o reale, la sofferenza e la malattia sono segnali d'allarme che ci fanno uscire dall'area protetta della normalità,
rompendo la continuità delle nostre azioni quotidiane, della nostra vita, talvolta mettendola profondamente in crisi. La malattia crea uno squilibrio ed una rottura dell'adattamento al tipo di vita che facciamo, ma riesce a portarci maggiore elasticità e
flessibilità, ci rende più duttili e capaci di difenderci, di integrare elementi nuovi nelle sicurezze cristallizzate del passato. Gli autori evidenziano cioè in questo testo il ruolo della malattia come evento di vita che ci guida ad amarci e a farci amare
di più. VecchiaiaIncominciamo ad invecchiare appena nati ed ogni notte tante cellule del nostro corpo muoiono. E comunque i "vecchi" di oggi non sono come quelli di decenni fa. La vecchiaia, anche se fosse una malattia, come dicevano i latini, è invece, secondo gli autori, un malanno con cui si può convivere bene, che fa diventare diversi, anche più forti, aprendoci ad una nuova fase di vita meno superficiale e stereotipata, con tante ricche sfumature e con più tolleranza, morbidezza, armonia. Il segreto di una buona vecchiaia, enunciato in questo testo, è quindi saper personalizzare la propria esistenza, mantenere
la capacità di sorprendersi, accettare gli squilibri quotidiani e la perdita della pienezza delle forze ed energie precedenti, ma nella
consapevolezza di poter meglio gestire ed utilizzare quelle che sono rimaste. Nel testo vengono riportati esempi di grandi pittori, letterati, musicisti che hanno creato anche da vecchissimi, fino all'ultimo giorno di
vita. PiacereAnche nei confronti del piacere, gli autori di questo libro mettono in discussione idee comuni e stereotipate, modelli standardizzati,
chiedendosi come mai gli uomini, pur avendo investito energie e denaro nella ricerca dei modi per difendersi dalla sofferenza, vivono in uno
stato di malessere. In realtà non dobbiamo considerare il piacere come un lusso, qualcosa di straordinario, magari di eccessivo, ma qualcosa che intesse
la nostra vita quotidianamente, che ne fa parte, che nutre ogni giorno il nostro corpo e la nostra mente e che dovremmo allenare. ConclusioniQuesto libro appassiona alla lettura perché chiaro e pieno di immagini, metafore, casi clinici che prendono corpo con vivezza
attraverso i dialoghi, i sogni raccontati nelle sedute. Di fronte al dilagante culto della salute e della giovinezza, incoraggia quindi a non aver paura di ammalarsi un po' per capire cos'è la salute, a girare tra malattie che ne evitano altre, magari più serie e pericolose. Bibliografia
Commenti: 51 Claudia P. alle ore 09:35 del 10/05/2011 Grazie per la recensione chiara e appassionata...una domanda: consiglierebbe questa lettura anche ad un paziente o la ritiene adatta ad un pubblico "specialistico"? 2 Luciana Morelli alle ore 20:59 del 11/05/2011 La ringrazio per il suo commento, Claudia...ritengo che la lettura di questo testo sia adatta ad un vasto pubblico, non solo specialistico, anche se non per alcuni pazienti 3 Claudia P. alle ore 11:44 del 13/05/2011 Grazie, Luciana, a quali tipi di pazienti, in particolare, stava pensando? 4 Maria Lucia alle ore 10:28 del 26/12/2017 Seguo, mi interessa la domanda, anche io ero incuriosita se farlo leggere ad alcuni miei pazienti. Grazie Lucia 5 Enrica Formentin alle ore 16:54 del 05/09/2019 buongiorno , vi seguo e leggo sempre gli articoli di questo sito molto interessanti .Sono un infermiera di utic e counselor filosofico in attività come turnista in terapia intensiva e con un amb. per seguire i pti cardiopatici all'interno della mia azienda .E' difficile faraccettare ai pti che la malattia può essere concepita come evento della vita che può essere utile per amarci di piu. Spesso l'ansia , la paura e incredulità (perchè proprio a me!!) la fanno da padrone . Un cammino da parte del pte con un professionista della relazione d'aiuto può aiutare a ripristinare lo stato di benessere . Grazie Enrica Cosa ne pensi? Lascia un commento
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