HT Psicologia
Psicologia per psicologi - Due passi nella quotidianità: gli oneri e gli onori che comportano le passioni.
HT: La Psicologia per Professionisti

Due passi nella quotidianità: gli oneri e gli onori che comportano le passioni.

Gratis
Lascia vuoto questo campo:
Iscriviti alla Newsletter di HT
HT Psicologia Network
Psicologia-Psicoterapia.it
SIPP - Società Italiana di Psicologia e Pedagogia
Corso di perfezionamento: 'Bisogni Educativi Speciali BES - Disturbi Specifici dell'Apprendimento DSA' - Online e Pisa
AETOS
Scuola di specializzazione in Psicoterapia - Venezia e Verona
ARPCI - Associazione per la Ricerca in Psicoterapia Cognitivo-Interpersonale
Scuola di specializzazione in Psicoterapia - Roma
IIPG - Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo
Scuola di specializzazione in Psicoterapia - Roma
PsicoCitta.it
Dott.ssa Cristina Crippa
Psicologo Psicoterapeuta
Riceve a: Gorgonzola (MI)
Dott.ssa Laura Ruzzenente
Psicologo Psicoterapeuta
Riceve a: Villafranca di Verona (VR)
Dott.ssa Francesca Moroni
Psicologo Psicoterapeuta
Riceve a: Cagliari
Dott.ssa Alberta Anaclerio
Psicologo Psicoterapeuta
Riceve a: Piacenza

Due passi nella quotidianità: gli oneri e gli onori che comportano le passioni.

Libero pensiero: Due passi nella quotidianità: gli oneri e gli onori che comportano le passioni.

Scritto da: Catia alle ore 03:03 del 08/03/2011

Sono una psicologa, psicoterapeuta in divenire che, in corso di metamorfosi, si sostiene grazie ad un posto fisso.

Mi reputo una persona doppiamente fortunata, sia perchè ho avuto prima l'opportunità di laurearmi e ora quella di potermi "permettere" una scuola di specializzazione, sia perchè nell'epoca del precariato sono tra le poche elette che vanta "il privilegio" di avere un lavoro fisso con contratto a tempo indeterminato.

Il mio impiego per quanto esuli dal mestiere di psicologa mi piace e mi dà non poche soddisfazioni. Naturalmente come tutti i lavori non è che sia sempre tutto rose e fiori, però al netto delle frustrazioni, il mio lavoro mi gratifica.

Parallelamente frequento una scuola di specializzazione in psicoterapia, che al terzo anno non ha tradito pressoché nessuna delle aspettative iniziali, per cui amo la mia scuola e la sceglierei ancora 1000 volte.

Nel frattempo se in giro c'è qualche corso di formazione di mio interesse non "disdegno" di farlo.

 

La mia quotidianità, come credo quella di molti di noi, è stratificata. Tralasciando il personale altro strato che sostanzia (per fortuna) la mia vita, vorrei soffermarmi, e confrontarmi, sui livelli "professionali" in cui mi muovo, magari anche voi, giornalmente, o quasi.

Come dicevo all'inizio, grazie al mio lavoro posso permettermi il lusso di concretizzare le mie aspirazioni, per cui frequentare la scuola in primis, comprarmi quanto occorre per studiare (libri, materiali vari), pagarmi la terapia personale, etc...

Quindi se da un lato il lavoro "mantiene" le mie passioni dall'altro le "castra". Come tutti i lavori richiede inevitabilmente tempo e impegno costanti.

Devo andarci tutti i giorni e ci sono "oneri" a cui far fronte, scadenze da rispettare, obiettivi da raggiungere, mantenere e possibilmente superare.

 

Anche la scuola oltre a donarmi una serie di "preziosissime" cose (esperienza difficilmente descrivibile) chiede però giustamente "pegno". Per cui ci sono testi da studiare, presentazioni da preparare, tirocini da completare, presenzialismi istituzionalizzati da rispettare (es. convegni, seminari, etc) e...taaanto lavoro su di sè.

 

Ecco, finchè lo strato/stato di impiegata e quello di specializzanda scorrono paralleli, richiedendomi impegno e presenza in tempi diversi nell'arco della giornata/settimana, va da sé che, stanchezza a parte, va tutto bene.

Capita però, e anche molto di più spesso di quanto vorrei, che il tempo dell'impegno sia sincrono o quasi nei due livelli e qui le cose si complicano assai...e sopraggiunge l'affanno del velocista non allenato a sufficienza.

Mi spiego meglio, finchè la scuola rimane "confinata" nell'impegno dei due week end al mese e quindi non si sovrappone al lavoro, va tutto bene, chiaro.

Ma quando l'impegno della scuola si interseca con quello del lavoro, solo per fare un esempio (ma ce ne sarebbero tanti altri) l'inevitabile via crucis del tirocinio, che nel mio caso si svolge infra settimanalmente, comincio ad avvertire una certa pesantezza.

Onestamente ciò che mi pesa non è tanto dover chiedere permessi o ferie sul lavoro (sperando mi siano concessi) per poter svolgere il tirocinio o per frequentare un corso, o per studiare, ma quanto non avere "tutto il tempo che vorrei" per dedicarmi a "coltivare" ed approfondire ciò che attiene la mia dimensione di psicologa e che mi appassiona. In questo senso vivo il lavoro come castrante, perchè è come se "mi sottraesse" del tempo per stare dove e con ciò che amo, per cui devo poi intensificare i ritmi e gli sforzi per "recuperare" quel tempo senza ovviamente riuscirci mai pienamente e quindi mi sento frustrata.

Capita anche a voi di sentire che correte correte e non arrivate mai se non dappertutto, almeno dove vorreste arrivare? Capita anche voi di aver quindi la sensazione di "correre sul posto"?

Ecco io mi sento così molto spesso. La frustrazione, non ha a che vedere con il tipo di lavoro che svolgo, che sottolineo mi piace, mi stimola e mi gratifica, forse attiene più il concetto di dover lavorare in generale per poter fare ciò che si ama. So che questa posizione risuona di echi di infantilismo...però è ciò che penso all'apice della stanchezza e dello sconforto. Ovviamente riconosco il valore intrinsecamente nobilitante del poter lavorare, ma tale consapevolezza non mitiga l'ambivalenza che vivo in questi momenti.

Pare che tutto abbia un prezzo e bisogna poterlo pagare per ottenere "l'oggetto" del desiderio, incluso il tempo per sè. Voi che ne pensate? Qual è la vostra esperienza?

Commenti: 16
1 Daniela alle ore 10:34 del 10/03/2011

Cara Catia, vivo una situazione pressocché identica alla tua. Anch'io mi mantengo con un lavoro dipendente a tempo indeterminato, che mi piace ma che non mi appassiona come il lavoro di psicologa (futura psicoterapeuta). Per frequentare la scuola di psicoterapia mi sono messa in part-time, il che è un notevole aggravio economico ma ne guadagno immensamente in salute e stress. Credo che una vera soluzione non ci sia, se non la rinuncia a qualcosa, il che non è facile né, tantomeno, ovvio. E forse non mi farebbe stare meglio. Da tempo però mi dico che probabilmente il problema nasce solo nella mia testa, nei pensieri e nelle prefigurazioni, nei pregiudizi attraverso i quali "guardo" le situazioni. Ho deciso di accettare semplicemente che le cose stiano così. che ci sia fatica, stress da "incastro" dei tempi, domande irrisolte. E' la vita che ho scelto, consapevole che è anche un privilegio. Non ho mai pensato che sia infantilismo (può essere che tu abbia ragione, non so) nel senso che la questione non si pone necessariamente (se non in un'ottica di giudizio). Anzi...ti dirò che invecchiando non penso nemmeno più che il lavoro  mi nobiliti necessariamente: solo nel caso in cui capisco che lo farei anche se non fossi pagata! Sorridente Ma frustrarsi, secondo me, non porta a nulla. Per cui continuo a fare le cose che voglio fare e che mi piacciono e vivo la vita. Semplicemente.

Secondo me è tutto qui.

Con simpatia, auguri.

Daniela

2 Mariano alle ore 13:07 del 10/03/2011

Cara Catia,

anche la mia vita, come la tua, scorre su di un doppio binario. Da una parte, il mio lavoro da tecnico chimico, che mi ha consentito di laurearmi e di finanziarmi la scuola di psicoterapia. Dall'altra, la mia attività di psicologo-specializzando in psisoterapia che spende, semina, progetta....ma stenta a decollare. Con tutte le varie via crucis che tu hai descritto bene: tirocinio, analisi personale (e che costi...!), scuola, lavoro, casa, lavoro, etc... (e la settimana diventa un patibolo a volte). Ovviamente, nessuno ci ha costretto a sceglierci questa vita, e anche io, come te, probabilmente sarei così sciocco da risceglierla. Il fatto è che la psicologia clinica è la mia passione, ma purtroppo comincio a dubitare seriamente che un giorno la mia passione potrà divenire un lavoro che mi consentirà di sostentarmi. E questo è un nodo cruciale con cui dobbiamo fare i conti se vogliamo che la nostra passione non divenga un hobby, ma sia anche il nostro lavoro.

Ti saluto e ti auguro in bocca al lupo.

 

Mariano.

3 Simona alle ore 14:20 del 10/03/2011

Ciao,

inutile dirti che la mia situazione è analoga, anche se un po' più 'avanti', visto che sto per sostenere l'esame finale della specializzazione. sinceramente nn so se rifarei tutta questa fatica: le nottate a studiare/sbobinare/scrivere tesine quando 'di giorno' ci sono un altro lavoro (che non mi piace), il tirocinio (nn ti dico che gioia quando l'ho finito), l'unico cliente a studio, la scuola, il marito e altri impegni... so solo che negli ultimi tempi ho dovuto rallentare molto e con stupore mi sono accorta che... non solo non è crollato il mondo, ma funziona meglio! ho scoperto che se faccio meno cose...sto meglio e 'faccio meglio le cose da psicologa'. mentre prima mi accanivo a farefarefare 'le cose da psicologa' per sentire che non era solo un hobby, adesso che vado più lentamente...'le cose da psicologa' spuntano fuori da sole (speriamo pure i compensi ;-) ). per ora...stringi i denti su ciò che non puoi rimandare e per il resto, cerca di sbrigarti lentamente ;-)

in bocca al lupo a tutti!

Simona

4 fede alle ore 17:41 del 10/03/2011

ciao katia,

che strano leggere il tuo messaggio per caso in giorni in cui anche io mi interrogo sul correre e perdere le energie per raggiungere un sogno che appena si avvicina scappa via di nuovo come un fulmine. studio psicologia, la mia passione e purtroppo non lavoro se non qualche impegno come baby sitter le frustrazioni sono all'ordine del giorno, la paura di non farcela a trovare un impegno che possa permettermi di continuare a coltivare il mio futuro di psicologa e di iniziare ad essere indipendente. ti ammiro per la tua forza e il tuo coraggio per ciò che riesci a fare e per le gratificazioni che ti riconosci, prenditi il tempo per non giudicarti e ogni volta cerca di lasciare al tuo cuore la scelta di ciò che è meglio per te. cerca di liberare la mente da pensieri e preoccupazioni affronta le incognite quando si presentano. sò che può essere complesso e difficile ma a volte la vita ci chiede di imparare a prendere ciò che è meglio nell'attimo presente senza affanni inutili. scoprire una concezione diversa del tempo oltre quella che ci propina la società

auguri e benedizioni 

fede

5 cinzia alle ore 13:11 del 11/03/2011

Che strano, anche io mi ritrovo con gli stessi pensieri e paure in situazione simile... lavoro part time per finire di studiare, anche se sono molto indietro rispetto a voi, solo al primo anno di magistrale ;) voglia di mollare per dedicarmi alla mia passione a tempo pieno, voglia di vivermi questi momenti che poi non ritornano indietro... per cui la mia conclusione è stata la stessa di qualcuno qui sopra... quella di rallentare e godermi ogni passaggio della nostra carriera... perchè la nostra non è una corsa all'obiettivo (giacchè la professione è cosi difficile da avviare e spesso non ci garantisce neanche uno stipendio degno dei sacrifici fatti!) ma è il percorso che facciamo che vale la pena di esser vissuto con intensità, in ogni singolo momento e godendo di ogni passaggio senza renderlo banale dalle corse quotidiane :D

6 ivana alle ore 20:25 del 12/03/2011

ti faccio un bellissimo regalo ti sara' molto utile''''' recita questo mantra e la tua vita si armonizzerà  e la tua vita sara' a ritmo dell'universo come risultato riuscirai a fare tutto al cento per cento     lo scrivo come si legge recitalo ad alta voce  ciao katia

NAMIO O RENGHE CHIO   ti portera' fortuna  ivana

7 rita alle ore 11:22 del 13/03/2011

Ciao Catia, leggendo i tuoi pensieri liberi mi sono sentita trasportata al tempo in cui anche io vivevo la stessa tua vita, con la stessa grande passione,.. tanto tempo fa.... Mi sorprende una grande ammirazione per tutto quello che fai. Quando vivevo questi ritmi in prima persona il pre-giudizio mi portava a svalutare  la forza d'animo la determinazione e la vitalità che mettevo in campo nel  credermi una "psicologa a metà". Ma, sai che c'è.... con la pressione del fare ho fatto tutto e credo  tutto bene. E non me ne pento. Voglio darti un suggerimento: dedica un giorno della settimana in cui fare volontariato (parrocchia, Università popolari, sportello ascolto in una scuola, Asl, Consultori, Associazioni) ha un effetto positivo nel tempo che ancora mi sorprende. Poi agganciatevi ad un medico di base con cui istaurare un rapporto di fiducia, potrà essere il tuo medico di famiglia o uno specialista conosciuto facendoti marketing personalmente. Io ho iniziato col mio medico di base, poi con uno specialista marito di un'amica, ma solo al terzo tentativo sono riuscita a stabilire un rapporto inviante con un medico sensibile al disagio psicologico e che ha avuto modo di conoscermi a livello professionale perchè pagavo la stanza presso il suo studio. Quindi c'era un interesse economico + pazienti + guadagno per lui, ma anche ora che non sono più da lui  molti dei miei pazienti mi sono inviati da lui o da persone collegate. Vorrei trasmettervi la fiducia e il coraggio di andare avanti e non mollare, un forte abbraccio a tutti

La paura un giorno bussò alla porta il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno

8 catia alle ore 09:02 del 16/03/2011

Buongiorno! che piacere trovare le vostre risposte Sorridente quindi grazie a TUTTI.

Ciascuno di voi "mi" ha dato spunti ed indicazioni molto interessanti inoltre vi ringrazio per il sostegno e la solidarietà Sorridente

noto che il "tetris" (ricordate il video gioco?) accomuna le nostre quotidianità e mi ha fatto piacere sapere come altri, in questo caso voi, fronteggiate le partite di ogni giorno e quali nuove strategie di gioco avete trovato.

9 catia alle ore 09:04 del 16/03/2011

Grazie Daniela per avermi ricordato che molte delle difficoltà stanno nella mia testa e nei miei occhi e soprattutto per aver evidenziato l'aspetto del "privilegio" che sottosta alle nostre scelte di vita. Nel turbinio della corsa mi capita di considerare scarsamente tale aspetto.

 

 

10 catia alle ore 09:06 del 16/03/2011

Grazie Mariano per il tuo contributo, mi ha fatto proprio piacere sapere come se la cavano gli uomini e vedo che anche voi avete le vostre belle difficoltà (certo generalizzo, ti ho eletto a rappresentante dell'altra metà del cielo però non è mia intenzione banalizzare o essere superficiale). Non so se la nostra passione domani potrà sostentarci, ho messo in conto però che questo domani, almeno per quanto mi riguarda, è molto in là da venire. Certo è che avviarci professionalmente richiede tempi in media piuttosto lunghi, magari potremo confrontarci anche su questo argomento (che ne dici? se scrivi qualcosa sta sicuro che ti rispondo Sorridente). Comunque ti faccio un grosso e sincero in bocca al lupo!

 

11 catia alle ore 09:07 del 16/03/2011

Simona tu invece mi hai rassicurata che si può vivere bene anzi meglio senza "dover" essere onnipotenti. Grazie Simona ho apprezzato molto il tuo commento e inizierò a seguire il tuo saggio consiglio comincerò a "sbrigarmi lentamente" Sorridente

 

 

12 catia alle ore 09:09 del 16/03/2011

Grazie anche a te Fede, se può esserti utile l'università per me è stata un calvario (per i mille lavori svolti in corso di studi, per le lezioni da frequentare, per gli esami e le angosce ad essi connessi, etc...) l'amore vero per la psicologia sono riuscita a "godermelo" ad università conclusa. Devo anche ringraziare la "sorte" di avermi concesso un ottimo tirocinio post laurea che per me è stato estremamente formativo e ricco da pdv umano, ho avuto una toutor "profondamente" disponibile, e questa esperienza ha riacceso la passione per la psicologia (che fino a quel periodo era in stato comatoso). Fede non posso che farti l'augurio di trovare in primis buoni toutor, che possano seguirti, insegnarti e valorizzarti, perchè sarà quindi "matematico" che il/i tirocinio/i saranno ottime esperienze!

 

13 catia alle ore 09:15 del 16/03/2011

Cinzia con te condividuo il "gusto" di ogni passo anche quando il boccone è amaro...fa parte del gioco e l'ho accettato (regole incluse) da un po'.....naturalmente non posso che augurarti buon cammino Sorridente

 

 

14 catia alle ore 09:16 del 16/03/2011

Ivana ti ringrazio per il dono, la mia "fede" è un'altra però apprezzo la generosità del tuo gesto, grazie Sorridente

 

15 catia alle ore 09:17 del 16/03/2011

E per concludere ti ringrazio Rita per le indicazioni pratiche che mi/ci hai dato per come iniziare a seminare opportunità, coltivare contatti da cui potranno germogliare concrete prospettive professionali. Grazie inoltre per l'incoraggiamento e il bellissimo aforisma (si può definire così?) che chiude il tuo commento. Sappi che l'ho stampato e troneggia ora fieramente sulla mia scrivania Occhiolino

 

Buona giornata a tutti

a presto (spero)

Catia

 

 

 

16 fede alle ore 12:28 del 17/03/2011

in questo giorno di festa per la nostra repubblica mi sono accorta di una cosa, l'italia si è formata ha vissuto grazie ai sogni di chi ci ha precedutoe per questo che oggi è anche la festa dei nostri sogni dei nostri ideali e di ogni passo che ogni giorno facciamo per continuare a mantenerli vivi. in tutto questo dolore questa è luce e benedizione.

auguri a tutti voi che avete scritto a te catia che hai dato inizio a tutto questo. benedizioni luce e amore a tutti voi e ai vostri sogni :-)))

Cosa ne pensi? Lascia un commento
Nome:
Mail (La mail non viene pubblicata):
Testo:



Questo libero pensiero è presente nelle seguenti categorie:
- La Professione
- Psicologia e società

Inserisci un tuo libero pensiero

HT Psicologia - Due passi nella quotidianità: gli oneri e gli onori che comportano le passioni.

Centro HT
HT Collaboratori