Transgender a 6 anni, vince causa contro la scuola USA. Il Dipartimento di Giustizia del Colorado riconosce a un maschietto il diritto di usare il bagno delle femmine
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- Bambino si riconosce sin dalla tenera età come femmina
Divieto di usare la toilette femminile in prima elementare Il ricorso alla giustizia, la vittoria e la questione morale
A cura di: Redazione - Pubblicato il 3 luglio 2013 Transgender a 6 anni, vince causa contro la scuola USA. Il Dipartimento di Giustizia del Colorado riconosce a un maschietto il diritto di usare il bagno delle femmine
«Coy è nato bambino, ma da circa 18 mesi di età ha pensato a se stessa come una bambina»
(*). A quattro anni ha iniziato a
parlare di sé al femminile e a rifiutarsi di uscire di casa con abiti maschili.
«Voleva sapere – ricorda la madre - quando l'avremmo portato dal medico perché gli desse attributi femminili, in modo tale
che il suo corpo sarebbe stato quello di una ragazza»
(*). Di qui la decisione di
consultare uno specialista, presso l'APA, che ha parlato di un disturbo dell'identità di genere.
I genitori hanno assecondato il sentire di Coy, che anche sul passaporto è registrata come bambina. Negli ultimi due anni si è
abituata a usare il bagno delle femmine, a giocare e identificarsi con loro.
Poi, dopo i primi mesi di scuola elementare, la comunicazione: dopo le vacanze invernali, a Coy sarebbe stato proibito l'uso dei bagni delle
bambine.
I Mathis hanno quindi deciso di sporgere denuncia contro la scuola, la Eagleside di Fountain. Sono i primi «a sfidare le
restrizioni all'uso del bagno da parte di una persona transgender», facendo appello alle leggi anti-discriminazione del
Colorado (*).
Temevano che il divieto potesse creare un «ambiente ostile, discriminatorio e malsicuro» - per usare le parole
dell'Avvocato di famiglia Michael Silverman (*) a
cui è stata affidata la causa - per questo hanno ritirato da scuola tutti e cinque i figli.
Il Dipartimento di Giustizia per i Diritti Civili del Colorado gli ha dato ragione.
Nella sentenza di primo grado del 17 giugno, si legge che interdire Coy all'uso della toilette femminile «crea un ambiente che
è oggettivamente e soggettivamente ostile, intimidatorio o offensivo».
Soddisfatto l'avvocato: «gli studenti transgender non possono essere oggetto di discriminazioni e a scuola devono essere trattati
allo stesso modo.
È una vittoria per Coy e un trionfo per l'equità»
(*). Ora in Colorado gli studenti
transgender potranno utilizzare i servizi igienici destinati al genere con cui si identificano.
Coy tornerà a scuola con i suoi fratelli, dopo un semestre trascorso a casa, ma in un altro distretto (Cherry Creek School District)
nella zona metropolitana di Denver.
La nuova scuola non ha commentato la sentenza e i Mathis si augurano che la battaglia finisca qui, ma «sfortunatamente – ha detto
la madre – a sei anni lei sa già che ad alcune persone non piace solo a causa di quello che è»
(*).
Cosa accadrà quando Coy entrerà nella fase puberale?
Questo dubbio era al centro dei timori della direzione della Eagleside School che - in una lettera all'Avvocato dei Mathis – giustificava il
divieto «in considerazione (...) di tutti gli altri studenti della scuola, i loro parenti e del futuro impatto che avrebbe avuto
l'uso del bagno femminile da parte di un giovane con i genitali maschili quando Coy sarebbe diventato più grande»
(*).
La famiglia Mathis ha lottato perché Coy fosse trattata come le altre bambine, in difesa di un suo diritto, la Eagleside in difesa
di quello di alcuni genitori e studenti che in futuro potrebbero vivere con disagio tale situazione.
Qual è il modo migliore per gestire casi simili, nel rispetto dei diritti dell'uno e dell'altro?
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