|
HT Psicologia Network
Psicologia-Psicoterapia.it
SIPEA - Società Italiana di Psicologia Educazione e ArtiterapieCorso di alta formazione: 'La Relazione d'Aiuto in Ambito Sanitario' - Roma e Online We are homies labWorkshop: 'Psicologia dell'osservazione in ambito educativo' - Bologna ITF - Istituto di Terapia FamiliareScuola di specializzazione in Psicoterapia - Reggio Calabria We are homies labWorkshop: 'La lettura simbolica del disegno' - Bologna
PsicoCitta.it
Dott. Alessandro SartoriPsicologo Psicoterapeuta Riceve a: Gorizia Dott.ssa Tiziana CasazzaPsicologo Psicoterapeuta Riceve a: Milano Dott.ssa Francesca FeruglioPsicologo Psicoterapeuta Riceve a: Udine Dott.ssa Carlotta ClericiPsicologo Psicoterapeuta Riceve a: Gussago (BS)
|
OMS, Gender, Educazione sessuale nelle scuole Italia. La riforma della scuola divide l'opinione pubblica. Il movimento stop gender accusa gli standard OMS per l'Educazione Sessuale
L'articolo " OMS, Gender, Educazione sessuale nelle scuole" parla di:
- Virale campagna in difesa della "famiglia naturale"
- Standard OMS, Circolare del MIUR e Posizione ENPAP
- Intervento dell'AIP – Associazione Italiana di Psicologia
A cura di: Redazione - Pubblicato il 5 ottobre 2015 OMS, Gender, Educazione sessuale nelle scuole Italia. La riforma della scuola divide l'opinione pubblica. Il movimento stop gender accusa gli standard OMS per l'Educazione Sessuale
Alla vigilia della riapertura delle scuole - lo scorso settembre - si è tornati a discutere di "Gender", tema che già aveva
accesso gli animi con "Il gioco delle differenze", programma educativo introdotto in alcuni asili triestini a Marzo 2015, poi balzato
alle cronache internazionali
(*).
Il timore diffuso è che l'educazione alle pari opportunità e al rispetto delle differenze di genere - introdotta nel
piano triennale dell'offerta formativa dal Comma 161 della Riforma scolastica, detta "La Buona Scuola"
(*)
- nasconda in realtà l'intenzione di diffondere la "Cultura Gender".
La preoccupazione è diventata presto virale.
La rete ha iniziato a popolarsi di foto, video, messaggi per mettere in guardia i genitori: invitarli a non sottoscrivere il Patto di
Corresponsabilità2, chiedere l'esonero dalle "Lezioni Gender" e firmare per il referendum abrogativo della Buona Scuola.
Fra i messaggi più diffusi, sia online sia fuori dalla rete:
Attenzione! A tutti i genitori!
Quando inizierà la scuola a settembre vi sarà consegnato il "patto di corresponsabilità".
Vi diranno di firmarlo ma attenzione, con la vostra firma autorizzerete la scuola a impartire lezioni di gender a vostro/a figlio/a e non potrete
più opporvi.
Non firmate "il patto di corresponsabilità".
Fate girare, proteggiamo i nostri figli!!!
Già dall'estate scorsa associazioni cattoliche, politici, comitati cittadini, associazioni di genitori
(*)
si sono mobilitati e impegnati nella diffusione di volantini, raccolte firme e iniziative sfociate, il 20 giugno scorso, in una grande manifestazione
di piazza in difesa della "famiglia naturale" che - secondo gli organizzatori - ha attirato in piazza San Giovanni a Roma un milione di
persone (*).
Le preoccupazioni si annidano intorno al fatto che - se si verificassero "storture applicative" della legge - nella scuola potrebbero essere
introdotti programmi educativi che contribuiscono «alla destrutturazione dell'identità dei singoli insegnando ai nostri figli
che al di là del proprio sesso biologico possono decidere autonomamente di appartenere ad un altro Genere»
(*).
Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR) - in risposta a questa «forte preoccupazione
derivante anche dalla risonanza mediatica di informazioni non sempre corrette e obiettive» - ha emanato una circolare
(*)
per chiarire che l'offerta formativa della Buona Scuola non intende affatto proporre ai ragazzi "Lezioni Gender".
A rassicurare genitori e comitati sul fatto che non esista alcuna "cultura gender" o "ideologia gender"3, sono intervenuti anche gli
esperti, che hanno spiegato come di fatto esistano solo studi di genere - gender studies - che non hanno dato a vita ad alcuna
teoria uniforme, tanto meno a un'ideologia. Questo non ha però contribuito a rasserenare gli animi di quanti difendono la "famiglia
naturale":
«Vi parleranno di cose buone come il rispetto, la lotta al bullismo, lotta alla violenza contro le donne e simili.
Parità di genere, educazione all'affettività, parole chiave dietro le quali vogliono nascondere l'indottrinamento all'ideologia
gender dicendovi anche che questa non esiste (...)»
(*).
Alcune associazioni di genitori hanno invece apprezzato le rassicurazioni del MIUR ma - promettono - "continueranno a vigilare"
sull'evoluzione della cosa.
«Monitoreremo che le cose vadano in un determinato modo».
Ha detto Massimo Gandolfini, Presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli.
«Inoltre, non ci si può permettere di far passare il milione e più di persone che erano presenti a Piazza San Giovanni
e tutte le correlate a quelle persone come dei visionari, dei terroristi, degli allarmisti»
(*).
Sotto accusa le linee guida dell'OMS
Nei volantini di questa campagna vengono così riassunte le linee guida dell'OMS:
- fascia 0-4 anni: masturbazione infantile precoce;
- fascia 4-6 anni: amore verso persone dello stesso sesso;
- fascia 6-9 anni: contraccezione, auto-stimolazione;
- fascia 9-12: libera scelta del partner, gravidanza indesiderate.
Questo documento (...) preoccupa per la tendenza all'iper-sessualizzazione precoce dei bambini
(*).
Altri volantini aggiungono:
- dai 9 ai 12 anni: masturbazione, eiaculazione, uso di preservativi.
La prima esperienza sessuale. Come fare l'amore con il partner dello stesso sesso.
- dai 12 ai 15 anni: riconoscere i segni della gravidanza, procurarsi contraccettivi dal personale sanitario, fare coming out.
- a partire dai 15 anni: diritto all'aborto, pornografia, omosessualità, bisessualità, asessualità.
A questo punto, un'ondata di indignazione si è levata dall'altra parte della società civile, a causa dell'estrema sintesi
operata sulle linee guida dell'OMS, che ha ridotto a poche righe i concetti espressi in 12 tavole - spiegate e illustrate all'interno
di un volume di 68 pagine - poi diffuse su blog, gruppi whatsapp e volantini in modo decontestualizzato.
"Le linee guida dell'OMS per l'educazione sessuale nelle scuole" - a cui si fa riferimento nei volantini stop-gender
(*) - fanno parte degli "Standard per
l'Educazione Sessuale in Europa", volume realizzato da una équipe di esperti in Medicina, Psicologia, Scienze Sociali presso il BzgA
di Colonia - Centro Federale per l'Educazione alla Salute (*)
- in una sessione di lavoro durata 18 mesi.
Gli "Standard per l'Educazione Sessuale in Europa" - rivolti alle autorità scolastiche, a quelle sanitarie, ai responsabili
delle politiche e agli specialisti - sostengono la necessità di fare educazione sessuale in chiave "olistica" e positiva, per favorire
lo sviluppo sessuale del bambino sul piano fisico, affettivo e sociale, poiché la sessualità è una componente
«determinante dello sviluppo della persona».
Nel volume vengono effettivamente suggeriti gli argomenti da trattare – in base all'età dei bambini e alla loro fase di sviluppo
sessuale
(*)
- entro un percorso graduale e con linguaggio adeguato, al fine di "trasmettere informazioni", "mettere i bambini in grado di" acquisire
competenze e aiutarli a sviluppare atteggiamenti positivi, attraverso l'intervento di persone competenti e qualificate, di concerto con le famiglie
(*).
A favore dell'Educazione sessuale
Alcuni Ordini professionali - Ordine degli Psicologi del Lazio e dell'Emilia Romagna in testa - hanno deciso di esporsi e prendere
posizione: «Un'educazione mirata al rispetto della persona è fondamentale per contrastare fenomeni di bullismo, violenza,
omofobia, superando ogni possibile discriminazione, favorendo la parità di genere e la visione della diversità come indispensabile
risorsa sociale»
(*).
Per quanto riguarda la posizione dell'ENPAP (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Psicologi), era già stata
acclarata - fa notare il vice presidente Federico Zanon
(*)
- dalle iniziative previdenziali del nuovo indirizzo, che includono tutti i tipi di genitorialità
(*).
«Per rasserenare il dibattito nazionale sui temi della diffusione degli studi di genere e orientamento sessuale nelle scuole
italiane» ha ritenuto opportuno intervenire anche l'Associazione Italiana di Psicologia, ribadendo
«l'inconsistenza scientifica del concetto di "ideologia del gender"»
(*).
La posizione dell'Associazione Italiana di Psicologia
Come dimostrato da numerose ricerche scientifiche, pregiudizi, sessismo, stereotipi di genere e omofobia vengono apprese dai bambini
sin dai primi anni di vita pertanto, l'Associazione Italiana di Psicologia considera fondamentale fare una corretta educazione che - con le
dovute metodologie - affronti anche il tema del genere e dell'orientamento sessuale.
Questo «non significa promuovere un'inesistente "ideologia del gender", ma fare chiarezza sulle dimensioni costitutive
della sessualità e dell'affettività, favorendo una cultura delle differenze e del rispetto della persona umana in tutte le sue
dimensioni e mettendo in atto strategie preventive adeguate ed efficaci capaci di contrastare fenomeni come il bullismo omofobico, la
discriminazione di genere, il cyberbullismo»
(*).
Con l'approvazione del documento "Sulla rilevanza scientifica degli studi di genere e orientamento sessuale e sulla loro diffusione
nei contesti scolastici italiani", l'AIP intende riconoscere la rilevanza scientifica degli studi di genere - ivi compresi gli studi
sull'omosessualità - ribadendo «l'importanza della diffusione della cultura scientifica psicologica per la crescita culturale
e sociale del nostro paese»
(*).
Note
- Al Comma 16 dell'Art. 1 della Legge n. 107 del 13 luglio 2015 - Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per
il riordino delle disposizioni legislative vigenti - si legge:
"Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine
e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare
e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013,
n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all'articolo 5-bis, comma 1,
primo periodo, del predetto decreto-legge n. 93 del 2013".
- Il Patto Educativo di Corresponsabilità attiene alle norme di comportamento del corpo docenti e degli alunni. Non si tratta
di un contratto, bensì un documenti di impegno e collaborazione per il buon esito del processo educativo, che riguarda: comportamento,
puntualità, verifiche scolastiche, sostegno agli alunni e recupero delle insufficienze, rispetto degli altri, divieti e sanzioni
disciplinari.
Il testo integrale del Patto Educativo di Corresponsabilità si può liberamente consultare su internet sul sito del Ministero
dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR): istruzione.it
- In ambito accademico non si fa riferimento a Teoria del Gender.
Il termine deriva da "gender studies", studi di genere interdisciplinari di carattere scientifico e psicologico avviati alla fine degli anni '70
del secolo scorso.
Commenti: 3Cosa ne pensi? Lascia un commento
|
|