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Giornata Mondiale della Salute Mentale, un mese all'insegna della salute e del suo contrario Salute Mentale, priorità globale nei progetti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
L'articolo " Giornata Mondiale della Salute Mentale, un mese all'insegna della salute e del suo contrario" parla di:
- Gli eventi e la Settimana della Salute Mentale in Italia
- Il Torino Mad Pride e l'esperienza di Matti a cottimo
- Elementi del Piano di azione 2013-2020 dell'OMS
A cura di: Redazione - Pubblicato il 2 novembre 2015 Giornata Mondiale della Salute Mentale, un mese all'insegna della salute e del suo contrario Salute Mentale, priorità globale nei progetti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
Il 10 ottobre scorso si è celebrata la giornata mondiale della Salute Mentale intesa - dall'Organizzazione Mondiale della
Sanità - come «stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue
capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all'interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane
della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell'ambiente,
adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni»
(*).
In tutta Italia sono state organizzate numerose iniziative intorno alla salute mentale - ma anche al suo contrario, la malattia - per
abbattere paura, diffidenza e pregiudizio che ancora si annidano introno al disagio mentale, al fine di favorire l'integrazione delle persone
che soffrono di patologie o hanno trascorsi psichiatrici.
Italia. "Tutti matti per il riso". Conferenze, incontri, eventi tematici sono stati promossi da organi istituzionali - Ministero
della Salute, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Aziende Sanitarie Locali - ma anche da associazioni private e istituti, come
Fondazione Progetto Itaca Onlus che, per due giorni (10 e 11 ottobre), con "Tutti matti per il riso" ha animato quaranta piazze
di undici città italiane: Asti, Catanzaro, Como, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Roma.
Udine. "Disturbo? I colori della salute mentale in città".
Un'altra iniziativa quella di Udine, in cui Cooperativa sociale Itaca ha voluto «ribadire la centralità dell'individuo
inteso come persona e dei suoi diritti, princìpi sanciti dalla Costituzione», partendo dall'eredità della
Legge 180, con una cinque giorni di iniziative, dall'arte alla fotografia, dalla musica all'informazione scientifica e al giornalismo
(*).
Milano e la "biblioteca vivente". Il Comune Milano ha optato per la Biblioteca vivente.
Diciannove persone per 30 minuti hanno messo a disposizione dei visitatori del Museo del Novecento le proprie storie di vita.
Ulderico Maggi
(*)
di ABCittà, cooperativa che l'ha organizzata, ha spiegato che si tratta di un'occasione in cui le persone possono «fare
quelle domande che non si osa altrimenti fare. Come avviene con i libri cartacei, anche con quelli viventi si crea un rapporto unico con il
lettore. E da questi incontri si esce comunque cambiati» e soprattutto si possono sfatare falsi miti e pregiudizi sulle persone
che hanno un disagio mentale (*).
Le AUSL di Modena e Reggio Emilia hanno dedicato al tema un'intera settimana.
L'intento - spiega Massimo Annicchiarico, Direttore Generale della AUSL modenese - è avvicinare la cittadinanza al tema della
salute mentale, discutere insieme ai professionisti e ai testimoni diretti
(*).
"Guarire dalla Guarigione". Il Màt di Modena - giunto alla sua V edizione - si è svolto dal 17 al 23 Ottobre 2015. AUSL,
Regione Emilia Romagna e diversi Comuni di provincia hanno proposto oltre 70 occasioni di approfondimento e informazione: dibattiti, seminari,
tavole rotonde e incontri, momenti di formazione ma anche di convivialità e svago, aperitivi, concerti, spettacoli e proiezioni.
«La settimana della salute mentale (...) è uno strumento che vuole riaffermare che la salute mentale è un bene
comune all'intera collettività, è l'esercizio che dimostra il livello di civiltà raggiunto da una società intera,
alla cui crescita sono chiamati tutti: professionisti sanitari, utenti, familiari, istituzioni»
(*).
Tra le iniziative, la presentazione del fumetto collettivo "Avventure di Gedeone e Igor", creato dagli utenti del Centro di Salute
Mentale Polo Est Modena, e l'incontro nazionale "Le Parole ritrovate" con il racconto diretto di persone che hanno avuto esperienza di
malattia. Il tema di questa edizione: "Guarire dalla Guarigione"
(*)
per riflettere sul significato e sul senso della parola "guarigione".
Reggio Emilia. Anche alla Settima della Salute di Reggio Emilia - giunta alla sua X edizione - il filo conduttore è stato
la salute mentale e il suo contrario - la malattia - separate, molto spesso, da labili da confini.
Nove giorni di dibattiti, conferenze, testimonianze, performance teatrali, proiezioni cinematografiche, mostre, attività sportive e
ricreative, promosse da Azienda USL (*), Comune e numerosi altri enti
e associazioni.
Tra le iniziative, non potevano mancare il convegno dedicato alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari - "Reggio Emilia
senza OPG. Dopo 120 anni dalla nascita e a 6 mesi dalla chiusura" - e la visita guidata al Museo e Centro di Documentazione di Storia
della Psichiatria "San Lazzaro", uno dei rari esempi italiani
(*).
Lo scopo: sensibilizzare quante più persone possibile al tema della malattia mentale, approfondendone i vari aspetti, anche quelli meno
conosciuti, per superare i luoghi comuni e combattere contro i pregiudizi
(*).
"Robe da Matti" a Torino. Più giovane l'esperienza promossa dai Dipartimenti di Salute mentale della ASL di Torino "Robe
da Matti", alla sua II edizione (dal 5 al 10 ottobre).
Incontri, dibattiti, convegni scientifici - tra cui "Cibo e Salute mentale. Le influenze reciproche"
(*) - ma anche "provocazioni", performance artistiche
ed emozioni, per parlare di salute, disagio mentale, diritti, partecipazione, riabilitazione e accoglienza.
Lo spirito di "Robe da Matti": lottare contro lo stigma, attraverso la divulgazione di conoscenze, evidenze scientifiche e testimonianze dirette
di utenti e familiari
(*).
Torino Mad Pride.
Nella direzione artistica della settimana torinese è stato coinvolto il "Torino Mad Pride", movimento nato dall'unione di persone
con o senza diagnosi psichiatrica
(*)
che, ogni anno, anima le strade del capoluogo piemontese con una parata per rivendicare l'orgoglio della diversità psichica,
«interfacciarsi col mondo e con le sue istituzioni nel tentativo di restituire alla follia un ruolo attivo nella
società» (*).
Il pensiero-bandiera del movimento è stato presentato alla Settimana della Salute Mentale con la proiezione di "Matti a
Cottimo" di Mauro De Fazio
(*) e Simone Sandretti
(*),
un lungometraggio che mette in discussione i confini tra normalità e patologia.
Matti a Cottimo è anche un progetto stabile, nato nel 2011, per l'inserimento lavorativo che mette in contatto ricerca e
offerta di lavoro - qui inteso come mezzo di cura, pilastro dell'inserimento sociale e della dignità personale - attraverso un sito web
(*) che funziona «come una sorta di "Linkedin dei matti"»
(*).
Iscritto al registro regionale delle cooperative sociali dal 2014, Matti a Cottimo permette di andare oltre l'assistenzialismo,
uscire dalla dinamica delle borse lavoro e creare uno spazio di occupazione e autonomia, che non solo elude l'isolamento sociale che può
conseguire al termine dei progetti di inserimento lavorativo, ma vede gli utenti psichiatrici protagonisti attivi della propria auto-realizzazione
(*).
Le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
OMS. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità insiste sull'importanza del sostegno e dell'inserimento sociale per il
benessere globale, il funzionamento e la resilienza di individui e società.
La Salute Mentale è una priorità globale nel Piano di azione 2013-2020 dell'OMS
(*), per il suo
significativo impatto sulla salute, sulla società, sui diritti umani, sulla spesa pubblica e - in questo senso - oltre alle cure
sanitarie, è fondamentale offrire supporto sociale.
Il sostegno psicologico deve avvenire nel rispetto della dignità della persona e consentire «di vivere e di essere attivi
nelle proprie comunità locali» (*), passando
attraverso la soddisfazione dei bisogni di autonomia, lavoro, alloggio.
Come dimostrato dalle evidenze scientifiche e dall'esperienza clinica, infatti, le persone hanno maggiori probabilità di recupero se
si sentono al sicuro, se vivono relazioni sociali, se hanno accesso a supporto fisico ed emotivo e, non ultimo, se - come nel caso torinese -
«hanno la possibilità di aiutare se stesse» (*).
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