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Bullismo e cyberbullismo
Per contrastare il fenomeno nasce una rete europea

L'articolo "Bullismo e cyberbullismo" parla di:
  • Percezione del fenomeno da parte dei ragazzi
  • Il parere degli Psicologi e degli Psicoterapeuti
  • Ultimi progetti e iniziative per contrastare il bullismo
Psico-Pratika:
Numero 108 Anno 2014

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A cura di: Redazione - Pubblicato il 1 luglio 2014

Bullismo e cyberbullismo
Per contrastare il fenomeno nasce una rete europea

Il bullismo ha raggiunto i livelli di una «epidemia globale» (*), soprattutto quello perpetrato sul web.
Da un recente sondaggio proprio sul cyberbullismo, condotto presso alcune scuole medie italiane, è emerso che su 2.000 studenti, uno su cinque (20%) è stato vittima di soprusi online e offline, e il solo cyberbullismo è cresciuto fino a riguardare la metà dei casi.
«Il web e i social network - secondo il 63% degli intervistati - renderebbero più semplice l'aggressione» (*).

Il continuo utilizzo e l'anonimato di internet rendono questa forma di violenza ancor più pervasiva e subdola.
Gli Psicologi e gli Psicoterapeuti di Stop Al Bullismo e Istituto di Ortofonologia - coautori dell'indagine - ritengono inoltre che le conseguenze psicologiche del cyberbullismo siano più pesanti rispetto a quelle del bullismo "tradizionale".

Ma come vivono i ragazzi questo fenomeno?
«I ragazzi lo vivono come un tabù, qualcosa di cui non si deve parlare, e spesso se ne vergognano» (*). Se il 61%, infatti, ha dichiarato che si rivolgerebbe ai genitori in caso di soprusi subiti, il 60% ammette che prenderebbe le difese di un compagno "preso di mira" da un bullo senza rivolgersi agli adulti.

Secondo Flavia Ferrazzoli, Psicoterapeuta dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), «questi adolescenti sembrano farci capire che non si fidano molto degli adulti, che in genere vanno sempre di corsa e spesso si mostrano poco empatici.
A conferma di ciò, gli studenti citano l'incoerenza degli adulti definendo assolutamente diseducativi quei programmi televisivi, assai numerosi, in cui litigano»
(*).

Cosa si sta facendo per contrastare gli atti di bullismo?
Di recente, per contrastare il fenomeno, uno dei social più noti ha pubblicato in rete uno strumento ad hoc.
Il Facebook Safety Fermiamo il bullismo - realizzato dallo Yale Center for Emotional Intelligence - contiene informazioni tecniche e specifiche dedicate a ragazzi, genitori e insegnanti: un repertorio di risorse per far fronte ad abusi, prevenirli, segnalare casi di bullismo, per instaurare una comunicazione efficace con i ragazzi e strutturare un piano concreto per uscirne.
Al progetto hanno collaborato anche Save the Children e Telefono Azzurro.

Telefono Azzurro ha collaborato anche alla "European Bullying research" promossa dall'associazione greca Il sorriso del bambino, che ha coinvolto 16.227 studenti di Bulgaria, Estonia, Grecia, Italia e Lituania, tra il 2011 e il 2012.
Ne è emerso che nel 57,68% dei casi in Italia il bullismo viene perpetrato attraverso la chat, via email, cellulare e social network, con diffamazioni, intimidazioni, minacce e prese in giro. Questi casi hanno spesso come sfondo il razzismo: presi di mira infatti gli stranieri (per la provenienza il 54,26%, per il colore della pelle il 64,54%), i ragazzi in sovrappeso e di diverso orientamento sessuale.

A seguito di questa indagine, l'associazione greca (Il sorriso del bambino) si è fatta di promotrice della prima rete strutturata a livello europeo, the European antibullysm network, a cui hanno già aderito 16 istituzioni di 12 paesi europei, tra cui la cooperativa Cooss di Ancona.

La rete europea contro il bullismo (Ean), presentata lo scorso giugno ad Atene, «stabilirà una persona giuridica a Bruxelles e là aprirà un ufficio. Dobbiamo identificare le fonti per finanziare i nostri progetti, attraverso i programmi dell'Unione» (*).
Ha già realizzato il docufilm "Bully diaries" e una guida di best practices.

Nonostante l'Italia presenti un quadro più sereno rispetto ad altri paesi americani ed europei (*), il fenomeno è da contrastare con tutti i mezzi anche nel Bel paese.
Lo dimostrano «nel modo più tragico possibile, alcuni recenti casi di suicidio di bambini, un fenomeno chiamato bullicidio» (*).

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