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Alzheimer. Dal morbo alla questione sociale

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Alzheimer. Dal morbo alla questione sociale
Italia. Ecco le azioni messe in campo per sensibilizzare la società e far fronte alla malattia che affligge sempre più persone e intere famiglie

L'articolo "Alzheimer. Dal morbo alla questione sociale" parla di:
  • La giornata nazionale per la prevenzione dell'Alzheimer
  • Dati statistici su invecchiamento e incidenza della malattia
  • L'assistenza familiare: impatto sulla salute e costi psicologici
Psico-Pratika:
Numero 96 Anno 2013

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A cura di: Redazione - Pubblicato il 7 maggio 2013

Alzheimer. Dal morbo alla questione sociale
Italia. Ecco le azioni messe in campo per sensibilizzare la società e far fronte alla malattia che affligge sempre più persone e intere famiglie

In occasione della sesta edizione della Giornata nazionale per la prevenzione dell'Alzheimer, lo scorso 6 aprile, Anap (*) e ANCoS (*) di Confartigianato Persone hanno promosso la manifestazione "Senza ricordi non hai futuro. Non permettere all'Alzheimer di cancellare il tuo domani", volta a informare e sensibilizzare la popolazione circa le Demenze.

Partner della campagna: il Dipartimento di Scienze cardiovascolari, respiratorie, nefrologiche e geriatriche della "Sapienza" Università di Roma per la ricerca scientifica; Croce Rossa Italiana e FIMeG (*) per la prevenzione e l'informazione sanitaria; Istituto De Ritis per la promozione di sane abitudini alimentari e la prevenzione del Colesterolo.

La manifestazione si è svolta in 120 piazze d'Italia con grande partecipazione dei cittadini, a dimostrazione del fatto che la problematica della Demenza è molto sentita, e in particolare dell'Alzheimer, poiché rappresenta il 50/60% delle sindromi degenerative.

In tale occasione sono stati raccolti dati su abitudini alimentari, aspetti sociali e psicologici della malattia, che saranno analizzati da un team di ricerca della "Sapienza", guidato dal direttore del Dipartimento Vincenzo Marigliano, al fine di «elaborare uno studio medico-statistico sui principali fattori di rischio che favoriscono l'insorgere dell'Alzheimer» (*).

Guardando ai dati ISTAT e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (*) risulta chiaro che la popolazione mondiale sta invecchiando in modo costante, incrementando così i dati di prevalenza della Demenza. La popolazione è più longeva e il tempo di sopravvivenza alla malattia può andare dai 3 ai 20 anni.

Secondo l'Istituto Nazionale Statistico, l'età media oggi in Italia è di 43 anni.
Stando ai trend di crescita della popolazione, si prevede che nel 2050 un italiano su tre avrà 65 anni.

    Popolazione per età Incremento dal 2001 al 2011
    OVER 65 20,80%
    OVER 75 10,40%
    OVER 85 2,80%
    OVER 95 78,20%
    OVER 100 138,90%

Fonte: 15º Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, Sistema Statistico Nazionale - Istituto Nazionale di Statistica, Struttura demografica della popolazione - Dati definitivi, 9 ottobre 2011

Secondo dati ISTAT 2011, in Italia ogni anno si contano 409.000 nuovi casi di Demenza: 141.000 uomini e 268.000 donne, discrepanza motivata dal fatto che la vita media per gli uomini è di 79,4 anni, per le donne di 84,5.

    Età Prevalenza
    OVER 65 4 - 8%
    OVER 85 30%
    OVER 95 39% *
    CON DISABILITÀ 78,60% **

* Fra gli ultranovantenni il morbo colpisce al 32% gli uomini, al 46% delle donne.
** È diffuso prevalentemente fra persone che hanno già una disabilità, nel 72% dei casi si tratta di uomini, nel 84% di donne.

Incrociando questi dati è evidente come all'orizzonte si profili una vera e propria emergenza, dal punto di vista sanitario, economico, sociale e psicologico.

L'ISTAT informa che nel 2010 ci sono stati 66,2 ricoveri ospedalieri ogni 100.000 abitanti.
Nel 2012 i costi sanitari per far fronte a problemi correlati alla demenza sono stati di 11.439 milioni di euro (lo 0,73% del PIL).

La spesa e la pressione sul servizio sanitario pubblico sembrano destinata a lievitare, e così i costi psicologici. La Demenza infatti può essere «devastante per la persona e per l'intera rete familiare e sociale» (*).

In Italia sono soprattutto i familiari a prendersi cura delle persone affette da Alzheimer.
Questi caregivers hanno mediamente fra i 45 e i 64 anni e il 60% di loro si percepisce in cattiva salute, anche qualora la famiglia goda del sostegno di servizi assistenziali e domiciliari. Inoltre «parte dell'impatto sulla salute del familiare agisce per il tramite della depressione» (*).

Si tratta quindi di una questione sociale e psicologica che va affrontata con urgenza e strumenti diversificati.

Secondo la vostra esperienza, quanto sono preparate le persone nel momento in cui si trovano a prendersi cura di un proprio familiare affetto dal morbo di Alzheimer?

Commenti: 3
1 Paola alle ore 06:14 del 11/09/2013

Cosa ne penso? E' un gran disastro!

2 Silvia alle ore 14:18 del 27/06/2014

Come si fa a recuperare i dati completi ISTAT sulle demenze? Sto preparando la mia tesi di laure su questo argomento ma non riesco a trovarli da nessuna parte. Grazie per l'attenzione.

3 Paola alle ore 16:00 del 31/12/2016

Nessuno e' ben preparato di fronte a questa malattia da affrontare in casa e chi lo e' un poco per aver vissuto sulla pelle altrui lo e' ancora meno e soffre forse di piu' dello stesso paziente!

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