Il terapeuta puo' permettere o revocare l'uso delle notazioni emotive tramite simboli grafici, cioe' Smileys ed Emoticons (Animazione nr.6).
Le persone che frequentano le chat spesso si abituano ad usare questi simboli grafici e dunque un messenger che non contempli questa funzionalita'
potrebbe sollevare difficolta' comunicative. D'altra parte e' possibile che per particolari situazioni di consulenza o di terapia il terapeuta
voglia eliminare questa modalita' grafica di aggiungere le emozioni o reazioni emotive e insegnare a "pensarsi" e valutare le proprie emozioni,
inserendole all'interno del testo in modo da stimolare una maggiore appropriatezza espressiva e consapevolezza dei vissuti emotivi. Ad esempio
si consideri la frase dove si utilizza il simbolo grafico della faccina sorridente [ :-) ] "oggi ho preso un bel voto :-)))))))": essa puo'
essere riportata in modo del tutto testuale, tramite l'allenamento ad associare i giusti termini e alla loro appropriata espressione, divenendo
ad esempio "oggi ho preso un bel voto: sono estremamente felice!". Sara' dunque a discrezione del terapeuta offrire alla sessione virtuale questa
opportunita' grafica di aggiunta delle notazioni emotive.
Animazione nr.6
Il terapeuta avra' la possibilita' di utilizzare canali comunicativi diversi dal testo scritto, in accordo con il paziente. Puo' concedere
o revocare l'uso del microfono e del video, da soli o in combinazione con il testo scritto. E' un argomento delicato perche' una relazione
terapeutica cominciata a livello di pura virtualita' puo' andare incontro ad una destrutturazione o modificazione tale da essere stravolta,
quando improvvisamente si sia dato modo di aggiungere il dato sonoro della voce o quello visivo della fisicita'. Spesso l'interlocutore si
crea una figura virtuale del terapeuta e su di essa basa la coerenza, l'aspettativa, l'attaccamento e l'alleanza di lavoro. La lettura delle
sfumature della voce, i commenti espressi dal tono al microfono, la costatazione che certe espressioni mimiche in webcam contraddicono il testo
scritto, possono condizionare negativamente la relazione terapeutica. Per particolari situazioni psicopatologiche (ad esempio forti inibizioni,
timidezze e fobie sociali gravi) o per l'apprendimento e l'esercizio all'espressione verbale, il terapeuta concordera' l'uso della webcam e/o
il microfono (Animazione nr. 7).
Sebbene si possa dire che anche a questo livello di comuncazione sia possibile comportarsi molto diversamente rispetto ad un incontro reale,
e' certo che l'uso del microfono rende accessibile al terapeuta la comprensione di sfumature reali della personalita' che solitamente sono
escluse dalla semplice lettura del testo scritto, cosi' come pure l'invio delle immagini garantisce un monitoraggio maggiore delle espressioni
e reazioni mimiche dell'interlocutore.
Animazione. 7
Soprattutto per consulenze o per training psicoeducativi il terapeuta puo' usufruire della funzione di visualizzare o nascondere una lavagna
su cui disegnare (con una strumentazione a disposizione) linee, oggetti grafici, testo (Animazione nr.8), e offrire al paziente una serie di
indicazioni grafiche utili a sottolineare o spiegare meglio alcuni concetti (per grafici, semplici esempi, sottolineature tramite icone, ecc.).
Si puo' vedere un esempio nel messenger di Yahoo, caricando uno degli sfondi disponibili.
Animazione nr. 8
La gestione del tempo a disposizione per un colloquio e' affidata al terapeuta, ma e' senz'altro utile avere un timer visibile totalmente
programmabile, eventualmente sonoro, che informi l'avvicinarsi della fine del colloquio, per permettere la conclusione senza che venga lasciato
qualcosa in sospeso (Animazione nr. 9). Inoltre, per particolari casi o tecniche il terapeuta puo' voler suddividere il tempo a disposizione in
intervalli separati da segnali visivi o sonori, in modo da offrire, se utile, anche una suddivisione sequenziale all'interno della seduta stessa
(l'autore di questo articolo ad esempio ha osservato in numerosi tentativi una certa efficacia negli incontri dove si e' avuta una suddivisione
di una seduta di un'ora in quattro quadranti all'interno dei quali si esplicano funzioni e atteggiamenti diversi, dalla libera associazione,
all'analisi del materiale e alla sintesi conclusiva del paziente e poi del terapeuta).
Animazione nr. 9
Il terapeuta puo' ricevere e inviare file da e verso l'utente. Il terapeuta puo' avere la necessita' di accogliere file provenienti dal
paziente: diari, note, documentazione ufficiale (tramite scanner), resoconti di compiti, ecc. Analogamente il terapeuta puo' inviare particolari
documenti (piccole dispense, tutorial, strategie, consigli, informazioni generiche sulla salute mentale, sui comportamenti per particolari
problematiche, ecc.), propri o messi a disposizione dalla comunita', in modo che si possa valutare la reazione e l'impatto o per fini terapeutici.
Per le sedute di gruppo e' senz'altro sufficiente prevedere che il campo di testo sia condiviso dal gruppo e che ci sia un particolare campo
elenco dove appaiono i nominativi dei pazienti partecipanti alla seduta. Restano a disposizione tutte le caratteristiche sin qui descritte. Si
puo' ipotizzare che un singolo partecipante utilizzi la webcam o il microfono e tutti gli altri possano vedere e sentire il partecipante del gruppo.
Si puo' provare questo tipo di funzionalita' andando nelle Room gestite dal Messenger Yahoo, dove una webcam puo' essere vista contemporaneamente
da un massimo di circa 40 persone.
A queste funzioni generali si aggiunga l'uso del grassetto (Bold) per il testo, nel caso in cui si voglia dare maggior peso ad una parola o
ad una frase e la funzione della regolazione della grandezza carattere, per favorire chi ha problemi di vista.
Archiviazione dei dati
Riguardo al salvataggio del colloquio o della seduta virtuale, c'e' da dire che attualmente non e' proponibile la conservazione della seduta
qualora si sia fatto uso di microfono o di webcam, poiche' a livello tecnico non e' ancora affidabile una procedura simile e nemmeno praticabile
per ragioni di quantita' di dati da registrare.
Quando invece il colloquio si e' mantenuto nella forma scritta (con o senza gli ausili delle notazioni emotive) allora e' possibile immaginare
due forme di salvataggio, una per il cliente, essenziale, e una per il terapeuta, la piu' completa possibile, che visto il carattere sperimentale
della terapia ha sicuramente bisogno di riprodurre la seduta in modo piu' fedele.
Prima di descrivere le due forme di salvataggio e archiviazione e' bene segnalare un'altra possibilita' tecnica che il terapeuta dovrebbe avere
a disposizione durante la seduta:
Inserimento di note, etichette, piccoli promemoria, durante lo scorrimento della seduta in modo da poter facilmente ritrovare, all'interno
del testo registrato, un particolare tema.
Sara' dunque necessario introdurre nel Messenger un ulteriore campo (campo note) che il terapeuta puo' utilizzare per appuntare alcuni frammenti
del testo delle sedute su cui si riserva di intervenire o riflettere off line, oppure in un secondo tempo della seduta in corso (Animazione nr. 10).
Tecnicamente e' pensabile che ci sia un campo di note, solo per il terapeuta, tale che l'inserimento e l'invio si trasformino in aggiunte al testo
della seduta, nel punto preciso relativo al momento in cui il terapeuta digita il testo di nota. Queste note non saranno visualizzate dall'interlocutore,
mentre il terapeuta le ritrovera' sia scorrendo il campo di testo della seduta, sia durante la riproduzione off line della seduta registrata.
Animazione nr.10
A questo punto e' possibile descrivere le forme di registrazione della seduta. Il paziente/cliente avra' l'opportunita' di salvare sul proprio
computer la seduta trascritta in formato di testo, con l'aggiunta delle espressioni emotive. I simboli grafici (emoticons) utilizzati possono essere
rappresentati direttamente come immagini, e in questo caso il formato del file dovra' supportare il testo e le immagini (ad esempio nel formato HTML)
oppure si convertira' la seduta in formato testo (spesso nei messenger attuali viene usato il formato RTF) e in questo caso si potrebbe utilizzare
un carattere (font) che restituisce tramite icona la notazione emotiva utilizzata (ad esempio il carattere "caricature" offerto dal messenger "C6"),
oppure ci sara' bisogno di una procedura che converta l'immagine, usata durante il colloquio, in descrizione testuale. Ad esempio la faccina
sorridente diventerebbe un "[sorride]" in aggiunta al testo, nello stesso punto dove era stata inserita la faccina. Il paziente avrebbe
modo di rileggere la seduta e di riflettere sui contenuti emersi, utilizzando questo comodo ausilio per le elaborazioni tra una seduta e l'altra.
Il salvataggio potrebbe essere sia automatico alla fine di ogni seduta sia ad intervalli parziali (gestito dal Timer), che su richiesta manuale
del paziente.
Per il terapeuta, fermo restando la possibilita' di salvare il colloquio nella forma veloce ed essenziale gia' descritta per il paziente e stampabile,
sarebbe opportuno offrire anche la possibilita' di ripetere la cadenza delle frasi, le pause, i ritmi, le informazioni circa i tempi di scrittura,
di non scrittura e di invio. In tal modo e' garantita la ripetizione di certe sfumature, come le perplessita', l'impeto, lo stato umorale (apparente
almeno), ecc. Per rendere possibile questo processo bisogna predisporre un sistema che registri durante la seduta, a tempo, lo scorrimento della
seduta, provvedendo al salvataggio ad ogni evento che si generi, appuntando il tempo (tratto dal timer) della genesi di ogni evento. Cosi' offline
il terapeuta potra' mandare il replay della seduta, che scorrera' esattamente con i ritmi e tempi effettivamente svoltisi in seduta, offrendo la
lettura delle frasi, delle aggiunte, e delle notazioni, nello stesso modo e tempo con cui sono state digitate durante la seduta e sara' piu' fedele
l'osservazione e la comprensione dell'evento (Animazione nr. 11).
E' pure possibile immaginare, risvolto interessante se ritenuto accettabile, che l'opzione di osservazione della lettura totale dei caratteri digitati
dell'utente (cioe' quanto digitato anche se poi non inviato per cancellazione), sia nascosta durante la seduta (per non condizionare il terapeuta, che
deve attenersi comunque a cio' che il paziente ha voluto inviare), ma visibile durante il replay, in modo che il terapeuta possa rendersi conto degli
ulteriori pensieri che il paziente ha generato pur decidendo di non inviare.
In ogni caso il replay off line della seduta conterrebbe anche le notazioni personali del terapeuta, ancorate al testo della seduta.
Animazione nr. 11
Il Messenger come modulo di una suite
Anche se non strettamente necessario, il prodotto salvato di una seduta dovrebbe integrarsi con un programma preposto all'archiviazione della
seduta, alla rilettura dei replay di altre sedute, all'inserimento dei dati di un paziente, di un diario clinico, ecc. all'interno di un pacchetto
di programmi offerti opportunamente dalla comunita'. Non e' questo l'ambito per descrivere le caratteristiche generali di un programma di archiviazione
per dati di sedute e consulenze, ma bastera' dire che dovrebbe prevedere forme di archiviazione privata per il singolo professionista, dove i dati
del paziente vengono conservati in modo protetto, e allo stesso tempo dovrebbe permettere la genesi delle riflessioni e osservazioni, o descrizioni
di dinamismi virtuali di una seduta o colloquio virtuale, tali da permettere l'interscambio e la costituzione di archivi consultabili da tutta la
comunita' degli sperimentatori.
Il Messenger all'interno della comunita'
Off line il terapeuta dovrebbe trovare, nelle opzioni del messenger, quelle utility programmate per visualizzare le news scaricate dalla comunita',
editare osservazioni e rispondere a questionari emessi dalla comunita'. On line dovrebbe avere l'opportunita' di inviare i propri contributi,
contattare con quickmessage colleghi per avviare eventuali sessioni di chat generiche in room o in scambi privati. Le particolarita' tecniche
offerte per le sedute e i colloqui descritte piu' sopra, pur restando a disposizione anche all'interno della comunita' per eventuali sedute di
supervisione o terapie tra colleghi, dovrebbero essere distinte dal semplice uso dalla chat intesa come punto di ritrovo per chiacchiere tra colleghi.
Il messenger potrebbe dunque riservare l'accesso alle funzioni semplici di chat (tra colleghi, per room o chat private, senza particolari ausili
se non quelli generici per le notazioni emotive, audio video e scambio di file, con salvataggi tradizionali) e offrire un separato accesso alle
funzioni di consulenza psicologica e seduta virtuale, con l'opportunita' della riproduzione completa dell'evento. Il messenger dovrebbe essere
in grado di visualizzare menu, sezioni e sottosezioni del sito Internet di riferimento della comunita', in modo tale che sia possibile con un
semplice click attivare le pagine su Internet dove sono dettagliatamente diffusi articoli, consigli tecnici, approfondimenti teorici, ecc.
Qualsiasi nuova implementazione di aggiornamenti, di nuove funzioni, di correzioni di errori o di malfunzionamenti potrebbe avvenire in modo
automatico e uguale per tutti, in modo che tutti gli sperimentatori abbiano sempre uno strumento affidato e aggiornatissimo.
Conclusioni
Questa assai generica presentazione di una comunita' virtuale di studiosi della Relazione Virtuale e del prototipo dello strumento operativo,
il Messenger, necessario per una sperimentazione seria e controllata, dovrebbe, a mio avviso, vedere la sua nascita sotto le ali dell'ufficialita'
e non come iniziativa personale di associazioni o di un gruppo di eroici pionieri, amanti di Internet e di Psicologia. L'investimento necessario
per realizzare tecnicamente questo tipo di progetto, rappresentato in questo articolo solo come affresco, con le garanzie di efficacia e affidabilita'
nonche' di protezione che necessita, richiede l'accordo sinergico dei vertici di chi governa le attivita' degli psicologi e di chi gestisce i fondi
per la ricerca, poiche' solo costituendo una comunita' dedicata, aperta a tutti gli psicologi iscritti all'albo degli psicologi selezionati dalla
comune volonta' di sperimentare scientificamente la Relazione Virtuale nel rispetto di certe norme, si potra' raggiungere nel miglior modo possibile
accordi di base ampi e ben strutturati, sufficienti a generare i principi validi per l'autorizzazione, regolata, dell'attivita' psicologica e
psicoterapeutica in ambito virtuale.