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Recensione libro: Le lacrime di NietzscheL'articolo "Recensione libro: Le lacrime di Nietzsche" parla di:
Articolo: 'Recensione libro: Le lacrime di Nietzsche'A cura di: Paola Dei
Scheda libro
La storiaIrvin D. Yalom, psicoanalista americano colloca, come direbbe Hemingway, L'autore nelle ultime pagine del testo Anche i filosofi piangonoSe Nietzsche ha pianto veramente nella realtà purtroppo non ci è dato saperlo. Elisabeth, nel suo desiderio di successo, alla morte del fratello regalò il suo bastone Leggere il libro non significa soltanto conoscere Nietzsche, la cui immagine appare Il Filosofo: l'uomo e i suoi tormentiBello, fiero, con una banana in testa e due baffoni che sembrano cespugli, Friedrich appare fin dalle prime righe del testo testardo, altero e burbero, poco attento a se stesso ma capace di scatenare momenti di grande tenerezza. Abituato a dare più importanza agli aspetti mentali e meno a quelli corporei e fisici, è costretto suo malgrado ad ascoltare il suo corpo a causa dei terribili mal di testa che lo attanagliano e gli impediscono di svolgere qualsiasi tipo di attività. Scavalcato da Paul Rée (filosofo tedesco e miglior amico di Nietzsche) nelle preferenze di Lou Salomé, Nietzsche appare in una foto insieme a Paul stesso sottomesso al volere di Lou che tiene un frustino in mano. Questa è forse l'unica foto che Elisabeth - degna rappresentante del testo: "La perfidia delle donne" (Valeria Palumbo - 2006
Ed. Sonzogno) - non ha potuto far scomparire. Tenerezza e simpatia sono le emozioni che lentamente il filosofo riesce a trasmettere alternate a momenti di grande rabbia, durante i quali i nostri vissuti sono lo specchio di quelli di Breuer che vive sulla pelle tutto il senso di impotenza per non riuscire a curare il filosofo come vorrebbe. Nietzsche nel testo è tutt'altro che folle e non si avvicina all'immagine che di lui abbiamo quando tenta di comunicare con un cavallo, o forse i continui mal di testa altro non sono che un campanello d'allarme e un presagio con il quale l'Autore ci accompagna verso la pazzia di Nietzsche: troppo intelligente per vivere una quotidianità grigia e troppo fragile per sostenere il rifiuto di Lou. Il Medico: lo specchio parlanteBreuer, il medico che si occupò di fisiopatologia del respiro e fu il primo a esperire gli strumenti dell'ipnosi e della psicoanalisi che poi trasmise a un giovane e curioso Sigmund Freud, si mostra in tutta la sua umanità; mentre lentamente scopriamo che Anna O., nota a tutti come una delle pazienti più famose di Freud ma prima paziente di Breuer, altro non è che Bertha Pappenheim, scrittrice tedesca che soltanto dopo divenne paziente di Sigmund Freud. È proprio dalle pagine del testo che scopriamo come Anna O. sia stata battezzata da Breuer con questo nome per una regola singolare
che il medico stesso aveva messo a punto e nel testo di Yalom è lui stesso a svelarlo. Breuer meno bello e avvenente di Nietzsche ha però molta più dimestichezza con il suo mondo interno. È lui la voce
narrante che cerca in ogni modo di liberare il filosofo dai suoi terribili mal di testa e dalla sua angoscia. La Psicoanalista: l'amore impossibileFigura decisa, avvolta da un'aura di fascino, mistero e decisionalità, nelle prime pagine del libro Lou entra nello studio di Breuer affinché il medico aiuti uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi a uscire da un'impasse di cui ella stessa si sente responsabile. In un ambiente che lo scrittore lascia immaginare, la figura di Lou appare mentre si muove con passo deciso fra i vicoli veneziani e senza alcuna esitazione trova le parole giuste per convincere il medico che, dopo alcuni minuti di reticenza, cederà alle argomentazioni della donna mentre inizia l'affascinante viaggio alla scoperta dei due grandi scienziati e di noi stessi. Per quale motivo Lou preferisca Paul Rée a Nietzsche non è dato saperlo. Neppure Yalom sembra avere una risposta mentre si limita ad accettare la realtà. Così come non è dato sapere per quale motivo Lou diventerà l'amante di Freud e non lo sarà mai di Nietzsche, ma bastano pochi secondi per conoscere lei e immaginarla vivente mentre ci parla. La sorella: orditrice di insidieIntrigante, opportunista, ben decisa a non assecondare l'amore del fratello per Lou, Le sedute: due uomini a confrontoLo Scrittore, dopo aver dato alito vitale ai personaggi e averceli mostrati come se fossero nostri amici, compagni di un viaggio alla scoperta
di noi stessi, ci introduce all'interno delle sedute. Queste hanno luogo grazie al patteggiamento fra il filosofo e il medico che farà
ricoverare Nietzsche stesso nella clinica dove lavora. Mentre il medico ci parla del suo amore, Nietzsche ce lo lascia intuire proiettando i suoi pensieri e i suoi sentimenti sull'innamoramento di Breuer per Bertha e d'altronde sembra non esistere altro modo che non la proiezione per attraversare l'intricato mondo del filosofo. Il burbero Nietzsche piange per amore. Dai suoi occhi giganti, sotto la foresta di baffoni incolti ma curati, una lacrima traccia il
suo percorso, mentre in chi legge riemerge la domanda: "Ma perché Lou preferì Paul Rée e perché divenne amante
di Freud Il merito del testo è proprio questo, aprire delle porte su interrogativi vecchi come Una lettura "terapeutica"Il testo oltre a essere una piacevolissima lettura, scritta in maniera affascinante e tradotta in quasi tutte le lingue, ha il merito di essere anche terapeutico e di farci scoprire parti di noi - nelle resistenze del filosofo - o addirittura di qualcuno che ci vive accanto se non addirittura qualche paziente. Allo stesso modo l'innamoramento di Breuer e il suo modo di gestirlo può apparirci impeccabile o codardo allo stesso tempo, saggio o represso ma ciò che è certo è che ci fa comprendere l'intricato percorso del transfert e del controtransfert e può darci degli stimoli interessanti ogni volta che ci troviamo in mezzo a questi vissuti. Occorre essere impeccabili per il bene del paziente e, anche laddove qualcuno si renda conto di non esserlo o di non esserlo stato, sapere che almeno non ha fatto del male: "Primum non nocere". Purtroppo spesso possono entrare in ballo meccanismi di potere e dinamiche narcisistiche che rendono tutto molto complicato e lungi
da soluzioni semplici. ConclusioniUn testo che vale la pena di leggere per gustare pagine di intenso significato e perché riesce a attraversare un periodo storico in stereofonia, con la poesia, la musica, le suggestioni e le immagini che Yalom riesce a trasmetterci in ogni pagina. Unica attenzione consigliata, qualora qualche collega decidesse di tentare l'esperimento di Breuer con un paziente, è sapere che quando si cerca di liberare qualcuno si rischia di essere fraintesi e magari di prendere anche un metaforico schiaffo. «La verità ci renderà liberi» ebbe a dire Freud; «L'essere umano non sostiene troppa
verità perché la verità come la luce accieca» ebbe a dire Albert Camus; A chi leggerà trovare le risposte... Commenti: 41 silviagoi alle ore 08:03 del 10/11/2011 Si tratta di un modello di fiction che presenta più di un punto di interesse, ma non tanto ( paradossalmente) dal punto di vista psicologico, in cui prevale lo spettacolare e il futuro film di successso - quanto il rapporto di costruzione fra il meccanismo narrativo ed i dati storici in nostro possesso. Da usare con i guanti, invece, come modello/pattern di analisi della psiche in ambito letterario ( dal punto di vista critico, intendo), perché implica ( oltre ad una forte retoricizzazione evidente dal titolo e dalle prime pagg.) un uso molto libero del materiale in ns. possesso. 2 denise alle ore 08:49 del 11/01/2012 Da brava "lettrice seriale", incuriosita dalla recensione, mi sono lanciata nella lettura del "romanzo"... che ho ineluttabilmente amato sin dalla prime pagine. Complimenti alla Collega che ha saputo condensare, con direi lucida sensibilità, in poche righe, senza alterarne la natura "umana, troppo umana", un testo denso di temi e emozioni trasversali all'uomo di qualunque epoca. Ho apprezzato la grazia e la forza narrativa di Yalom. Come psicologa psicodianamica sono stata intenerita dai dialoghi intercorsi tra il giovane, brillante e "famelico" allievo e il suo generoso, saggio e "rivolozionario" maestro: Freud e Breur. Complimenti alla collega per la brillante recensione. Complimenti a Yalom per la "fantasia" e la capacità di farcela credere "reale" fino alle ultimissime righe del testo. Un libro "parlante" che fa "compagnia" e che stimola al confronto e alla riflessione, e che invita a non perdere di vista uno degli scopi principi del vivere (principio guida del complesso Nietzsche): DIVENTA CIO' CHE SEI.... 3 silviagoi alle ore 08:14 del 12/01/2012 Grazie! Sai cosa penso, anche senza pretesa di originalità? Il materiale analitico connesso alla vita di Freud aveva già implicato un ramificarsi tale di storie e sentimenti connessi ( alla parola Freud, mezzo mondo ritrova un ricordo connesso, o Freunde!) che un romanzo invece di aumentare la mole di dati cerca forse solo di sdipanarli, di dar loro un inquadramento...anche le congetture sulla sua interazione con i colleghi, con i suoi pazienti erano già l'argomento da cui partivano le persone per congetture sulla vita e sulla relazione. Un po' imitando, un po' trovandosi in coincidenza davvero, emergevano dei nessi per chi doveva occuparsi di questo per lavoro... sarebbe bello poterne discutere, anche così, da lettori. 4 Federico Marazzi alle ore 08:40 del 21/10/2021 Bello il libro ma ho trovato qualche pecca nella traduzione. Ad es. Breuer accusa il locandiere Schlegel di leggere " troppi libri gialli" . Anacronismo fastidioso perché il "gialllo" come denominazione di genere letterario è legato alla collana pubblicata da Mondadori nel 1929. Cordiali saluti. Cosa ne pensi? Lascia un commento
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