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Recensione libro: Il BalloL'articolo "Recensione libro: Il Ballo" parla di:
Articolo: 'Recensione libro: Il Ballo'A cura di: Irene Bellodi Autore HT
Scheda libro
Nota biograficaL'autrice, Irène Némirovsky, nasce a Kiev nel 1903. La famiglia è di ricca stirpe russa di origine francese. A causa della Rivoluzione Bolscevica, nel 1917 Irène Némirovsky lascia la Russia con la famiglia e si trasferisce in Francia dove rimarrà fino allo scoppio della seconda Guerra Mondiale. A Parigi trascorrerà i suoi anni più spensierati e continuerà a dedicarsi alla sua attività preferita, la scrittura, vedendo anche realizzato, ancora giovanissima, il sogno della pubblicazione del suo primo romanzo edito da Grasset: "David Golder". Negli anni successivi al matrimonio con Michel Epstein, iniziano gli anni dell'antisemitismo così Irène Némirovsky decide di convertirsi al Cristianesimo battezzando anche le due figlie avute dal matrimonio. Sfortunatamente questi sforzi non basteranno per risparmiare Irène e il marito dalla morsa di violenza del nazismo: finiranno entrambi ad Auschwitz dove nel 1942 Irène morì. Trama: storia di una famiglia e delle sue vicissitudiniIn una Parigi degli anni folli, dove è possibile inebriarsi della nuova cultura degli intellettuali francesi, una famiglia, i Kampf, scalpita per emergere e affermare il proprio status di neoricchi. È quella parte dell'anno di passaggio, non è ancora passato l'inverno ma, allo stesso tempo, non è ancora arrivata l'estate e Antoinette Kampf, la giovane protagonista del libro, si muove tra i personaggi della sua famiglia come un'ombra; attenta e caustica osservatrice di una scena in cui non le è permesso di fare parte. Un ballo, l'occasione per i Kampf di mostrare all'alta società dove sono arrivati e cosa sono diventati, diventa l'oggetto più desiderato da Antoinette e dalla sua giovane età che fantastica sulle possibilità di emancipazione che questo evento potrebbe donarle. Rosine Kampf, madre di Antoinette, donna arcigna e arrogante, sarà l'antagonista più severa della nostra protagonista. Preoccupata per l'usurpazione del suo ruolo di donna, ostacolerà Antoinette nella sua lotta per la libertà, impedendole di partecipare al tanto desiderato ballo, attraendo a sé l'inevitabile ira della figlia che maturerà la sua terribile, proprio perché incosciente, vendetta. Il crocevia evolutivo: l'adolescenza. Una lettura in chiave cognitivaIn modo estremamente attuale e realistico, l'autrice sottolinea nella protagonista Antoinette tutte quelle caratteristiche peculiari dell'adolescenza e dell'adolescente. Troviamo così lo sviluppo cognitivo, lo sviluppo psico-sessuale e lo sviluppo emotivo in una lotta per la definizione dell'identità. Antoinette infatti, mostra la sua lotta per la differenziazione dalla figura materna. «Arricchiti volgari, ignoranti... Ah, come aveva riso di loro tutta la sera! Le fantasticherie sugli incontri amorosi, sugli innamorati e sulla possibilità di suscitare attrazione sul genere maschile sono indici dello sviluppo psico-sessuale che si affaccia, timidamente a livello comportamentale ma prepotentemente a livello cognitivo nella protagonista: «Un ballo... Mio Dio, era mai possibile che lì, a due passi da lei, ci fosse quella cosa splendida, che lei si immaginava vagamente come un insieme confuso di musica sfrenata, di profumi inebrianti, di abiti spettacolari... Di parole d'amore bisbigliate in un salottino appartato, oscuro e fresco come un'alcova... e che quella sera venisse messa a letto, come tutte le sere, alle nove, quasi fosse un bebè... Forse alcuni uomini, sapendo che i Kampf avevano una figlia, avrebbero chiesto di lei [...]». L'emotività rabbiosa e rivendicativa di Antoinette delineano ciò che nell'adolescente spesso è precursore di agìti volti all'emancipazione, talvolta anche con sfumature anti-sociali. «[...] Santa Vergine, perché mi hai fatto nascere in mezzo a loro? Come psicologi, in relazione con questa utenza, è importante tenere in considerazione queste tematiche che sono presenti in tutti gli adolescenti e che spesso vengono verbalizzate in seduta con finalità provocatorie. Aiutare il giovane paziente a esaminare questi pensieri e a lavorare sulle emozioni che questi pensieri portano è compito nostro, rimandando un messaggio terapeutico importante in cui l'emozione è normale e può essere affrontata e gestita senza passare all'agìto. Il rapporto madre figliaRosine e Antoinette sono legate da un rapporto madre-figlia caratterizzato da un'alta conflittualità. Rosine incarna la figura di madre attaccata disperatamente al suo ruolo di donna dominate. Ossessivamente attenta alla protezione del
suo ruolo e del suo status, è disposta a tutto pur di non lasciare che la figlia emerga come figura indipendente Le interazioni con la figlia sono fredde, conflittuali e volte all'umiliazione. «Ah, credi di fare il tuo "debutto in società" l'anno prossimo? Chi ti ha messo questi grilli per il capo? Sappi, mia cara, che io comincio soltanto adesso a vivere, capisci, io, e che non ho intenzione di avere tra i piedi una figlia da marito... ». «Ha sempre la testa tra le nuvole, questa bambina - commentò a mezza voce -. Antoinette mostra le caratteristiche emotive di una quattordicenne come molte. I numerosi dialoghi interni di Antoinette sono costruzioni della realtà di un rapporto madre-figlia improntato sulla sfida, sul rancore, su di un disperato bisogno di allontanamento da una figura ostile e ostacolante. Ecco come in questo passaggio Antoinette si immagina il confronto con la madre: «Se mi avesse toccato, l'avrei graffiata, morsa, e poi... Si può sempre fuggire... Nell'attività clinica quotidiana si incontrano spesso madri come Rosine e figlie come Antoinette. Ricordando sempre l'importanza di mantenere l'alleanza terapeutica con l'adolescente, spesso si deve gestire e riformulare la "domanda terapeutica" dell'adulto che cerca nel supporto psicologico alla figlia una soluzione irrealistica. È importante valutare la domanda dell'adulto e dell'adolescente e restituire a entrambi una proposta di lavoro deontologicamente coerente. Se si valuta che l'adulto abbia forti difficoltà, è utile consigliare, nell'ottica di benessere per la nostra paziente, un invio a un collega. La lotta per la separazione, la creazione dell'identità adultaNel susseguirsi della trama del libro, vi è di pari passo, il susseguirsi delle fasi adolescenziali che portano alla separazione dalle figure familiari di riferimento. La lotta interna di Antoinette per affermare la sua individualità avrà sfogo nella sua vendetta, nell'agìto, che porta alla svolta evolutiva e al lento, ma inesorabile, cambiamento dei ruoli e dei giochi di forza. Grazie alla sua impulsiva quanto sottile vendetta, Antoinette avrà trovato l'arma per divincolarsi dalla figura materna oppressiva e ostile di Rosine, mostrando poi la veloce ascesa verso l'emancipazione. In un momento di rabbia e di semi derealizzazione Antoinette troverà il modo di colpire la madre proprio nel punto a lei più caro, il suo status sociale. Nel tentativo violento di separazione, la conseguenza inevitabile è l'annientamento materno che determina la conseguente rinascita della ragazza, con una nuova forza e spoglia del legame manipolatorio e oppressivo subito fin a quel momento. Così, la battaglia di Antoinette viene portata a termine e determina l'inizio dell'identità adulta che non poteva essere raggiunta in altro modo se non con l'annientamento materno. Nell'attività clinica spesso ci si trova di fronte l'adolescente che, dopo un "agìto" provocatorio nei confronti del
genitore, viene inviato alla consultazione psicologica. Possono capitare adolescenti che agiscono plurimi atti emancipatori non adeguati o pericolosi. Il nostro lavoro si deve focalizzare sull'esplorazione di modalità più adeguate ed efficaci per riuscire in questo difficile compito. Si possono anche incontrare giovani adulti, il cui rimorso rispetto ai passaggi dell'emancipazione nei confronti dei genitori, ha creato importanti rammarichi o sensi di colpa. In questo caso, il lavoro di normalizzazione e analisi dei rapporti di attaccamento può portare a una rielaborazione e a una accettazione del passato, per un approccio al futuro più conciliante. ConclusioniGrazie a questo libro, il lettore ha la possibilità unica di osservare, da spettatore, Con uno stile chiaro e spietato, l'autrice mette in evidenza le dinamiche di una famiglia con una problematica sotto-soglia che, proprio perché trascurata, porta alla disfatta di uno degli elementi. Le emozioni come la vergogna, l'umiliazione, la tristezza, la rabbia, l'arroganza, vengono dosate e mescolate sapientemente nella trama e tra i personaggi donando al racconto attualità e realismo. Per il professionista, questo libro rappresenta un utile strumento per l'estrapolazione di tematiche adolescenziali da usare all'interno di corsi di formazione e anche nell'attività clinica. Per l'adolescente può servire come un utile strumento di normalizzazione di sentimenti ostili, e per i genitori, un buon modo per richiamare momenti di conflittualità nella vita quotidiana e analizzarli più empaticamente dal punto di vista dei ragazzi. Per approfondire
Commenti: 41 Maria Casilli alle ore 09:53 del 21/10/2013 Sono venuta alla ricerca di informazioni su questo libro, in occasione del primo di una serie di incontri che sono programmati nella mia città,ad impostazione filosofica.Poichè ritengo che i principali concetti filosofici sono una linea trasversale a tutte le situazioni della vita, trovando questa bella recensione in chiave psicologica, mi sono convinta di aver trovato il sito giusto. Ho inserito queste pagine nei "Preferiti", sperando di poter trovare anche per gli argomenti futuri la possibilità di leggere un contributo così interessante. Vi ringrazio. 2 Irene Bellodi alle ore 14:09 del 21/10/2013 Grazie per il feedback, fa piacere sapere che il nostro lavoro possa contribuire ad eventi e momenti di condivisione con un pubblico interessato. saluti 3 Marisa Multari alle ore 16:57 del 28/03/2021 Sono una libroterapeuta e ho letto con grande interesse questa recensione. Voglio complimentarmi con l'autrice perché è davvero molto raro trovare un'analisi di un testo cosi ben costruita dal nostro punto di vista. I temi sono enucleati con precisione, sostenuti da citazioni testuali, ricondotti con mano sicura e competenza alla dinamica psicologica di riferimento e alle sue manifestazioni cliniche. Il tutto scritto bene, con chiarezza, sinteticamente. Gran bella recensione davvero: grazie! 4 Sabrina Ciuffreda alle ore 19:14 del 28/03/2021 Salve, sono psicologa e mi occupo di Libroterapia, collaboro con la collega e amica che le ha inviato il feedback precedente. Ho trovato anch'io davvero molto interessante la sua recensione, tra l'altro di un testo che amo molto. Ho apprezzato molto la logica con cui l'ha costruita, i rimandi al testo e l'intrecciarsi delle considerazioni dinamiche e delle osservazioni cliniche. Un ottimo e utile strumento di lavoro. Complimenti! Cosa ne pensi? Lascia un commento
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