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Psicoanalisi, il cigno nero e la regina degli inferi: Black SwanL'articolo "Psicoanalisi, il cigno nero e la regina degli inferi: Black Swan" parla di:
Articolo: 'Psicoanalisi, il cigno nero e la regina degli inferi: Black Swan'A cura di: Paola Dei
SinossiNatalie Portman nei panni di Nina -ruolo con il quale si è aggiudicata la statuetta più ambita del Cinema per la
migliore interpretazione femminile durante la notte degli Oscar di Los Angeles- è una ambiziosa e giovane ballerina di New York a
caccia del doppio ruolo che tutte le altre ballerine sognano di interpretare: quello del Cigno Bianco e del Cigno Nero nell'Opera: "Il
Lago dei Cigni" di Cajkovskij. I personaggi e l'ambienteDarren Aronofsky, premiato nel 2008 a Venezia per il Film "The Wrestler" con un inedito Mickey Rourke, torna ad affrontare il tema
della ossessione per la carriera con Natalie Portman nei panni di una ballerina Newyorkese che vuole ad ogni costo ottenere la parte
del Cigno Bianco e del Cigno Nero ne: "Il Lago dei Cigni" di Pètr Il'Ic Cajkovskij. La psicoanalisi: Freud ed Eros e Thanatos, Jung e l'OmbraInquieta, sorretta da pulsioni libidiche a lei sconosciute, "...tanto ossessionata dalla sua arte da trasformarsi in Cigno..." (M. Persivale, Corriere della Sera, 1 Marzo 2011), Nina sembra voler riscattare ad ogni costo il presunto fallimento della madre e spinge il suo corpo a vere e proprie sevizie per effettuare prove estenuanti che mescola a violenti episodi di autolesionismo ogni qualvolta si trova a dover affrontare situazioni nuove o troppo intense. Amore e morte, Eros e Thanatos sembrano danzare sulle note dei due cigni ogni volta che la ragazza tenta di sostenere entrambe le parti o che desidera e teme l'altra parte di sé, quella che in termini Junghiani viene definita Ombra e che nel Film viene proiettata dalla protagonista nella figura di Lily. Freud e Jung si alternano mentre si entra nel tema del doppio già affrontato nel 1990 dal Regista Curtis Hanson nel Film: "Cattive
compagnie", nel quale un biondo Yuppie in carriera si imbatte in un moro ispanico -che sembra rappresentare l'altra sua polarità-
ed entra in una serie di vicende nelle quali non avrebbe mai immaginato potersi trovare. L'ambiguità che caratterizza tutti i personaggi rende la pellicola inquietante all'interno di un Mondo dove tutti sembrano avere una maschera che cozza con l'interiorità più vera. Psichiatria: schizofrenia, autismo e compulsioneLa memoria non può non andare a "Shine" una pellicola del 1996 girata dal Regista Scott Hicks sulla storia di David Helfgott,
un musicista che vive per la musica stessa e che si troverà ad affrontare tutte le difficoltà che comporta avere davanti uno
spartito di Sergei Vasilievich Rachmaninoff, il musicista russo autore di uno dei più famosi concerti del repertorio per pianoforte e
orchestra. "... Il peggio si avrà con le allucinazioni violente che aggrediscono la danzatrice mentre c'è di mezzo anche una ex stella del balletto Winona Ryder, liquidata senza riguardi per raggiunti limiti di età..." Il tema della mancata integrazione degli opposti nella Storia dell'Arte ci viene proposto da Michelangelo Merisi da Caravaggio (Paola Dei,
Psiconline 2005), il pittore maledetto che trasformerà le prostitute in Sante raggiungendo attraverso questo percorso vette difficilmente
rintracciabili in altri capolavori della pittura di tutti i tempi. Mito: Persefone Regina degli Inferi e Kore (fanciulla)Nina sembra perfetta nei panni di Persefone, Regina degli Inferi e fanciulla ingenua alle prese con la sua parte più pura e
inconsapevole, rapita dall'affascinante coreografo che nel Film sembra impossessarsi del ruolo che nella mitologia fu di Ade, assaggia il
frutto degli Inferi che le viene posto da Lily ed è condannata a viversi il suo Inferno personale. La curaDopo la visione del Film non poteva non tornarmi alla mente un dibattito al quale ho assistito in occasione di una Mostra su Arte e
depressione a Venezia negli anni '90. La pellicolaIl Film o si ama o si odia, come hanno affermato insigni critici, non ci sono vie di mezzo, ma ciò che è certo è che Natalie con il suo pancione durante La Notte degli oscar ha realizzato il sogno che non riuscì a Nina e, come dice ella stessa, ha imparato a danzare. Commenti: 31 Diana alle ore 11:12 del 11/03/2011 Film intenso, profondo, sembra davvero una riassunto della psicoanalisi! c'è tutto: il rapporto simbiotico con una madre nera opprimente, che non può lasciare spazio alla individualità della figlia per via di un narcisismo dilagante, la madre stessa che dipinge ininterrottamente volti picassiani di Nina (frammenti o frantumi della figlia, a sua volta inesorabilmente scissa?), l'anoressia di Nina, gli atti auolesionistici, una storia lesbo con la rivale allucinata che palesa l'assenza dell'accesso alla triangolarità edipica, una lotta fra istinto di vita e istinto di morte che porta alla morte, perchè non può esserci una integrazione dei due aspetti. [... modifica della redazione ...] Uno dei più bei film degli ultimi anni...stupendo, drammatico, ma profondamente sensato... 2 Redazione Centro HT alle ore 12:58 del 11/03/2011 Ci scusiamo con Diana, ma abbiamo ritenuto opportuno togliere il finale del film. Redazione HT 3 Rita alle ore 23:51 del 20/03/2011 Credo che il film sia una bellissima e completa pellicola, aldilà che possa riflettere la psicoanalisi o no, il punto centrale è la perfezione, l'ossessione di essere perfetta in un mondo che lo richiede assolutamente senza eccezioni di regole. Un mondo (la danza classica) in cui lo stereotipo è la ballerina magra, perfetta e "leggera". Come se l'abuso di cibo fosse un peccato e una pecca per il corpo e il ruolo che si vuole interpretare in qualsiasi momento. Il non sentirsi mai all'altezza perchè si è sempre e comunque in competizione fisica e psicologica con tutti e nessuno, sopratutto con se stessi. Un mondo fatto di rinunce e di insoddisfazioni psicologiche, di frustrazioni interiori a causa dell'effimera durata dell carriera, in un mondo in cui apparire è meglio che trasmettere... credo che l'ossesione porti a focalizzarsi su altri punti piuttosto che sull'amore e la passione che trasporta una persona in quel lavoro. Il film riflette molto le aspettative sociali e culturali della società a cui apparteniamo. Quindi credo che oltre la psicoanalisi ci siano ambiti eterogenei: individuale, sociale e culturale; che non possono prescindere l'uno dall'altro. Riflettere sulle proprie capacità, abilità e riuscire a capire i propri limiti, ecco cosa Nina non ha compreso, o meglio, cosa ha sfidato: SE STESSA. Delle volte è deleterio e lei ci ha rimesso [...] proprio perchè non si è soffermata su se stessa e ha cercato di assecondare la sua mamma e le aspettative del suo coach. Non tutti i ruoli a cui pensiamo di appartenere ci appartengono, un leggero livello di autocriticità dovrebbe appartenerci . Ovviamente il discorso è lungo, ahimè, mi limito a scrivere solamente questo mio personalissimo pensiero. Cosa ne pensi? Lascia un commento
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