HT: La Psicologia per Professionisti L'assessment nei casi di cybersexual addiction | ||||||||||||||||
Home Psico-Pratika | Articoli PsicologiaPsicologia ClinicaPsicologia del LavoroRisorse Psy | |||||||||||||||
HT Psicologia Network
Psicologia-Psicoterapia.it
GRT Gruppo Relazioni Transculturali - Istituto Transculturale Salute Corso: 'Il trattamento dei disturbi trauma-correlati' - Milano ITI - Integral Transpersonal Institute Scuola di Counseling Transpersonale Integrale - Milano, La Spezia e Online INPEF - Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare Corso: 'Conflitti familiari e coordinamento genitoriale' - Roma e Online ASPIC - Istituto per la Formazione di Psicoterapeuti
Scuola di specializzazione in Psicoterapia - Roma PsicoCitta.it
|
L'assessment nei casi di cybersexual addiction
|
Solitarie | Interattive | |
Visive | Attività solitarie visive | Attività interattive visive |
Narrative | Attività solitarie narrative | Attività interattive narrative |
In letteratura si è evidenziata una maggiore propensione per le attività solitarie visive, da parte degli utilizzatori di sesso maschile, mentre le utilizzatrici utilizzerebbero maggiormente attività interattive di tipo narrativo.
Essere a conoscenza della tipologia di attività messa in atto può essere utile per esplorare i contenuti e le motivazioni che il soggetto mette in atto nel momento in cui usufruisce di materiale a contenuto sessuale tramite Internet.
Quando il professionista si trova a confronto con un cliente che lamenta una cybersexual addiction è necessario mettere in atto i due livelli di analisi funzionali definiti da Emmelkamp (2004) la macroanalisi e la microanalisi.
In fase di macroanalisi è necessario quindi accertarsi del fatto che il comportamento di dipendenza non sia un comportamento
messo in atto come conseguenza di un altro disturbo gerarchicamente di maggior entità.
Ad esempio problematiche relazionali di coppia possono portare alla messa in atto di comportamenti di cybersexual addiction, infatti studi
(Stack, Wasserman, Kern 2004) hanno confermato che uno dei maggiori fattori di rischio per il successivo sviluppo di una cybersexual addiction
è dato dalla presenza di un matrimonio non gratificante.
In casi simili, un approccio che sia diretto solo alla dipendenza e non integrato ad un approccio che prenda in considerazione il rapporto di
coppia, rischia di rivelarsi inefficace.
Allo stesso modo la cybersexual addiction può essere espressione di un disturbo di tipo depressivo, in quanto la messa in atto di comportamenti di consumo di materiale a contenuto sessuale tramite Internet può essere considerata alla stregua di una strategia di coping per fronteggiare l'umore negativo con un miglioramento dell'umore dovuto al rilascio di neurotrasmettitori come la serotonina e dopamina a seguito di eventi piacevoli, quali la gratificazione sessuale ottenuta tramite Internet.
Un altro tipo di disturbo che potrebbe essere alla base di una cybersexual addiction è quello di una dipendenza sessuale, è quindi necessario esplorare il comportamento sessuale tenuto dall'utente quando non utilizza Internet, ad esempio se usufruisce di materiale pornografico tramite altri mezzi.
In fase di microanalisi è invece molto importante analizzare i contenuti che l'utilizzatore ha tramite Internet in quanto la cybersexual addiction potrebbe essere un mezzo anziché un fine.
Un utilizzatore che faccia un utilizzo esclusivo di materiale pedopornografico sarà molto più probabilmente un pedofilo
piuttosto che un cybersexual addicted.
Allo stesso modo utenti parafiliaci potrebbero utilizzare il mondo virtuale di Internet per gratificare la propria ricerca sessuale in modo meno
rischioso rispetto a quello che potrebbe essere nel mondo reale.
Per quanto riguarda l'approccio psicometrico della cybersexual addiction esistono diversi test che cercano di discriminare tra chi è un cybersexual addicted e chi non lo è.
Il Cybersexual Abuse Test (CAT, Greenfield 2001) è un test che si compone di undici item a risposta dicotomica (si/no)
con un punteggio soglia di sei punti.
Il questionario considera sia i comportamenti tenuti on-line (Item 1 "Ti ritrovi a spendere un quantitativo eccessivo di tempo
in rete, in particolar modo in siti e chat-line a contenuto erotico?"); sia i risvolti emotivi a seguito di questi (Item 10
"Provi sentimenti di vergogna e di colpa riguardanti il tuo comportamento on-line?").
Un secondo test utilizzato è l'Internet Sex Screening Test (ISST, Delmonico 2000).
Anche questo test è a risposta dicotomica (si/no) ed è composto da trentaquattro item.
Il test si compone in due parti di cui la prima, composta dai primi venticinque item, si prefigge di ottenere dati sui comportamenti mantenuti
on-line; la seconda, composta dai restanti nove item, raccoglie informazioni inerenti una più generale dipendenza sessuale.
Il test è composto da sette sottoscale: compulsioni sessuali on-line, comportamenti sessuali on-line sociali, comportamenti sessuali on-line individuali, costi sessuali on-line, interesse in attività sessuali on-line, utilizzo di computer non domestici per ottenere materiale sessuale e accesso a materiale illegale a contenuto sessuale (Delmonico, Miller 2003). Queste sottoscale permettono di andare a studiare la maggior parte dei comportamenti sessuali messi in atto on-line.
Altri test utilizzati sono il Cybersex Addiction Screening Test (CAST, Weiss 2003) compilabile on-line nel sito sexualrecovery.com, che è composto da quattordici item a cui si può rispondere si oppure non rispondere.
Un ultimo test utilizzabile ai fini di assessment è il Cybersex Addiction Quiz (CAQ, Young 1998) composto da dieci item a risposta dicotomica (si/no) che prende come punteggio di soglia una sola risposta positiva al test.
Per tutti i test menzionati sono necessari studi che ne attestino le qualità psicometriche e la validità, anche se possono essere utilizzati per fornire un indicazione, e si rivelano molto utili in ambito sperimentale (Delmonico, Griffin, Carnes 2002).
Attualmente in lingua italiana non esistono test specifici e di provata validità scientifica.
Una necessità dei professionisti della salute mentale è quella di essere aggiornati sull'argomento e di non sottostimarlo,
alcuni segnali come l'affaticamento, il bruciore agli occhi, problemi inerenti il sonno e la vita sessuale, possono essere
segnali che devono guidare il terapeuta nell'accertarsi se questi sintomi possano essere imputabili o meno ad un abuso informatico (Cooper 2002).
Molto spesso può infatti essere difficile per un utente rivelare la propria problematica e quindi è necessario per il clinico non
lasciar passare inosservati alcuni di questi segnali.
L'assessment è una fase fondamentale del processo terapeutico in quanto una buona diagnosi può guidare il clinico verso una strategia d'intervento efficace, è quindi fondamentale in questa fase venire a conoscenza delle motivazioni che spingono l'utilizzatore a ricorrere ad Internet, i contenuti che utilizza, gli stati d'animo che ha, quando utilizza attività sessuali on-line, l'eventuale ritualità che mette in atto, quando ricorre ad Internet per la propria gratificazione sessuale.
Condividi! | |
HT Psicologia - L'assessment nei casi di cybersexual addiction